Decreto Flussi: la denuncia della campagna "Ero Straniero"
Il decreto flussi, fortemente voluto da Fratelli d’Italia e dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è passato ieri all’esame della Camera con l’ennesimo voto di fiducia (152 sì, 108 no) e ora passa al Senato. Il decreto è stato modificato con un emendamento governativo per incorporare nel provvedimento la lista “allargata” dei cosiddetti “Paesi sicuri” verso cui poter rimpatriare i migranti (Egitto e Bangladesh per esempio), concepito con l’intento di rilanciare il progetto dei centri in Albania, al momento fermo ma estremamente dispendioso.
Il testo è stato poi integrato con il cosiddetto “emendamento Musk”, che sottrae alle sezioni dei tribunali specializzate in immigrazione e asilo la competenza di giudicare sulla convalida o la proroga dei trattenimento dei migranti richiedenti asilo, passandola alle Corti d’Appello in composizione monocratica.
Nella versione del testo approvata con la fiducia alla Camera è stato anche inserito un ulteriore emendamento controverso, che prevede la secretazione dei contratti pubblici in materia di cessione di mezzi e materiali (un esempio su tutti, le motovedette alla guardia costiera libica) a Paesi terzi nell’ambito di politiche di protezione delle frontiere e di salvataggio in mare.
La campagna “Ero Straniero” – promossa da organizzazioni laiche e religiose come A Buon Diritto, ActionAid, Asgi, Federazione Chiese Evangeliche Italiane-FCEI, Oxfam, Arci, Cnca, Fondazione Casa della Carità – è impegnata dal 2017 in attività di advocacy sulla necessità di una riforma delle politiche migratorie in Italia. La campagna chiede di «superare una normativa inefficace con interventi legislativi che assicurino una gestione dei flussi migratori più efficace e rispettosa di diritti e garanzie» e di «affermare una nuova narrazione del fenomeno migratorio che scardini l’approccio inefficace, inutilmente rigido e sicuritario visto negli ultimi vent’anni».
A margine del voto alla Camera, la campagna ha condannato la redazione di un «testo peggiorato dopo l’esame parlamentare». Di seguito il comunicato di “Ero Straniero”:
«Nessuno degli emendamenti che abbiamo suggerito e che avrebbero potuto scardinare l’impianto rigido e inefficace che regola l’ingresso in Italia di lavoratori e lavoratrici dall’estero, come il superamento del click day o la possibilità di assumere persone già presenti sul territorio ma rimaste senza documenti, è stato approvato. Né sono state introdotte misure di garanzia per le decine di migliaia di vittime di questo sistema iniquo, come abbiamo denunciato nel dossier di monitoraggio sugli esiti dei decreti flussi nel 2022 e 2023. Si tratta di persone che hanno fatto ingresso con il decreto flussi, magari hanno anche lavorato per un certo periodo col solo nulla osta, ma che poi non sono state assunte per cause indipendenti dalla loro volontà e sono destinate a diventare irregolari e a vivere e lavorare nel nostro paese nell’invisibilità: a loro va data la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per attesa occupazione che consenta di trovare un altro impiego e ottenere i documenti, così come chiedevano diversi emendamenti presentati in I commissione nei giorni scorsi, che non sono stati approvati.
Addirittura, come nel caso del ricongiungimento familiare o della possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per le vittime di sfruttamento lavorativo, gli interventi sul testo normativo hanno finito per introdurre ulteriori rigidità e ostacoli. Inoltre, quanto stanziato per l’assunzione di personale negli uffici dei diversi ministeri interessati dalla procedura non sarà sufficiente per consentire alla persone straniere di avere risposte dalla pubblica amministrazione sul proprio stato giuridico in tempi certi, senza aspettare anni, come avviene oggi.
Gli interventi correttivi minimi introdotti dal decreto – il tetto massimo di domande che un datore di lavoro può presentare, tempi più lunghi per pre-compilare la domanda, l’aumento dei controlli incrociati e automatizzati per verificare la solidità di chi intende assumere, l’interoperabilità tra le banche dati di Viminale e degli altri ministeri ed enti coinvolti – anche se necessari, non intaccheranno i limiti pesantissimi di un meccanismo “scassato”, come l’ha definito lo stesso sottosegretario Mantovano.
Ribadiamo la necessità di un approccio nuovo, maggiormente flessibile, come prevedono le nostre proposte – continuano dalla campagna Ero straniero- superando quote e rigidità inutili attraverso canali diversificati, con l’introduzione della figura dello sponsor, di un permesso per ricerca lavoro e di un meccanismo di regolarizzazione su base individuale, sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie».
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