MATRIMONIO NEUTRO
- La Chiesa luterana svedese discute sulle unioni omosessuali
Tratto da: Adista Contesti n° 94 del 26/09/2009
Tratto dal settimanale francese "Témoignage chrétien" (14/9/2009). Titolo originale: "Les luthériens sué dois face au mariage gay".
In Svezia la questione del matrimonio civile tra omosessuali è stata regolamentata nella primavera scorsa con l’adozione di un nuovo principio: il matrimonio tra due persone è ormai “sessualmente neutro”. Agli occhi dei legislatori non c’è dunque più alcuna differenza tra una coppia eterosessuale, omosessuale o transessuale. L’unione civile che gli omosessuali potevano contrarre fino ad allora era quasi altrettanto vantaggiosa – o restrittiva – del matrimonio. E il numero reale di domande di matrimonio era debole.
Teologia. C’è tuttavia un ostacolo: che fare con le Chiese? In Svezia non c’è separazione stretta tra le Chiese e lo Stato. Praticamente tutte le Chiese e le altre comunità religiose del Paese possono per esempio sposare legalmente delle coppie senza che queste abbiano bisogno di passare prima per il sindaco. In cambio le Chiese devono rispettare la legge. Cosa che gli sarà difficile se lo Stato imporrà loro di sposare le coppie omosessuali che lo chiedano.
La schiacciante maggioranza delle Chiese ritiene infatti per ragioni teologiche che il matrimonio sia riservato a coppie eterosessuali. Così è per la Chiesa cattolica romana, ovviamente, e per tutte le Chiese evangeliche che raggruppano circa il 10% dei cristiani battezzati, ma probabilmente fino al 50% di chi in Svezia si dice “praticante”. Per queste Chiese il problema è risolto: di sposare coppie omosessuali non se ne parla proprio. Preferiscono rinunciare al diritto di sposare piuttosto che far evolvere la loro teologia su questo punto.
Magnanimo, il legislatore ha finito per prendere in considerazione questo caso di coscienza e ha semplicemente chiesto alle Chiese (e alle loro Federazioni) di prendere una decisione esplicita in merito. Così non verrà toccato il loro diritto di celebrare matrimoni di coppie esclusivamente eterosessuali.
Ma il dilemma è particolarmente sentito dalla Chiesa luterana di Svezia, una delle prime e più grandi comunità luterane al mondo con i suoi cinque milioni di membri battezzati. Qui, non ci si preoccupa che di teologia, fosse anche liberale. Storicamente legata allo Stato fino al 2000, questa Chiesa dipende da un vero Parlamento eletto democraticamente con elezioni nazionali dominate dai partiti politici tradizionali (socialdemocratici, destra liberale, centristi, ecc…). Questo Parlamento elegge a sua volta i suoi organi di direzione, dove siedono i 14 vescovi del Paese, ma anche uomini e donne della politica.
È questo Parlamento che prenderà la decisione finale nelle sue prossime sessioni dal 22 al 25 settembre e dal 20 al 23 ottobre. Dato che tutti i partiti in Svezia, ad eccezione delle piccole formazioni di cristiano-democratici e dell’estrema destra, sono favorevoli al matrimonio gay, si può annunciare il risultato: sarà positivo. I vescovi hanno dato il loro parere il 26 agosto. Riuniti in seno al Consiglio per la Dottrina, hanno in maggioranza optato per i matrimoni “sessualmente neutri”. Otto vescovi, tra cui l’arcivescovo di Uppsala, Anders Wejryd, mettono l’accento sull’importanza della complementarietà delle due persone che compongono la coppia. Per loro, questa necessaria complementarietà non dipende dal sesso. Cinque vescovi si sono dichiarati, però, totalmente sfavorevoli a questa idea.
Divisioni. Al di là dei problemi teologici evidenti – nella Bibbia le coppie sono costituite da un uomo e da una donna che, se possibile, allevano dei bambini – questi vescovi lamentano l’assenza di dialogo su questa questione con le altre Chiese (tutte ostili al matrimonio gay) e il forte rischio di divisione. E pongono questa domanda: “Una decisione dello Stato deve determinare il contenuto di qualcosa che concerne la fede, la confessione e l’ordine della Chiesa di Svezia?”. Questa domanda molto laica, ricorrente in seno alla Chiesa, non era mai stata espressa con tale forza da tanti vescovi. L’arcivescovo Wejryd rifiuta però queste lagnanze. Per lui questo dibattito sarà ormai deciso a livello teologico. Il documento che ha firmato conta 2400 parole, cinque pagine. È stato elaborato in qualche giorno e assomiglia molto a un articolo in cui si dibattono idee con molti riferimenti giuridici. Il testo della minoranza dissidente è tre volte più lungo e evoca essenzialmente problemi teologici. Evidentemente questa discussione in seno alla Chiesa di Svezia è lungi dall’essere risolta.
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!