I BAMBINI DEL GHETTO DI GAZA
Tratto da: Adista Notizie n° 10 del 31/01/2009
Ho cercato tra le parole e i titoli imbarazzati dei quotidiani e dei tg nazionali di scoprire se ci sia modo di capire qualcosa della vicenda della striscia di Gaza e mi sembra purtroppo di essere nuovamente di fronte all'ennesimo tentativo di mistificazione della realtà e delle parole. Non c'è il coraggio civile di chiamare le cose con il loro nome e chi ci prova si trova tacciato di "essere dalla parte dei terroristi", sia esso un cardinale della Chiesa cattolica (cardinal Martino: "Gaza come un lager") o un politico del Pd (D'Alema: "Questa guerra formerà un'altra generazione di fondamentalisti")… Chiunque, cioè, provi a mettere in discussione la legittimità di un’azione militare di Israele che deve per forza passare per "legittimo diritto alla difesa".
I fatti, i fatti. I numeri. Mille morti contro dieci non raccontano di una guerra. Possiamo definirla una "spedizione punitiva", un "massacro", una "azione indiscriminata contro i civili", un "genocidio"… ma non una guerra. E terribili sono le giustificazioni.
Israele non si preoccupa nemmeno di negare di avere bombardato coscientemente una scuola rifugio dell'Onu e si giustifica: "Avevamo notizia di terroristi nella scuola". E così in nome della legittimità di difendersi dal lancio indiscriminato di razzi da parte di una organizzazione islamica giustificano tutto: sparare sulle ambulanze; bombardare con gli elicotteri, con gli F16, con le bombe a grappolo, con le bombe al fosforo, bombardare le scuole, i convogli e le sedi dell'Onu sapendo di sparare sui civili… (e questo non è "terrorismo"? Dov'è la differenza?). E poi c'è l'apparato ideologico. Scandalo per le bandiere d'Israele bruciate con esternazioni ed equivalenze da parte del Presidente della Camera (Fini: "Chi brucia le bandiere di Israele è come i terroristi"); le televisioni schierate a sottolineare che è una "guerra contro Hamas"; l'affannosa ricerca di dichiarazioni secondo la logica della "par condicio" (sì, però anche Hamas ha lanciato i razzi!); le sottolineature del presidente della Comunità Ebraica di Roma ("Hamas usa i bambini come scudo").
Poniamo il caso che si abbia notizia della presenza di gruppi di camorristi a Secondigliano. Abitano vicino ad altri, negli stessi quartieri, negli stessi palazzi. Hanno dei figli, dei parenti, dei vicini… che facciamo? Mandiamo i Tornado a bombardare? Gli facciamo sparare dalle portaerei alla fonda nel Golfo di Napoli? Mandiamo i carri armati sulle strade di Napoli? Radiamo al suolo interi quartieri e ci giustifichiamo che c'erano dei camorristi da uccidere? Giustifichiamo l'uccisione dei bambini perché avevano la colpa di essere vicino a dei camorristi o perché nelle loro case c'erano delle armi? Trovereste tutto così normale?
Perché è questo che sta succedendo. Gaza non è molto più grande di un quartiere di Napoli e nessuno trova strano che la quarta potenza militare (e nucleare) del mondo si scagli con tutto il suo potenziale bellico, aviazione, marina, artiglieria, fanteria contro un "ghetto" (con la più alta densità di popolazione al mondo) cinto d'assedio da due anni. Nessuno trova alcunché di riprovevole nel fatto che su mille morti un terzo siano donne e bambini.
A Varsavia, negli anni ‘40, accadde lo stesso. I nazisti chiusero tutti gli ebrei nel ghetto. Chiusero tutti gli ingressi (i valichi). Bloccarono tutte le loro attività economiche. Gli ebrei si organizzarono con i piccoli commerci del contrabbando (i tunnel attraverso i quali passa il cibo e le armi). Qualcuno cominciò ad organizzare la resistenza. Qualche bottiglia molotov (razzi kassan). Al momento stabilito i nazisti decisero di attaccare il ghetto e iniziarono la strage (una legittima azione di difesa della razza!)… Mitragliatrici contro pistole e bottiglie molotov. Carri armati contro le mani nude. Ideologia della razza contro lotta per la sopravvivenza. Il Dio dei nazisti contro il Dio d'Israele. Tutto ciò accadde a Varsavia.
Affermare questo è antisemitismo? Qualcuno può essere legittimamente "anti‑israeliano" senza essere per questo "antisemita"? C'è qualche ebreo nel mondo che possa onestamente riconoscere le nefandezze di uno "stato ebraico" (così definiscono Israele i giornalisti) che non ha mai rispettato neanche una delle risoluzioni dell'Onu nei suoi confronti (l'Iraq è stato bombardato per questo), che viola i più elementari diritti dell'uomo, che affama un intero popolo, lo chiude in un ghetto, lo provoca continuamente e alla fine lo bombarda dal cielo, dal mare e da terra senza lasciare nessuna via di uscita? Questa è la conseguenza del terrorismo o "è" il terrorismo?
Sono un prete cattolico. Prego tutti i giorni con i Salmi dell'Israele di Dio, sogno la Gerusalemme celeste (perché quella terrena è stata nazionalizzata), ma ho fissa nella mia mente e nel mio cuore l'immagine del bambino del ghetto di Varsavia con lo sguardo smarrito e le mani dietro la nuca e trovo che sia sorprendentemente uguale a quella di ogni bambino palestinese (o di qualunque altro popolo) ucciso in nome delle farneticanti teorie di "difesa nazionale" dello Stato ebraico (o di qualunque altro stato, di qualunque ideologia della razza, nazista, ebraica, cristiana o islamica). Conosco la Bibbia e so, cari ebrei d'Israele, che sono i vostri stessi profeti (che sono i nostri) a condannare le vostre azioni… Quella foto vi condanna e vi dice che state usando gli stessi metodi barbari dei vostri antichi oppressori… e non credo che dobbiate tanto temere qualcosa dall'antisemitismo che voi stessi generate (non siete uno stato in pericolo: avete soldi, appoggi politici e potenza quanto basta per garantirvi l'impunità) quanto la "vendetta" del Dio d'Israele che "stronca le guerre" e punisce "tutti gli operatori di iniquità"!
Don Milani, un giorno, mise di fronte ai suoi ragazzi la foto di un uomo con le mani legate dietro la schiena ed inginocchiato a terra mentre un altro uomo gli puntava la pistola alla tempia e chiese bruscamente ai suoi ragazzi: "Tu, da che parte stai?". Non importa la divisa. Un oppressore è un oppressore. Un assassino è un assassino. Un terrorista è un terrorista, sia che lanci i razzi kassan per colpire indiscriminatamente qua e là, sia che piloti un F16 o un carro armato dell'Esercito Israeliano per colpire indiscriminatamente interi quartieri (e, se mai, sono le proporzioni che sono sconcertanti!). Un uomo è un uomo e se c'è da stare dalla parte giusta si deve stare sempre dalla parte del debole, del povero, dell'innocente… dei bambini di tutti i ghetti della storia, che non hanno mai nome, né religione, né appartenenze politiche. I bambini sono bambini e non è colpa loro essere figli di ebrei o di musulmani. Hanno diritto di vivere, sempre. E non si spara ai bambini, mai.
I bambini del ghetto di Varsavia. I bambini del ghetto di Gaza.
* parroco di S. Angelo in Mercole e S. Martino in Trignano (Spoleto)
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