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In silenzio e

In silenzio e "disgustato", papa Francesco ascolta la prima vittima che denunciò i crimini di Sodalitium

Il 24 gennaio scorso, papa Francesco ha ricevuto in Vaticano José Enrique Escardó, il primo a denunciare gli abusi sessuali, psicologici e spirituali subiti da membri, come lui, di Sodalicio (Sodalitium Christianae Vitae), la Società di Vita Apostolica fondata nel 1971 da Ferdinando Figari, laico consacrato, e sciolta dal pontefice il 20 gennaio dopo averne espulso, fra agosto e settembre scorsi, il fondatore e una decina di dirigenti .

«Non solo mi è sembrato un sogno quando mi hanno concesso l’udienza, ma mi pare di sognare anche adesso, perché provo molta felicità. Sono stati 25 anni di lotta, ma sento anche un grande peso perché sono tante le voci che porto con me», ha detto José Enrique Escardó parlando con i giornalisti. Ha raccontato che il papa «ha ascoltato e questo mi è piaciuto molto. Non mi sono trovato di fronte a un'autorità che mi diceva cosa stavano facendo per essere applauditi, o cosa avrei dovuto fare, ma è stato silenzioso e in ascolto». In più, ha aggiunto, «mi ha sorpreso molto il linguaggio del corpo perché, a ogni cosa che dicevo, si cedeva che era turbato, disgustato, triste».

Escardó – oggi è un avvocato che ha fondato e gestisce la Survivors Network of Peru e recentemente, a Ginevra, ha parlato alle Nazioni Unite dei diritti delle vittime, informa il portale di informazione religiosa statunitense Crux – ha riferito al papa della sua vita all’interno di Sodalicio, degli abusi di cui è stato vittima, come tanti altri sopravvissuti e sopravvissute, nonché delle continue molestie pubbliche a seguito delle sue denunce.

Tra le altre violenze subite, ricorda che gli è stato puntato un coltello al collo, è stato costretto a dormire sulle scale e a lavarsi le mani e il viso con l'acqua sporca del water. «Ho subito quotidianamente violenza fisica e psicologica da parte di molti leader del Sodalicio», ha detto, a partire da German Doig che per anni è stato il secondo in comando di Figari, conducendo una doppia vita, e aggredendo sessualmente, fra gli altri, anche Escardò.

Dopo che ha avuto la forza di andarsene, racconta ancora, ci sono voluti 13 anni prima che finalmente scrivesse pubblicamente delle sue esperienze, dando inizio a quella che ha descritto come «una caccia contro di me» da parte dei membri della SCV. «Dicevano che ero l'anticristo, che ero il diavolo che voleva distruggere la Chiesa cattolica... Non potevo lavorare, ho ricevuto minacce di morte, minacce che avrebbero violentato mia figlia quando aveva quattro anni, minacce di morte contro mia figlia per telefono».

Escardò ha puntato il dito contro la gerarchia ecclesiale peruviana: riferendosi agli scandali di abusi sessuali da parte del clero in Cile, esplosi nel 2018 e culminati con la presentazione di una lettera di dimissioni da parte di ogni vescovo, Escardó ha affermato che «l’inazione, la negligenza, l’irresponsabilità e le bugie dei vescovi in ​​Perù sono state molto più forti di quanto accaduto in Cile».

Malgrado sia un sopravvissuto ai soprusi patiti in Sodalicio, Escardò ha spezzato una lancia a favore dei membri attuali: «Ci sono ancora molte persone innocenti all'interno del Sodalitium che vivono nelle comunità. Dobbiamo fare in modo – ha suggerito – che queste persone facciano una transizione che non le danneggi, una transizione che possa salvarle e che possa portarle, se lo desiderano, a continuare la loro vita spirituale in un altro luogo dove non siano minacciate da una comunità che può distruggerle».

*Foto ritagliata di Republic of Korea tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

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