"NOI SIAMO CHIESA": SUPERARE GLI STECCATI PER RIAFFERMARE INSIEME LO SPIRITO DEL CONCILIO
Tratto da: Adista Notizie n° 70 del 27/06/2009
35076. BOLOGNA-ADISTA. (dall’inviato) Una presenza assidua nel dibattito ecclesiale, coronata da alcuni significativi successi; una maggiore attenzione dell’opinione pubblica ai temi proposti dal movimento al dibattito intra ed extra ecclesiale ("pur tenendo conto del permanente isolamento in cui le strutture ecclesiastiche e la stampa cattolica cercano di lasciarlo"); diverse pubblicazioni editoriali, varie iniziative promosse soprattutto in occasione di eventi di particolare rilievo (i 40 anni dalla promulgazione della Humanae Vitae, il Sinodo sulla Parola, il Forum mondiale di Teologia e Liberazione, il Forum Sociale Mondiale, il caso Englaro, la revoca della scomunica ai lefebvriani), un aumento dei aderenti: è il positivo bilancio tracciato da Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di "Noi Siamo Chiesa", nel corso dell’assemblea annuale del movimento, svoltasi all’eremo di Ronzano (Bo) il 14 giugno scorso.
Nel corso del suo intervento, Bellavite ha sottolineato più volte come in pochi mesi il panorama ecclesiale sia profondamente mutato. Siamo di fronte, ha spiegato, ad una stagione di rinnovato fermento e dibattito, il cui segno più evidente è rappresentato dall’incontro di Firenze del 16 maggio scorso, che ha visto la partecipazione di molte realtà ecclesiali di base: "È stato - ha detto Bellavite - veramente qualcosa di ecclesiale in libertà. Le varie anime dello spirito conciliare che, nonostante tutto, ancora circola nel nostro Paese, si sono incontrate. Abbiamo proposto (in un contributo scritto e in vari interventi) che si organizzi un punto di incontro stabile, pluralista, libero da ipoteche gerarchiche. Il dibattito fiorentino è andato in questa stessa direzione. Dovremo discutere bene di queste prospettive". Un’esperienza da proseguire, insomma, e che conforta l’impegno di "Noi Siamo Chiesa", che dell’organizzazione di momenti di confronto tra tutte le realtà conciliari della Chiesa italiana che abbattessero steccati, superassero diffidenze e divisioni, ha sempre fatto una delle ragioni costitutive della sua esistenza. Ora, secondo Bellavite, si tratta di impegnare il movimento in modo tale che il dibattito che si sta sviluppando nelle parrocchie, nelle comunità e nel laicato cattolico possa proseguire ed intensificarsi.
Per realizzare questo auspicio, nel 2007, a dieci anni dalla sua nascita, la sezione italiana di "Noi Siamo Chiesa" aveva deciso di proporre una forma esplicita di adesione. Una sorta di "tesseramento", allo scopo di dotare il movimento di una maggiore stabilità organizzativa. Quest’anno, ha detto Bellavite, "le adesioni formali sono aumentate", pur rimanendo "del tutto inferiori all’area di ascolto e di presenza alle nostre iniziative". Il motivo è presto detto: "Manca ancora, nei nostri circuiti ‘conciliari’, la cultura della opportunità e della necessità di coordinarsi e di organizzarsi" in modo strutturato. Tra le nuove adesioni, significativa quella della teologa Adriana Zarri. Come significativa è stata la presenza ai lavori di Gigi Pedrazzi, una delle voci più autorevoli del cattolicesimo democratico, promotore da alcuni mesi di una iniziativa, "Il nostro ‘58", che intende rilanciare a livello locale la riflessione ed il dibattito sui temi conciliari. La sua presenza (e il suo cordiale saluto rivolto all’assemblea) ha avvalorato quanto rilevato da Bellavite e da altri nel corso del dibattito, circa la possibilità di avviare su nuove basi un dialogo tra tutte quelle componenti del mondo cattolico che si richiamano, pur con diversità di storie, di percorsi e di prassi ecclesiali, all’esperienza conciliare. Tra quelle due anime del laicato cattolico progressista che una volta venivano definite del "dissenso" e del "fermento". E che oggi vivono in egual misura con "disagio" le posizioni di un magistero sempre meno in ascolto dei "segni dei tempi" e il continuo interventismo gerarchico nella sfera politica. Una gerarchia che, ha sottolineato un iscritto di Voghera citando l’ultimo libro di Raniero La Valle (Se questo è un Dio, v. Adista n. 13/08), sconta proprio la contraddizione di non aver voluto realizzare tre espliciti mandati del Concilio: l’apertura al mondo, "con cui la Chiesa si è riconciliata, ma in cui non si è incarnata"; la ricerca di una vera laicità, che interroghi il mondo contemporaneo senza pretendere di "inglobarlo"; la scelta della povertà, che non è semplice rinuncia a ricchezze e privilegi, ma volontà di assumere la condizione degli oppressi e dei diseredati.
Il dibattito si è quindi concentrato sul "che fare" nel breve-medio periodo. Qualcuno ha sottolineato l’esigenza di implementare gli strumenti di collegamento tra le realtà locali del movimento e con l’esterno (specie la mailing list e il sito internet, www.noisiamochiesa.org, che ha fatto registrare negli ultimi mesi un buon aumento dei contatti). Altri hanno auspicato una maggiore presenza del movimento sul territorio per intercettare in maniera più efficace il diffuso senso di insofferenza di cattolici e laici e la richiesta di radicalità evangelica. In ogni caso, è stata confermata l’opinione che "Noi Siamo Chiesa" non debba rinunciare al suo ruolo di movimento di opinione-animazione-pressione dentro e fuori il mondo cattolico, anche se qualche realtà locale vorrebbe accompagnare a questa istanza una maggiore attenzione a momenti di riflessione e di preghiera (posizione resa esplicita in un documento del gruppo di Bologna).
In mattinata, Luigi Sandri ha condotto un’analisi a tutto campo della situazione della Chiesa cattolica, con particolare riferimento ai delicati rapporti ecumenici con la Chiesa ortodossa, mettendo in evidenza le troppe contraddizioni che a suo giudizio, presto verranno a galla costringendo i vertici ecclesiastici - volenti o nolenti - ad affrontare alcuni nodi irrisolti (celibato obbligatorio, ruolo delle donne, rapporto con il mondo secolarizzato, morale sessuale, ecc.). Nel pomeriggio, tavola rotonda su "Esperienze di Chiesa", coordinata da Giovanni Panettiere, durante la quale il movimento si è confrontato con altre esperienze di base del mondo cattolico: quella delle donne delle CdB, presentata da Giancarla Codrignani, quella della comunità di base delle Piagge, a Firenze, animata da don Alessandro Santoro; quella della parrocchia di San Bartolomeo della Beverara di Bologna guidata da don Nildo Pirani. (valerio gigante)
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