LUTTO AD ADISTA
Tratto da: Adista Notizie n° 13 del 16/02/2008
Si è spento il 3 febbraio, all’età di 84 anni, Franco Leonori, fondatore e per molti anni direttore di questa agenzia. Era nato a Roma il 13 giugno 1923. Adista esprime profondo dolore e partecipa al lutto della famiglia, con particolare vicinanza alla moglie Agnese e ai figli Gianni e Paolo Parlare di Franco Leonori, ricostruirne la parabola umana e politica, significa - in gran parte - parlare di Adista, delle ragioni che l’hanno vista nascere e dell’orizzonte culturale e politico che ne ha segnato lo sviluppo. Raccontando - specialmente per i lettori più “giovani” di Adista - una delle figure più significative e rappresentative di questa testata, è infatti impossibile non ripercorrere, attraverso di lui, le attese e le speranze, le radici ideali e le lotte che ci hanno visto in questi 40 anni schierati per una informazione ecclesiale diversa, per un orizzonte politico “altro” rispetto al triste esistente che quotidianamente abbiamo vissuto e viviamo.La prima esperienza associativa Leonori la vive da giovane di Azione Cattolica nel quartiere Trastevere, a Roma. La sua formazione politica avviene invece con la Resistenza, cui partecipa all’interno delle formazioni dei cristiani comunisti, in una cellula gappista romana. Erano due, negli anni della lotta al nazifascismo, i partiti che rappresentavano i cattolici di sinistra: il Partito Cristiano Comunista, fondato da Franco Rodano (divenuto poi Psc - Partito della Sinistra Cristiana), che confluì nel Pci alla fine del ‘45; e il Partito Cristiano Sociale di Gerardo Bruni, che invece mantenne una posizione di autonomia a sinistra e di critica nei confronti del blocco sovietico. Dopo la guerra partigiana Leonori diventa segretario di Guido Miglioli, una delle figure più significative del cattolicesimo sociale del primo novecento. Miglioli interpretava l’anima intransigente del vecchio Partito Popolare, legata alle lotte sindacali contadine, mentre De Gasperi ne aveva ereditato l’impronta più moderata. Per questo la Dc rifiutò la richiesta di Miglioli di entrare nel partito, poco prima delle elezioni per l’Assemblea Costituente. Aderì allora alla Sinistra Cristiana. Nei difficili anni dell’esilio sotto il fascismo, Miglioli aveva vissuto in Russia, apprezzando i risultati della collettivizzazione delle campagne intrapresa negli anni ’30 e maturando la convinzione che fosse fondamentale realizzare l’unità politico-sindacale di tutti i lavoratori. Una linea sintetizzata in un libro (pubblicato da Garzanti) edito nel 1945: Con Roma e con Mosca. Per Miglioli è perciò quasi naturale l’impegno nella campagna elettorale del ‘48 all’interno del Fronte Democratico Popolare e la battaglia per evitarne lo scioglimento dopo la sconfitta. Proprio l’ostinata ricerca di un dialogo tra mondo cattolico progressista e mondo comunista, l’impegno per la pace, che Miglioli approfondì attraverso la sua personale amicizia con don Primo Mazzolari e la fondazione del Movimento cristiano per la Pace, è in fondo il filo conduttore che lega l’esperienza di Leonori a quella del suo maestro Miglioli. L’impegno per il mondo contadino e proletario e il dialogo tra Est e Ovest durante gli anni della Guerra Fredda, costituiscono il fronte su cui l’ex partigiano Leonori si impegna nel secondo dopoguerra. In anni in cui essere cristiani comunisti – dopo che la Chiesa aveva emanato la scomunica verso tutti gli iscritti e i sostenitori dei Partiti di ispirazione marxista e quando nel Pci l’essere cattolici veniva ancora visto con sospetto – era particolarmente difficile, Leonori sostenne sempre con forza la linea del dialogo e del confronto. Del resto, se dentro il Partito Comunista Italiano i cristiani comunisti erano una piccola minoranza, costituivano però