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Firenze 2 I frutti di Firenze

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 22 del 13/03/2010

Abbiamo partecipato con entusiasmo e speranza alla prima assemblea di Firenze, nel maggio 2009, Il Vangelo che abbiamo ricevuto. E quella partecipazione ha portato frutti nei nostri cammini, sia personali che comunitari. Uno di questi frutti è stato l’incontro tra i componenti di Galilei di Padova, Villa Guicciardini di Firenze e Chicco di senape di Torino, gruppi di credenti ed attività caratterizzate da uno sguardo interrogativo e aperto sulla fede e sulla Chiesa. Ma, a ben guardare, c’è stata un’altra peculiarità: l’incontro ha coinvolto persone intorno ai trent’anni, figli della Chiesa conciliare, forse un po’ distanti dal linguaggio e dalle forme di partecipazione di chi il Concilio preparò e visse. Una generazione in bilico tra il già e il non ancora, tra la consapevolezza di non essere più semplicemente giovani e l’esperienza di essere considerati tali nel mondo del lavoro, nella società e nella Chiesa.

Così, parallelamente al cammino di preparazione verso il secondo convegno fiorentino dello scorso 6 febbraio, Il Vangelo ci libera, e non la Legge, si iniziavano a costruire ponti di conoscenza e comunicazione tra esperienze molto diverse eppure attraversate da domande affini: cosa significa essere cristiano oggi? Cosa vuol dire credere quando il nostro mondo è spesso precario? Quali parole usare per far vibrare l’annuncio ai nostri coetanei? Quali sono le nuove strade da trovare per esplorare i nostri dubbi? Domande eterne e universali, eppure domande con le quali ogni generazione si deve confrontare e non può sfuggire. È nato così il desiderio di creare un’ulteriore occasione per permettere ad una generazione spesso silente nella Chiesa – proprio quella nata dopo il Concilio – di conoscersi e di riconoscersi, ritrovando lo spirito del Concilio nel desiderio di porre delle sollecitazioni e di trovare delle nuove risposte. Il luogo di incontro non poteva non essere che il monastero di Camaldoli, simbolo di dialogo e comunione per chi si interroga sulla fede in maniera onesta e critica.

Il sogno è ambizioso: provare a esercitare tra di noi la capacità di relazione, la fratellanza, la sinodalità, la laicità, l’esercizio della conoscenza, aspetti ritenuti cruciali della situazione ecclesiale italiana, come ha ricordato anche Maria Cristina Bartolomei nel suo intervento all’assemblea fiorentina di febbraio (v. Adista n. 15/10, ndr); cercare di costruire una rete, consapevoli del rischio di perdere ciascuno qualcosa di sé, nell’affidamento alla promessa di riceverne in futuro il centuplo (Mc 10,29-30).

Ci si è dati così appuntamento a Camaldoli nel periodo estivo, per assaporare insieme i diversi linguaggi della preghiera, dell’approfondimento tematico, del dibattito, della conoscenza fraterna. L’idea di fondo è di interrogare la propria fede e la propria appartenenza ecclesiale, confrontando le proprie esperienze e mettendosi in gioco nel confronto reciproco. In un momento in cui molti cristiani sembrano ripiegarsi in modo sterile su un immobilismo identitario che niente comunica ai loro contemporanei, si vuole accogliere la sfida di attraversare le frontiere che dividono credenti da non credenti e, a vari livelli, cristiani da altri cristiani.

Il tema dell’identità del cristiano sarà declinato approfondendo le tematiche della paternità di Dio e delle libertà nella Chiesa, grazie alle relazioni di teologi e teologhe. L’una – la paternità di Dio – è stata scelta per entrare in profondità nel mistero del Padre di cui Gesù di Nazareth ci ha parlato, colui che “si toglie”, lascia spazio affinché l’altro sia, che garantisce e protegge la sua libertà; l’altra – la libertà nella Chiesa – per interrogarsi sul “credere la Chiesa” soprattutto quando in essa si soffre, si dibatte, si lotta, si hanno dubbi e desideri.

La speranza per il futuro è di quella costruire un luogo di riflessione per tutti i cristiani in ricerca, soprattutto coloro che sono stati spinti dal disagio e dalla fatica a vivere ai margini della vita ecclesiale. 

(Per informazioni si può scrivere a Gherardo Pecchioni, coordinatore di Villa Guicciardini, all’indirizzo gpecchioni@gmail.com).

 

* “Chicco di senape” è una rete di persone e di gruppi di credenti, Torino (chiccodisenape.wordpress.com);

“Galilei” è un gruppo cristiano di coscienza critica, Padova (gruppogalilei.wordpress.com);

“Villa Guicciardini” è un gruppodi formazione di giovani fra i 20 e i 35 anni, Firenze

(www.gruppovillaguicciardini.it)

 

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