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Conclusa la nostra avventura

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 122 del 28/11/2009

«Qualche volta viene spontaneo di concentrare il pensiero sul futuro, della Chiesa e dell’umanità. Io credo che dobbiamo guardare a questo futuro con fiducia, ed anche con speranza, anche se siamo abbastanza sicuri che le difficoltà ci saranno e non saranno forse minori di quelle che abbiamo avuto fin qui.  Ma dobbiamo guardare con fiducia, senza lasciarci prendere da un atteggiamento che qualche volta rischia di morderci il cuore; in particolare nella vita della Chiesa c’è questa sensazione di un pericolo di riflusso (tutti ne parlano). Questo rischio c’è… Ma non vi preoccupate molto di questo, perché non è questo che conta. Quello che conta è di avere nel nostro cuore e nella nostra azione, nel nostro programma, qualcosa di positivo da proporre. Se noi ci lasciamo mordere il cuore da questo atteggiamento di continuo timore, di sfiducia, di interpretazione sempre un poco parziale… temo che non sapremo costruire. Per costruire ci vuole speranza. Io penso che dovremmo riflettere molto sulle grandi parole di papa Giovanni all’inizio del Concilio: “Ci sono quelli che vedono sempre che tutto va male, e invece noi pensiamo che ci siano tante cose valide, positive”».

Sono parole di Vittorio Bachelet, pronunciate nel 1973, a conclusione dell’Assemblea in cui lasciò, dopo nove anni, la presidenza dell’Azione cattolica.

A queste parole vogliamo accostare una pagina scritta da Aldo Moro nel ’46, su Studium, nella stagione della Costituente: «Coloro che professano il Cristianesimo hanno i doveri più gravi… essi più che tutti hanno da essere sereni, obbiettivi, senza pregiudizi, pronti alla critica, al ravvedimento, al rinnovamento. Essi possono inserire nel complesso delle forze che si contenderanno il potere una forza diversa ed efficace che, senza aspirare al successo immediato, sorregga e illumini tutti coloro che in buona fede vogliono l’avvenire migliore per la patria italiana. I cristiani non sono parte, ma tutto, come tutto è la Chiesa madre delle genti… la loro azione è la più tenue e sfuggente che si possa immaginare, ma la più presente ed efficace…»

Ricordiamo questi pensieri che ci hanno fatto da guida e che appartengono alla più alta tradizione del cattolicesimo democratico nel momento in cui lasciamo la responsabilità di realizzare il fascicolo di Segni Nuovi. Un anno fa ci fu chiesto di dar vita ad un esperimento di dialogo-confronto-incontro fra la tradizione culturale, ecclesiale e politica di Adista e la nostra esperienza nel mondo sociale, culturale ed ecclesiale. Proposta coraggiosa, cui pensiamo di aver corrisposto con altrettanto coraggio.

Al termine di un anno segnato da molta speranza e non poca fatica abbiamo la necessità e il dovere di trarre qualche conclusione. L’esperienza che si è concretizzata nella nascita di Segni Nuovi di Adista è stata a nostro parere interessante ed anche, crediamo, apprezzata. Ma la fatica provocata dalle differenze di punti di vista, riferimenti, metodo e linguaggio ci è apparsa via via troppo grande, pur nel rispetto per le persone che incarnano la esperienza storica di Adista e per il ruolo di informazione non conformista che l’agenzia ha svolto e svolge. Perciò, anche considerando le necessità della situazione di oggi – che esige più vaste prospettive di confronto e maggiore problematicità nel considerare obbiettivi e confini della nostra azione – riteniamo conclusa la nostra “avventura” concretizzata nel dorso settimanale di Segni Nuovi, che riconsegniamo al ceppo storico di Adista augurandoci che non tutto, di questa breve ma intensa esperienza, vada perduto. Anche se non  avremo più la responsabilità di declinarla di settimana in settimana, restiamo convinti che l’idea originaria mantenga la sua validità e sia meritevole di sostegno.

Desideriamo ringraziare tutti quanti ci hanno seguito e aiutato con idee e articoli, amicizia e gratuità, con quanti insomma hanno apprezzato e aderito a questo nostro impegno e ci scusiamo che ora diventi meno visibile; ma potrà continuare anche nel dialogo personale e, chissà, potrà trovare altre forme. L’importante è che resti uno spirito buono e positivo in ciascuno, di comprensione pur nella diversità.   

Angelo, Giampiero, Gigi e Vittorio

angelo.bertani@gmail.com, giampiero.forcesi@tin.it, gmassini@hotmail.com, sammarco@altrimedia.net

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