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LE ASSOCIAZIONI OMOSESSUALI SUL SINODO VALDESE: "LA CHIESA CATTOLICA PRENDA ESEMPIO DA LORO"

Tratto da: Adista Notizie n° 61 del 15/09/2007

34024. TORRE PELLICE-ADISTA. La Chiesa valdese "esprime la propria solidarietà alle persone omosessuali oggetto di discriminazioni e persecuzioni; la propria preoccupazione per il repentino aumento degli episodi di omofobia sociale e fisica in Italia; la propria condanna ferma e assoluta verso le persecuzioni e le condanne capitali emesse in molti paesi nei confronti di persone omosessuali". Per questo motivo il Sinodo "invita le Chiese a sostenere le veglie ecumeniche di preghiera contro l’omofobia che, nell’ultimo anno, si sono susseguite in varie città d’Italia, specialmente il 28 giugno (giornata internazionale di festa del movimento di liberazione omosessuale) con l’appoggio trainante di alcune nostre comunità locali".

Salta all’occhio la distanza fra queste parole - contenute in un ordine del giorno proposto dalla Refo (Rete evangelica Fede e omosessualità) e approvato dal Sinodo valdese e metodista lo scorso 31 agosto (v. notizia precedente) - e quelle dei documenti e delle dichiarazioni della gerarchia cattolica in materia di omosessualità: a farlo notare sono in primo luogo i rappresentanti delle associazioni omossessuali. "Arcigay ringrazia la Refo per aver promosso l'ordine del giorno e tutta la Chiesa valdese italiana per il suo pluriennale impegno a fianco delle persone omosessuali, che è per noi fonte di conforto e di fattiva vicinanza", ha dichiarato Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell’Arcigay. "Non si può non notare - ha aggiunto Mancuso - quale distanza abissale vi sia tra le parole pronunciate dal Sinodo valdese e il silenzio (quando va bene) o gli insulti provenienti dalla Chiesa cattolica italiana nei confronti delle persone lgbt".

Secondo Gianni Geraci, presidente del gruppo di cristiani omosessuali "Il Guado", "ancora una volta la Chiesa evangelica valdese dimostra alle Chiese che sono in Italia che la solidarietà nei confronti delle persone omosessuali è un aspetto del cristianesimo del nostro tempo". Geraci cita la prima lettera di Giovanni: "Se uno dicesse: ‘Io amo Dio’, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello" (1Gv 4,20-21): "I vertici della Chiesa evangelica valdese in Italia - spiega - hanno saputo testimoniare, nella concretezza di un gesto, questo messaggio che ci arriva dal Nuovo Testamento. I vertici della Chiesa cattolica italiana, questo semplice gesto, non sono ancora riusciti a farlo". "Alla luce di questa differenza - conclude Geraci - mi chiedo: ‘In quale, tra queste Chiese, si è manifestata, per le persone omosessuali che chiedono di essere accolte, l'unica Chiesa di Cristo?’".

Apprezzamento per il segnale lanciato dal Sinodo valdese è venuto anche dall’Agedo, Associazione genitori, parenti e amici di omosessuali: "La nostra associazione ringrazia ancora una volta la Chiesa valdese che continua a dare un esempio di chiarezza e coraggio nell’affrontare il tema dell’omosessualità". "Come genitore - ha dichiarato Mila Bianchi dell’Agedo - esprimo il mio personale apprezzamento per come si esprime da parte vostra la solidarietà, non solo con l'uso di una corretta terminologia e collocazione affettiva ma anche con il vostro impegno a promuovere iniziative che aiutino nella comprensione": "Per questo troverete sempre la nostra disponibilità come associazione di genitori che da anni lottano per il riconoscimento dei diritti dei propri figli/e, ricordando al mondo che un buon genitore è quello che ama e sostiene, attraverso l'impegno educativo e morale, i propri figli al di là del proprio orientamento sessuale, della propria identità di genere". (e. c.)

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