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IL GOVERNO TAGLIA I FONDI: SERVIZIO CIVILE PROSSIMO ALLA CHIUSURA. PROTESTANO LE ASSOCIAZIONI

Tratto da: Adista Notizie n° 91 del 20/12/2008

34756. ROMA-ADISTA. Il servizio civile chiude. Almeno se la situazione rimarrà quella attuale, se cioè verrà confermato il drastico taglio dei fondi previsto dalla legge Finanziaria per il 2009. Saranno pagati i giovani che hanno già cominciato il servizio in questi mesi, ma è molto probabile che l’anno venturo non ci saranno più bandi.

Massimo Paolicelli, presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti, lo aveva denunciato sulle pagine di Adista oltre un mese fa (v. n. 77/08): molti giovani desiderosi di fare l’esperienza del servizio civile rischiano ora di restare a casa. Per questo si è mossa ufficialmente la Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile (Cnesc), a cui aderiscono le principali associazioni che impiegano i volontari, fra cui Acli, Caritas Italiana, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Volontari nel Mondo-Focsiv e la salesiana Scs/Cnos.

“La Cnesc è preoccupata e indignata per il taglio drastico delle risorse economiche per il servizio civile”, si legge in un comunicato dell’organizzazione. “Dai 299 milioni stanziati per il 2008 dal precedente esecutivo ai 171 previsti nella Finanziaria 2009: un taglio del 42%, il peggiore della storia del servizio civile nazionale”. “A nulla sono valsi - scrive la Cnesc - gli appelli che ormai da anni gli Enti continuano a lanciare sulla necessità di uno stanziamento minimo di 400 milioni l'anno per un sistema di servizio civile nazionale degno di tal nome che permetta l'avvio di 70.000 - 80.000 volontari l'anno”, che sono comunque numeri ampiamente inferiori alle richieste dei giovani. “A nulla sono valse le numerose ricerche fatte in questi anni da Enti, Università, Istituti di ricerca e dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile”, che “hanno messo in risalto l'alto valore sociale, educativo e culturale del servizio civile nazionale per i giovani che lo svolgono, per i territori e le loro necessità e per la società civile tutta quale strumento di coesione sociale e diffusione di una cultura di cittadinanza attiva, nonviolenza e solidarietà che oggi ci pare sia una delle poche, vere, emergenze nazionali. Gli enti aderenti alla Cnesc sono consapevoli che vi sono molti aspetti del servizio civile nazionale da riformare; la Cnesc da tempo ha avanzato proposte in tal senso ed è disponibile a proseguire un confronto costruttivo con le istituzioni competenti. Ma il taglio delle risorse è un errore che ha come unico effetto l'aggravamento dei problemi esistenti e non la loro risoluzione”.

E per manifestare la loro preoccupazione e il loro dissenso, gli enti della Cnesc hanno lanciato una petizione rivolta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al sottosegretario delegato al Servizio Civile, Carlo Giovanardi, che ad oggi ha raggiunto le 9mila firme: “Siamo favorevoli ad aprire un tavolo per la revisione delle regole – si legge nella lettera –, ma siamo contrari a che questo significhi ripensare il sistema in funzione di risorse così limitate, sancendo l’idea di un servizio civile di nicchia e sul piano culturale sminuendone alcune finalità e la sua storia (l’educazione dei giovani, la difesa della Patria e il legame con la nonviolenza). Criteri, questi, in antitesi con un servizio civile popolare e di reale impatto educativo e culturale sulla società civile. Per questo chiediamo che siano introdotti emendamenti alla legge finanziaria dando al Servizio Civile Nazionale nel 2009 le stesse risorse del 2008” e che “entro il mese di gennaio 2009 siano definiti, con un percorso di piena consultazione dei giovani e degli enti, i contenuti della riforma legislativa per avere dal 2010 un nuovo quadro di certezze”.

Camera e Senato, dal canto loro, hanno approvato due ordini del giorno – promossi da alcuni parlamentari del centro-sinistra – che impegnano il governo a “provvedere a ripristinare uno stanziamento adeguato per il finanziamento del Servizio Civile Nazionale, che permetta di definire un contingente annuo che renda il Servizio un'opportunità e non un privilegio, e di non privare, dunque, il Paese e le comunità locali di tale ricchezza di risorse”. Ma le prospettive non sembrano buone: il governo ha infatti comunicato che non accetterà emendamenti alla Finanziaria. “Tra due anni si chiude, se tutto rimane così”, commenta Licio Palazzini, presidente della Cnesc. “E pensare che nel mondo, in Francia e negli Stati Uniti solo per citare due Paesi, prendono esempio dall’Italia per avviare il loro servizio civile”. (luca kocci)

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