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DA DOMINATORI A CUSTODI DEL CREATO

Tratto da: Adista Documenti n° 98 del 18/12/2010

Noi donne ed uomini di Messina riuniti per la due giorni biblica, accompagnati dalla Parola di Genesi 2,15, avvertiamo, personalmente e comunitariamente,  come siamo lontani dal vivere la condizione di custodi della nostra Madre Terra, delle creature che la abitano e dell’ecosistema che la sostiene.

Sentiamo quanta violenza e sopraffazione regolino oggi  i rapporti tra gli uomini e l’ambiente che li circonda. In particolare, riconosciamo come l’economia sia retta a livello mondiale, nazionale e locale da logiche fondate sul guadagno ad ogni costo; essa concorre alla distruzione dell’habi-tat, trascurando che invece siamo chiamati a custodire gelosamente, teneramente e amorevolmente quanto abbiamo ricevuto per dono dalla nascita con l’impegno responsabile di mantenerlo, custodirlo e condividerlo con l’uomo di oggi e di domani.

I disastri che sempre più di frequente si verificano in lo-calità lontane (Haiti, Pakistan, ecc.) sembrano accanirsi con i più poveri. Già oggi sono oltre 600 milioni gli esseri umani che subiscono le conseguenze negative di uragani, alluvioni, siccità, scioglimenti di ghiacciai, innalzamento delle temperature. Né i governi mondiali, a Copenhagen ieri, a Cancun oggi (29 nov.-10 dic. prossimo) sembrano mettere in dubbio le scelte che sacrificano interi continenti, le loro popolazioni, le risorse naturali, ritenendo queste illimitate e, comunque, indispensabili per mantenere i livelli di consumo delle nazioni più ricche. Riteniamo che non ci possa essere vera pace senza giustizia sociale e senza redistribuire i beni, le ricchezze, i saperi, le scienze e le tecnologie fra tutti i popoli.

È già tardi forse! Proprio per questo è urgente ascoltare la voce della terra che geme e  operare una conversione ecologica e una conversione dell’economia, come previsto dal-l’Accordo, siglato alla Conferenza dei popoli sul cambiamento climatico e dei diritti della Madre Terra, a Cochabamba, nel cuore della Bolivia. Ci sentiamo, perciò,  vicini a tutte le comunità che nelle diverse parti del mondo lottano per la difesa della terra e per ottenere una vita più umana.

Anche nel nostro Paese, governato da politiche scellerate di sviluppo senza regole, senza programmi, senza attenzione per le aree più arretrate, senza una speranza nel presente e per il futuro senza prospettive per migliaia di giovani senza lavoro, sentiamo come vi sia bisogno di una rinascita, di una nuova stagione che metta al centro della politica e dello sviluppo i principi di uguaglianza, di solidarietà, di sviluppo locale e sostenibile, di restituzione ai meno abbienti di ricchezze immobilizzate, parassitarie e speculative. Tutto ciò nella considerazione che la terra in cui viviamo ci è madre e tutti gli uomini, cittadini e stranieri, sono fratelli e sorelle, come pure le creature animali e vegetali. Costituiscono ancora patrimonio pubblico, cioè della comunità e non dei privati, l’aria e l’acqua, e tali debbono restare per tutta l’umanità. 

Nella nostra città (e provincia), crediamo che le popolazioni colpite dall’alluvione non possano essere lasciate sole, né essere aggirate con vane promesse; mentre vanno accolte, ed in tempi brevi, le richieste di tornare alle loro case, ai loro paesi, al loro lavoro. Vanno fermate immediatamente quelle costruzioni che stanno violentando i nostri torrenti, le nostre colline, abbrutendo il volto della nostra bella città. E come non essere preoccupati del progetto megalomane che vorrebbe costruire un ponte sullo Stretto? Si sciupa ancora denaro pubblico, da oltre un trentennio, a favore  della Società dello Stretto che ha prodotto progetti ormai superati, mai sicuri e, alla fine, inutili per la città e per il Paese.

Noi donne ed uomini di fede, e alla ricerca di un senso di umanità, di fraternità con tutto il creato, pensiamo che vi sia bisogno di politiche e di politici migliori, al governo del Paese, della nostra Regione e della nostra città, più attenti a quei valori della nostra Carta Costituzionale che tra i suoi principi fondamentali iscrive la pace (art. 11 Cost), la dignità umana (art. 2 Cost), l’uguaglianza  e la giustizia sociale (art. 3), il rispetto e la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico (art. 9), la salute (art. 32) e che propone un modello economico ispirato all’interesse generale, alla funzione sociale, e fondato, nelle iniziative sia pubbliche che private, sulla programmazione che sola può orientare a fini sociali (artt. 41, 42, 43 e 44 Cost.).    

Vogliamo scegliere, a partire da noi stessi, di vivere una vita più armoniosa, più sobria nello stile personale e nei consumi, di praticare la raccolta differenziata dei rifiuti e di usare beni che siano eticamente prodotti. Segnaliamo la necessità del credito agevolato per le giovani coppie e le famiglie in difficoltà, sì da sfuggire alla morsa delle mafie che attraverso il pizzo e l’usura soffocano i nostri territori e che producono inquinamenti, monnezze, disoccupazione e morte.

Si renderà necessario, altresì,  interrompere ogni rapporto con le banche “armate” le quali utilizzano i risparmi delle famiglie per finanziare le industrie di guerra o per ripulire denaro sporco delle multinazionali e delle economie illegali.

Invitiamo le nostre comunità a coltivare anche nei confronti dell’ambiente - nell’abitare, nell’accedere ai servizi, nell’uso dei mezzi pubblici, piuttosto che quelli privati, nella riduzione degli sprechi energetici dell’acqua, della luce, dei rifiuti - il senso di responsabilità e il dovere etico e civile, cambiando ogni atteggiamento e comportamento che miri ad ottenere privilegi, favori e accomodamenti, o peggio, il-legalità ed ingiustizie.

 Proponiamo alle famiglie messinesi di dare il loro diretto e personale contributo per prendersi cura degli spazi verdi, delle vie, dei condomini della città perché tutti e ciascuno si possa restituire alla nostra comunità la bellezza che pure ha saputo mantenere, anche dopo eventi tragici e che oggi è minacciata dall’incuria, dalla inciviltà, dalla mala politica e dalla speculazione.

Riteniamo, in sintonia con altre reti sociali in Italia e nel mondo, che occorre in fretta cambiare il sistema se vogliamo che cambi il clima e salvare la casa comune e quanti vi abitano.

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