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Vescovo spagnolo sul contenzioso con l'Opus Dei: che se la veda la Santa Sede!

Vescovo spagnolo sul contenzioso con l'Opus Dei: che se la veda la Santa Sede!

Il contenzioso fra la prelatura dell’Opus Dei e la diocesi di Barbastro – dove nacque e si formò il fondatore dell’Opus, Josemaría Escrivá de Balaguer, beatificato 17 maggio 1992 da Giovanni Paolo II – a motivo del santuario di Torreciudad è ancora in alto mare. Il santuario, eremo originario della Madonna degli Angeli  cui accedono decine di migliaia di pellegrini l’anno, nel 1962 fu ceduto in perpetuo all’Opus Dei, costi e ricchi ricavi compresi, con in più il diritto di esporre l'immagine della Vergine, che era ed e rimasta di proprietà della diocesi. Per adeguare il contratto del ’62 al nuovo Diritto canonico circa tre anni fa sono state avviate trattative, durante le quali il vescovo di Barbastro, mons. Ángel Pérez Pueyo, rivendicava il santuario per la diocesi, fino a nominarvi un rettore non affiliato all'Opus Dei e a dichiararlo «diocesano» (2023). Se ne indispettì non poco l’Opera, anche perché nel 1975 Escrivá aveva di molto ampliato con altre costruzioni il santuario in Torreciudad. Per cercare una soluzione pacificatrice papa Francesco nominò un commissario pontificio nella persona di mons. Alejandro Arellano (v. Adista Notizie, n. 36/24). Il commissario non ha ancora terminato il suo compito.

Ora però mons. Pérez ha avuto un’idea, l’ha presentata al Vaticano e l’ha diffusa con una dichiarazione (un comunicato stampa sul sito della diocesi) il 1° luglio. Il vescovo chiede che Torreciudad venga «riconosciuto e canonicamente eretto come Santuario Internazionale, sotto la diretta autorità della Santa Sede». La Santa Sede, «in quanto autorità competente, è l'interlocutore responsabile e naturale (costituendo un ambito extraterritoriale)», sottinteso “dell’Opus”. Che questa «può quindi designare liberamente, in conformità con il diritto, il rettore del nuovo santuario». E ancora: «che il nuovo santuario internazionale goda di indipendenza finanziaria dalla diocesi di Barbastro-Monzón e, in quanto dipendente dalla Santa Sede, quest'ultima ne verificherà e approverà i conti, nonché quelli delle aziende e fondazioni che circondano il complesso, rinunciando la diocesi a qualsiasi beneficio o remunerazione da parte loro, nonché a qualsiasi responsabilità patrimoniale o di altra natura che possa derivare dall'origine o dall'esito dei fondi raccolti e delle strutture aziendali create per canalizzarli».

Bisogna ricordare che dietro questa “rinuncia” di tipo economico c’è una storia. L’Opus, proprietaria degli edifici ma anche di tutta l’attività pastorale, turistica ed economica del sito, ha sempre avuto un bel ritorno da questa situazione (solo 2022, 1.230.957 euro), senza corrispondere alla diocesi un contributo se non quello simbolico fissato nel 1962. In più la fondazione che gestiva il sito aveva acquisito, all’insaputa della diocesi, un terreno adiacente con l'intento di costruire un macrocomplesso che ponesse il santuario al livello dei grandi santuari europei. Irritata dal progetto, la diocesi ha allora chiesto un compenso per pellegrino tra i 5 ei 25 euro (il che avrebbe fruttato tra il mezzo milione e i cinque milioni di euro all'anno), ottenendo tuttavia dall’Opus Dei è giunto solo un categorico rifiuto.

Sic stantibus rebus e tornando all’oggi, che con l’Opus Dei se la veda la Santa Sede, propone il vescovo, e si chiuda per noi questa partita!

Epperò il vescovo di Barbastro ha una richiesta da formulare: la restituzione di due oggetti di devozione ai loro luoghi d'origine, «dove sono stati venerati da tempo immemorabile». Si tratta dell'«immagine originale di Nostra Signora degli Angeli di Torreciudad e il fonte battesimale originale della cattedrale».

Pertanto, il complesso di Torreciudad ospiterebbe una «copia fedele», mentre l'immagine originale, «davanti alla quale i genitori di san Josemaría Escrivá de Balaguer portarono il figlio pregando per la sua guarigione», pecisa Aciprensa (1/7/resterebbe nell'eremo originale. Per quanto riguarda il fonte battesimale della cattedrale, il vescovado spiega che è stato trasferito nella Casa Generalizia della Prelatura a Roma, Villa Tevere, e che dovrebbe essere ricollocato nella Cappella del Pantocratore della cattedrale di Barbastro, poiché lì sono stati battezzati «molti martiri» della diocesi, alcuni dei quali sono in fase di beatificazione. Certo l’eremo della Madonna senza la “Madonna” e senza lo storico fonte battesimale…

Reazione della pelatura alla dichiarazione di mons. Pérez? Un brevissimo comunicato (1/7) che sembra chiedere “e che conta se non lo dice il commissario pontificio?”. Queste le parole dell’Opus Dei: «La Prelatura dell'Opus Dei ha preso conoscenza delcomunicato stampa della diocesi di Barbastro-Monzón riguardante la sua proposta riguardante Torreciudad. Come noto, il 9 ottobre 2024 la Santa Sede ha nominato il Vescovo Alejandro Arellano Commissario Plenipotenziario Pontificio per studiare la questione. Negli ultimi mesi, ci siamo resi pienamente disponibili ad assisterlo per qualsiasi sua richiesta e attendiamo la sua decisione».

*Foto ritagliata di Mattana tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

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