Normativa ambientale europea sotto attacco: il caso della Direttiva sulle acque
Lo scorso 11 dicembre, sul sito di Adista abbiamo acceso i riflettori sull’iniziativa della Commissione Europea, che il giorno prima aveva presentato l’ottavo pacchetto di misure legislative dell’anno, detto “Omnibus Ambiente” perché intende metter mano al corpus delle normative comunitarie a protezione dell’ambientale, con l’obiettivo di “semplificare”, “sburocratizzare” e ridurre gli oneri amministrativi per aziende e agricoltori, quei costi cioè che le piccole e medie imprese (PMI) devono sostenere per adeguarsi alla normativa europea. Un passaggio cruciale di quel tentativo di smantellamento della normativa ambientale nel Vecchio Continente, faticosamente conquistata in decenni di lotte ambientali e da sempre osteggiata da lobby industriali e destre sovraniste.
Tra le modifiche previste nel pacchetto “Omnibus Ambiente”, la Commissione Europea intende revisionare la Direttiva Quadro sulle Acque.
In una nota diramata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua lo scorso 13 dicembre, lo European Water Movement (EWM) – rete di movimenti, organizzazioni sociali, comitati e sindacati, per il riconoscimento dell'acqua come bene comune e come diritto universale fondamentale, contro la sua privatizzazione e mercificazione, per costruire una sua gestione pubblica e democratica – «mette in guardia dalle conseguenze negative che comporterebbe la modifica della Direttiva Quadro sull'Acqua annunciata dalla Commissione Europea lo scorso 10 dicembre nella conferenza stampa sull'Environmental Omnibus».
L’EWM si è riunito a Girona (Spagna) dal 5 al 7 dicembre per la sua assemblea annuale, nel corso della quale si è discusso anche delle «proposte di deregolamentazione delle norme dell'Unione Europea relative alla gestione dell'acqua, sia in termini di deroghe che di finanziamento».
La Direttiva, spiega EWM, rappresenta un «quadro giuridico comune», senza il quale «scompare ogni garanzia del buono stato ecologico e chimico dei corpi idrici dell’Unione europea», «è il pilastro vitale dell’intera politica europea sull’acqua, motivo per cui si chiede agli eurodeputati di difendere la norma e i suoi standard attuali vigenti».
L’EWM punta il dito contro la Commissione Europea la quale, contro ogni interesse pubblico, cede «alle lobby minerarie e industriali con interessi particolari che minacciano il diritto a un ambiente sano e la salute pubblica di tutti i cittadini europei».
La denuncia dell’EWM, chiarisce il Forum, arriva «dopo che la commissaria europea per l’Ambiente, l’Acqua e l’Economia Circolare, Jessika Roswall, ha dichiarato la settimana scorsa che la revisione della Direttiva Quadro sulle Acque risponde all’obiettivo di facilitare l’apertura delle miniere nel territorio europeo per smettere di dipendere dalla Cina e dagli Stati Uniti, ed anche per accelerare progetti considerati strategici per la Commissione Europea come i data center».
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