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Solo un Dio

Solo un Dio

Newsletter n. 34 da Prima Loro del 4 ottobre 2025‌  

Cari amici,

dopo l’ultimatum del cosiddetto “Piano di pace” di Trump, “solo un Dio”, per citare una profezia indimenticabile di Heidegger a suo tempo riecheggiata in Italia, poteva salvare il popolo palestinese. L’“ordine esecutivo” di Trump, nuovo governante o “re di Israele” (perché di questo si tratta), suffragato dagli affari negoziati da suo genero Jared Kushner e dall’avallo dello Sceicco del Qatar, a cui Netanyahu aveva dovuto “chiedere scusa” per il bombardamento israeliano su Doha del 9 settembre, aveva decretato la “fine del lavoro” del genocidio dei palestinesi, o mediante una resa incondizionata che avrebbe segnato la fine della loro esistenza come popolo, o mediante lo scatenamento di “un inferno da nessuno mai visto prima”.

Per Netanyahu il modo, sempre incessantemente ribadito, di “finire il lavoro” era di sacrificare gli ostaggi per portare a termine il genocidio, chiudendo così definitivamente la “questione palestinese”, cioè l’incomodo dei due popoli sulla stessa terra. La scelta politica di Hamas di cedere all’editto di Trump, impedisce ora a Netanyahu di finire in tal modo il lavoro, ma stando ai termini della capitolazione intimata ai palestinesi (ben oltre Hamas), potrebbe segnare ugualmente l’estinzione dell’esistenza comunitaria, politica e pubblica, del popolo palestinese.

Ed è qui che si riapre la partita, in un modo che sembra dare ragione alla profezia sull’ultima salvezza che può venire “solo” da Dio: salvezza che deriva dal fatto che in questa seconda catastrofe (dopo la Nakba del 1948 e seguenti) il popolo palestinese non è lasciato solo. Naturalmente il miracolo non lo può fare Dio da solo (lo dicono tutti i teologi), e pertanto lo ha fatto con la Global Sumud Flotilla (rinominata “Hamas Flotilla” da Israele), grazie a un grande coinvolgimento della comunità internazionale, ai settemila nostri domiciliati idealmente a Gaza e sulla medesima flottiglia, grazie ai partecipanti al convegno di “Coraggio della pace” di Sesto Fiorentino, all’81 per cento di Italiani che si sono espressi a favore della causa palestinese, e infine lo ha fatto col miracolo di due milioni di persone, soprattutto giovani, che il 3 ottobre in cento città si sono riversate sulle strade, sulle autostrade, sulle ferrovie e sulle piazze per “gridare per i Palestinesi” (come Bonhoeffer, prima di essere giustiziato, aveva chiesto di “gridare per gli Ebrei”) e, nello stesso giorno, con un gruppo di lavoro di laici e monaci che a Monte Sole, nel luogo della strage di Casaglia e in cui a perenne testimonianza è sepolto Giuseppe Dossetti, hanno riflettuto con partecipe dolore sulla tragedia palestinese, e sulla pretesa blasfema di farne risalire la responsabilità  a un presunto mandato del Dio di Israele, e infine con la partecipazione di massa allo sciopero generale oggi a Roma.

È per questa universale “vox populi”, per questo imprevisto di una sollevazione mondiale per il popolo di Palestina, per la lunga sofferenza dei rispettivi ostaggi e della popolazione di Gaza, e per la scelta lungimirante di Hamas, che il popolo palestinese può ora contare di sopravvivere.

Nello stesso giorno in cui arriva questa notizia giunge anche l’appello dell’“Osservatorio genocidio” di Avaaz su quello che da due anni è in corso nel Sudan, genocidio che è già costato la vita di 150.000 persone, ha prodotto la maggiore crisi di rifugiati del pianeta, il collasso del sistema sanitario, il blocco degli aiuti per 30 milioni di persone e una carestia tale che “le persone si aggirano come fantasmi”. Ciò vuol dire che altri popoli sono vittime di sterminio, e che il miracolo della insurrezione della comunità internazionale e delle nostre iniziative di resistenza e partecipazione deve ripetersi e produrre nuovi risultati.

Nel sito pubblichiamo il testo della risposta di Hamas.

Con i più cordiali saluti.

Per “Prima Loro”, Raniero La Valle

*Foto di Cau Napoli Collettivo tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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