Il coraggio

Tina Anselmi 19/01/2009, 10:39

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 9 del 24/01/2009

“La politica è una cosa bella”. E si può scommettere che Tina Anselmi, classe 1926, staffetta partigiana, prima donna ministro della nostra Repubblica, presidente della commissione di indagine sulla P2, avrebbe sottoscritto lo slogan scelto dai Cristiano sociali del Lazio e dall’associazione LiberAlia per il proprio ciclo di incontri. Sottotitolo della serie – che ha preso avvio lo scorso 4 novembre a Roma, presso la libreria Ave di via della Conciliazione – “Storie, idee e passioni di chi testimonia che fare una buona politica è possibile”.

Tina Anselmi non c’era quella sera, anche se si presentava la sua biografia “Storia di una passione politica. La gioia condivisa dell’impegno” (Sperling & Kupfer). Non si era potuta muovere dalla sua casa di Castelfranco Veneto. C’era però Anna Vinci, coautrice dell’opera e c’erano i senatori Albertina Soliani e Roberto Di Giovanpaolo e la giornalista Annachiara Valle. «Tina Anselmi», ha spiegato la Soliani, «rappresenta il sogno italiano perché ha vissuto alcuni momenti fondamentali della vita politica degli ultimi sessant’anni. E perché, come afferma nel suo libro, da lei viene l’insegnamento che per un cambiamento reale e per il bene comune c’è bisogno dell’impegno responsabile di tutti». La coltivazione paziente dell’inclusione, del bene comune, del camminare insieme. Tanta speranza. Senza però dimenticare le tante inquietudini che vengono, ha detto Annachiara Valle, «non tanto dalle verità ancora non chiarite su tanti misteri del nostro Paese, ma piuttosto dal fatto che dalle verità già accertate non derivino azioni conseguenti». E che Licio Gelli, gran maestro della loggia massonica deviata P2 diventi testimone della storia in una trasmissione televisiva dice quanto ci sia invece bisogno di ridare il palcoscenico ai testimoni veri.