anche una significativa presenza, grazie anche a personalità come quelle di Franco Rodano, Antonio Tatò, Giglia Tedesco, Adriano Ossicini. “A me piace l’incontro (anche lo scontro se necessario) fra il bianco e il rosso; ma detesto il rosa. Il vino annacquato prende d’aceto”, diceva Miglioli. E Leonori a questa impostazione mantiene sempre fede. Specie quando, nella temperie culturale del confronto tra cattolici di sinistra e comunisti, con il ‘68 alle porte, nell’ottobre del 1967 dà vita, insieme ad Adriano Ossicini di cui nel frattempo era divenuto stretto collaboratore, ad Adista. L’impulso alla nuova testata veniva proprio da quella parte del Pci che sentiva urgente il dialogo con quel mondo cattolico che non si riconosceva nella Dc. Adista si propone di dare voce a quel brulichìo di iniziative che fermenta fra i cattolici dopo il Concilio Vaticano II: sul fronte ecclesiale, combattere la rigidità di una struttura anacronistica e sorda al bisogno di una fede adulta; sul piano politico, opporsi al "dogma" dell'unità politica dei cattolici nella Dc che teneva incatenate energie e sinergie necessarie allo sviluppo sociale e politico del nostro Paese.Nel 1968, su invito di Ferruccio Parri, Ossicini si candida come indipendente nelle liste del Pci e viene eletto senatore nel collegio elettorale di Viterbo. Anche Leonori viene eletto consigliere e assessore alla Sanità del Comune di Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo. Nel 1974, Leonori fa di Adista l’organo propulsivo del cartello dei “cattolici del No” nella campagna per l’abrogazione della legge sul divorzio. Tra essi, Pietro Scoppola, Luigi Pedrazzi, Pierre Carniti, Luigi Macario, Emilio Gabaglio, Carlo Carretto, Giovanni Franzoni, Raniero La Valle, Boris Ulianich, Mario Gozzini, Piero Pratesi, Ettore Masina. Una parte di essi, negli anni successivi, fino al 1992, entrarono in Parlamento come indipendenti eletti nelle liste del Pci, formando all’interno della Sinistra Indipendente un gruppo dalla forte connotazione cristiana e progressista. In questo gruppo parlamentare Leonori svolge il compito di segretario. Nel ‘78 Adista, divenuta frattanto cooperativa, avverte come troppo limitativo il rapporto con la Sinistra Indipendente e con il Pci.Oltre la sinistra istituzionale, infatti, dai gruppi spontanei della Nuova Sinistra nascevano una pletora di riviste, associazioni, movimenti. Leonori e il collettivo redazionale avvertono l’esigenza di dare voce a queste nuove realtà ecclesiali e politiche di base, che iniziavano a muoversi fuori ed al di là delle due “Chiese”, la cattolica e la comunista. Su Adista trovarono perciò sempre maggiore spazio esperienze come quelle delle Comunità di Base, dei Cristiani per il Socialismo, delle lotte di liberazione nel Terzo Mondo, divenendo così punto di riferimento per tutto il mondo cristiano progressista, dal cattolicesimo del fermento a quello del dissenso, dal movimento ecumenico a quello per la pace. In quegli anni Leonori diventa anche presidente della Berliner Konferenz, un organismo internazionale che riuniva uomini e donne dell’Est e dell’Ovest, impegnati nella ricerca di un dialogo sulla pace e la giustizia che abbattesse la cortina di ferro che separava mondo comunista e democrazie liberali.
Leonori lascia la direzione di Adista nel 2001, pur continuandone a seguire con affetto e discrezione il lavoro anche negli anni successivi. Nel suo commiato ai lettori scrisse: “Lascio con la coscienza di aver dato, in Adista e nelle realtà in cui essa è stata presente, il contributo che era nelle mie forze e nelle forze generose e instancabili di quanti, negli anni, mi hanno attorniato”. E su quel contributo di passione, ideali, lotte, Adista intende continuare il suo cammino.
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