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FUORIROTTA - 2000

Tratto da: Adista Documenti n° 76 del 03/11/2007

Con il Grande Giubileo Wojtyla celebra trionfalmente l'ingresso della Chiesa cattolica nel III millennio. Ma, soprattutto, celebra se stesso, con una esposizione mediatica senza precedenti che qualcuno comincia a definire "papolatria". L'evento è accompagnato da una regia ecclesiastica accortissima. C'è un giubileo per tutti: quello degli artisti (18 febbraio), degli artigiani (19 marzo), degli scienziati (25 maggio), dei giornalisti (4 giugno), degli anziani (17 settembre), degli sportivi (29 ottobre), degli statisti e dei politici (5 novembre), delle Forze Armate e della Polizia (19 novembre: niente par condicio però, e gli obiettori di coscienza cattolici, contrariati per la mancanza di un giubileo a loro dedicato, ne organizzano uno a Barbiana, il 4 novembre). Poi (26 giugno), quello dei catechisti e degli insegnanti (accomunati in una stessa data, il 10 dicembre) e quello dello spettacolo (17 dicembre). Con un coup de théâtre il Vaticano svela anche (26 giugno) il terzo segreto di Fatima, accreditando l'ipotesi che esso preannunciasse l'attentato al papa del 13 maggio '81. Ma l'evento clou della kermesse giubilare è il 19 agosto, quando il papa incontra nell'area di Tor Vergata a Roma circa un milione di giovani. A guastare la festa ci prova il movimento gay che a Roma proprio quell'anno, l'8 luglio, organizza il suo World Pride. La destra politica e ecclesiastica tenta di bloccare la sfilata, il centrosinistra mostra imbarazzo. Alla fine la manifestazione si fa, nonostante le pressioni vaticane su governo e sindaco, con circa un milione di gay a sfilare nella "città santa" (dal palco del Circo Massimo don Vitaliano della Sala, lancia - tra l’altro - un duro attacco al card. Angelo Sodano, accusandolo di complicità con il regime di Augusto Pinochet). Il giorno dopo, durante l'Angelus, il papa esprime “amarezza per l'affronto recato ai sentimenti cristiani e per l'offesa al Grande Giubileo". A compromettere il clima di generale consenso ci si mette anche la visita in Vaticano del leader dell'ultradestra austriaca Jörg Haider, il cui partito è da poco al governo. Il 16 dicembre Haider deve consegnare al papa l'abete proveniente dalla Carinzia che per tutto il periodo natalizio farà bella mostra in piazza San Pietro. In vista dell'incontro, piovono sulla Chiesa le critiche dei giornali e dell’opinione pubblica. L'imbarazzo ecclesiastico è visibile, ma la visita non salta: è però accompagnata da manifestazione (e scontri) in via della Conciliazione. Dal giubileo ai giubilati, perché la repressione vaticana non conosce soste neanche nell'Anno Santo. In Messico, viene trasferito mons. Raúl Vera López, convertitosi alla causa degli oppressi dopo essere stato inviato a San Cristóbal de las Casas (Chiapas) per normalizzare la diocesi di mons. Samuel Ruiz. Con la dichiarazione Dominus Iesus (6 agosto) Wojtyla e Ratzinger ribadiscono l’unicità e l’universalità di Gesù Cristo e della Chiesa, limitano l’uso dell’espressione "Chiese sorelle" e condannano le tesi sul dialogo interreligioso degli esponenti di punta della teologia asiatica. Poi, con una Notificazione, Ratzinger obbliga all'abiura il teologo austriaco Reinhard Messner, che aveva approfondito il rapporto fra Scrittura, Tradizione e interpretazione magisteriale della fede. In Italia, prosegue intanto la normalizzazione dentro l'Azione Cattolica. Costretti alle dimissioni (15 ottobre) il direttore del settimanale Segno Sette, Piero Pisarra, e il coordinatore di redazione Marco Damilano. Per il mondo politico il 2000 è solo un anno elettorale. A Palazzo Chigi Amato (25 aprile) sostituisce D'Alema, che paga la sconfitta del centrosinistra alle elezioni amministrative (il Polo conquista 8 regioni su 15, grazie anche al card. Ruini che molto si impegna a favore del candidato alla poltrona del Lazio Francesco Storace). Il nuovo esecutivo è sostenuto da Ulivo, Pdci, Udeur e Sdi. Ma nella maggioranza sono palpabili le tensioni per la scelta del leader che dovrà guidare la coalizione alle ormai prossime elezioni politiche. Amato vorrebbe imporre la propria candidatura, ma raccoglie scarsi consensi. Solo a settembre, dopo mesi di schermaglie, si convince a cedere il passo a Rutelli. A maggio, intanto, si era votata l'ormai consueta sfilza di referendum radicali. Tra i vari quesiti, anche uno che chiedeva l'abolizione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Nonostante il sostegno di Confindustria, però, nemmeno stravolta la consultazione raggiunge il quorum. A destra, Berlusconi e Bossi (che negli anni precedenti aveva alternativamente definito il cavaliere "mafioso di Arcore", "piduista", "fascista", "berluskaiser") sanciscono (febbraio) una nuova alleanza in vista delle elezioni. An mugugna, ma alla fine si adegua. Uno sguardo al resto del mondo. In Cile (18 gennaio) dopo 27 anni un socialista ‑ Fernando Lagos ‑ torna alla Moneda. Il 13 marzo, in Spagna, il Partito Popolare di Aznar vince le elezioni politiche. Dall'11 al 24 luglio, israeliani e palestinesi si incontrano a Camp David (Usa). Ma non c'è accordo. Anche perché a Gerusalemme, il 28 settembre, il leader del Likud Ariel Sharon entra nella spianata delle Moschee con mille uomini armati. Una provocazione che scatena l’ira dei palestinesi: inizia la seconda Intifada. Il 12 agosto, in circostanze misteriose, il sottomarino nucleare russo Kursk si inabissa nel mare di Barents. Muoiono tutti i membri dell'equipaggio. Il 7 novembre, elezioni presidenziali al cardiopalma negli Usa: Al Gore perde di un soffio (e con molti sospetti di frode) lo Stato della Florida e la poltrona di presidente: vince George W. Bush. (v. g.)

 

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