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Don Biancalani rimosso dalla parrocchia di Vicofaro e nominato direttore dell’ufficio missionario diocesano. Promoveatur ut amoveatur?

Don Biancalani rimosso dalla parrocchia di Vicofaro e nominato direttore dell’ufficio missionario diocesano. Promoveatur ut amoveatur?

VICOFARO (PT)-ADISTA. Non è più parroco di Santa Maria Maggiore a Vicofaro (Pt) don Massimo Biancalani, il prete che per quasi dieci ha ospitato nei locali parrocchiali centinaia di migranti, perlopiù giovani africani che vivevano in strada perché per loro non c’era posto nel sistema pubblico di “accoglienza”. (v. Adista Notizie nn. 30 e 41/17; 13, 16, 25, 30, 32 e 38/18; 6/19; 21, 39 e 42/20; 1, 3, 14, 31, 36/22; 6, 10, 24 e 27/25; Adista Documenti n. 22/19); Adista Segni Nuovi n. 41/24; 15 e 27/25)

La decisione del vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, è di pochi giorni fa, sebbene non ne sia ancora stata comunicazione pubblica (anzi nel sito web della diocesi don Biancalani resta indicato come parroco di Santa Maria Maggiore a Vicofaro). In due distinti decreti viene disposta la nomina di un nuovo amministratore parrocchiale di Santa Maria Maggiore – consentendo comunque a don Massimo di continuare a esercitare il ministero e celebrare i sacramenti a Vicofaro – e affidato un nuovo incarico a Biancalani: direttore dell’ufficio missionario diocesano (anche in virtù della «sensibilità» e dell’«esperienza» maturata in questi anni di lavoro a contatto con i migranti).

Si tratta, secondo una consuetudine clericale piuttosto diffusa nelle curie, di una rimozione camuffata da promozione, tradotta con l’espressione «promoveatur ut amoveatur» («sia promosso affinché si possa allontanarlo»). Un modo per allontanarlo dalla parrocchia e non affidargliene un’altra, dove avrebbe potuto riprendere l’attività di accoglienza, eventualità che in curia guardano con preoccupazione. E per controllare più da vicino il prete dalla «attitudine disobbediente», come si esprime lo stesso vescovo nel decreto.

Si chiude così la straordinaria esperienza di accoglienza portata avanti da Biancalani, che quasi dieci anni fa, con l’aiuto di un nutrito gruppo di volontari, ha aperto le porte della parrocchia di Vicofaro ai migranti, ospitandoli anche in chiesa, ovvero prendendo sul serio l’invito di papa Francesco a fare della chiesa un «ospedale da campo». Negli anni ci sono stati gli attacchi della destra – dalla Lega di Matteo Salvini, che per primo criticò il parroco sui social, a Fratelli d’Italia, da CasaPound a Forza Nuova – e di sedicenti comitati di cittadini perbene preoccupati più del «decoro» che dell’umanità, e la sostanziale indifferenza della politica, dell’associazionismo e della Chiesa pistoiesi. Anche qualche momento di difficoltà e di tensione legato al sovraffollamento – il numero dei migranti ospitati in alcuni periodi ha raggiunto i centocinquanta –, tuttavia la situazione è sempre stata gestita da don Biancalani e dai volontari del centro di accoglienza, totalmente autogestito e autofinanziato.

A giugno la svolta, con il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi – in gioventù frequentatore di CasaPound ora in Fratelli d’Italia e probabile candidato alla guida della Regione Toscana – che emana un’ordinanza di sgombero per le «gravi condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza» dei locali della parrocchia (v. Adista Notizie n. 24/25). Il vescovo finge di criticare l’ordinanza ma avvia, insieme alla Caritas, il trasferimento dei migranti in otto strutture diocesane, che improvvisamente, dopo dieci anni di inerzia, si materializzano (anche grazie a cospicui finanziamenti arrivati e promessi dall’esterno). E contestualmente manda gli operai a sigillare con pannelli di legno i locali parrocchiali, perché nessuno vi entri. Il primo luglio il violento epilogo: reparti di polizia in tenuta antisommossa inviati dal ministro Matteo Piantedosi – che rivendica l’operazione sui social: «Dopo dieci anni, è stata sgomberata la canonica di Vicofaro, a Pistoia, trasformata in un centro di accoglienza abusivo per centinaia di migranti» – fanno irruzione in parrocchia e portano via gli ultimi migranti che non avevano accettato il trasferimento e che ora sono di nuovo in strada o nei Cpr (v. Adista Notizie n. 27/25).

La Comunità cristiana di base dell’Isolotto di Firenze (insieme alle altre Cdb italiane) scrive al vescovo Tardelli: «Sarà la storia a giudicare chi ha operato nel senso umano ed evangelico di “ero straniero e mi avete accolto” e chi si è voltato dall’altra parte». Decine di associazioni, comunità, gruppi e singole persone, cattoliche e non credenti inviano una lettera aperta a Tardelli – e per conoscenza agli altri vescovi della Toscana e al cardinale presidente della Conferenza episcopale Matteo Zuppi – con una richiesta chiara: «Vicofaro deve riaprire subito» (v. Adista Notizie n. 28/25). Ma la Curia di Pistoia, con una comunicazione bollata dalla cancelleria vescovile, risponde con un secco no: L’accoglienza dei migranti nella parrocchia di Vicofaro non è stata vera accoglienza ma «tradimento del Vangelo», per questo il centro «è stato chiuso» (v. Adista News, 29 luglio 2025).

Ora l’ultimo atto, con l’allontanamento di don Biancalani da Vicofaro. Sempre che il vescovo, a cui don Massimo chiede un incontro chiarificatore, non si lasci ispirare dal Vangelo e ci ripensi.

 

*Foto presa dal profilo Facebook di Don Biancalani - Vicofaro accoglienza Migranti, immagine originale  

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