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FUORIROTTA - 2003

Tratto da: Adista Documenti n° 82 del 24/11/2007

Medio Oriente in fibrillazione: per il muro che Sharon, con l’opposizione di quasi tutta la comunità internazionale, sta costruendo in Cisgiordania (e che sottrae ulteriore terra ai palestinesi); ma soprattutto perché, con il pretesto delle armi di distruzione di massa di cui il regime iracheno sarebbe in possesso, si prospetta una nuova guerra in Iraq. Le prove dell’esistenza delle armi, dicono gli ispettori dell'Onu inviati in Iraq, non ci sono. Ma è un dettaglio che ad Usa e Gran Bretagna (sostenuti della Spagna di Aznar) non interessa. Perché gli angloamericani i documenti per legittimare la guerra di fronte all’opinione pubblica internazionale se li fabbricano da sé (il 18 luglio, tra l’altro, viene trovato morto David Kelly, scienziato che aveva denunciato manomissioni dei dossier britannici sulle armi di Saddam Hussein). L’Italia, al solito, si accoda agli alleati atlantici. Il centrodestra dichiara di voler appoggiare la “lotta al terrorismo”; così (29 gennaio), il governo Berlusconi dà il via libera all'utilizzo delle basi Usa e Nato in territorio italiano per gli aerei che si preparano ad attaccare l'Iraq. Ma a sinistra, stavolta, qualcosa si muove: Ds, Rifondazione, Pdci e Verdi si mobilitano contro il conflitto. Lo fa il mondo cattolico, sulla scia della nettissima opposizione del papa al conflitto. Il 15 febbraio, si tengono manifestazioni per la pace in diverse capitali europee. A Roma scendono in piazza centinaia di migliaia di persone. Parte anche la campagna, promossa da missionari, associazioni cattoliche, ong, "Pace da tutti i balconi!": in tutta Italia, migliaia di bandiere della pace vengono esposte alle finestre per dire no alla guerra. Ma è tutto inutile. Il 20 marzo scade l'ultimatum di Bush che intimava a Saddam di lasciare l'Iraq. Alle 3:55 del mattino cominciano i bombardamenti su Baghdad e su altre città irachene, mentre le truppe statunitensi e britanniche invadono il Paese. Ha inizio la Seconda Guerra del Golfo. Stavolta (a differenza del ‘91) le truppe angloamericane portano la guerra fino in fondo e (9 aprile) entrano a Baghdad. Saddam fugge (ma sarà catturato il 14 dicembre). In Occidente si inneggia alla guerra lampo: in diretta mondiale, va in onda l’abbattimento della statua del rais. Cadono le statue, e con esse le inibizioni. Così, diversi esponenti di Curia, a partire da Ratzinger e Ruini, iniziano a stemperare i toni “senza se e senza ma” usati da Wojtyla prima dello scoppio del conflitto. Il 1° maggio, Bush proclama la fine dei combattimenti: "Nella guerra contro l'Iraq, gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno prevalso". Ma le cose stanno in maniera assai differente. E presto gli occupanti dovranno fare i conti con una accanita resistenza. In tale contesto, il 16 novembre, cadono in un attentato a Nassiriya 19 uomini del contingente italiano inviato in Iraq in “missione di pace”. Ai funerali (19 novembre) Ruini - riferendosi ai terroristi - afferma: “Non fuggiremo davanti a loro, anzi, li fronteggeremo con tutto il coraggio”; “affidiamo [a Dio] (…) tutti gli italiani, militari e civili, che sono in Iraq e in altri Paesi per compiere una grande e nobile missione, e, con loro, questa nostra amata Patria, la pace nel mondo e il rispetto per la vita umana”. Se la guerra impegna molte delle energie del papa e della Curia, non manca alla gerarchia il tempo di occuparsi anche di altro. La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica comunica (15 gennaio) ai Superiori e alle Superiore generali che la Cdf ha chiesto di escludere i transessuali dalla vita consacrata. Con un decreto della Cdf notificato il 13 marzo - emanato "dal sommo pontefice Giovanni Paolo II, con suprema ed inappellabile decisione senza alcuna possibilità di appello" - don Franco Barbero della Comunità di base di Pinerolo viene "dimesso dallo stato clericale". Il 24 febbraio, sotto la forte pressione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica i benedettini inducono padre Cipriano Carini a dimettersi da abate del monastero di S. Giovanni Evangelista a Parma. La sua unica colpa, aver accolto alcune suore indiane dell'Ordine delle brigidine, fuggite dalla loro comunità a causa del trattamento cui erano sottoposte da parte della loro madre superiora, suor Tekla Famiglietti che, essendo influentissima in Vaticano, ottiene il siluramento di Carini. Con l'enciclica Ecclesia de Eucharistia (17 aprile), il papa riafferma la dottrina della "transustanziazione" formulata dal Concilio di Trento e vieta l’"intercomunione" con le Chiese nate dalla Riforma; ribadisce che i cattolici divorziati e risposati non possono accostarsi all'Eucaristia; lamenta gli "abusi" che, nel post-Concilio, si sono fatti in materia liturgica. Alla fine di luglio Ratzinger, nel documento "Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali", chiede ai parlamentari cattolici di impedire in ogni modo l'approvazione di leggi che ammettano una qualsiasi equiparazione tra matrimonio e unioni gay. Le comunità di Base piangono la morte di Ciro Castaldo.

La politica italiana langue, in balìa delle esternazioni e delle gaffe di Berlusconi (come quella all'europarlamento, il 2 luglio, quando apostrofa un deputato tedesco chiamandolo “kapò"), e di leggi contestatissime, come quella ad personam che garantisce l’impunità alle più alte cariche dello Stato (lodo Schifani), o quella che pone enormi limiti alla fecondazione assistita (legge 40), o quella che modifica in senso lassista la legge 185/90, che regola il commercio della armi. In questo contesto, il 2 maggio la Corte d’Appello di Palermo dichiara estinto per prescrizione il reato di associazione per delinquere di cui Andreotti è riconosciuto colpevole fino alla primavera del 1980. Il 30 ottobre Andreotti viene assolto dalla Cassazione per il delitto Pecorelli; questa volta “per non aver commesso il fatto”; il 15 giugno il referendum per estendere i benefici dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori non raggiunge il quorum. E a dicembre scoppia lo scandalo Parmalat. (v. g.)

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