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CONTRO IL “SACRO” INTERESSE, SI MOBILITANO GLI SFRATTATI DAGLI ENTI ECCLESIASTICI

Tratto da: Adista Notizie n° 10 del 12/02/2011

35980. ROMA-ADISTA. Finita la tregua della sospensione, dal primo gennaio sono ripresi gli sfratti per migliaia di cittadini e famiglie, compresi quelli che occupano, come regolari affittuari, appartamenti di proprietà di enti ecclesiastici: 170mila a rischio in tutta Italia, nei prossimi due anni. Due iniziative, entrambe a Roma, una dell’Unione Inquilini e una di Noi Siamo Chiesa, tentano di ridestare l’attenzione e di affrontare la questione, sia dal punto di civile, sia ecclesiale

La via crucis degli sfrattati
«La via crucis degli sfrattati» è stata promossa dall’Unione Inquilini, davanti al Senato, lo scorso 25 gennaio, per fare pressione sul Parlamento affinché nel decreto «mille proroghe» – emanato a fine anno, ma ora da convertire in legge – venga inserita una nuova sospensione dell’esecuzione degli sfratti per «morosità incolpevole» (come poi ha effettivamente fatto il Pd in commissione, a Palazzo Madama). Ma anche per sollecitare l’intervento del Comune di Roma e chiedere alla Prefettura di non utilizzare la forza pubblica per l’esecuzione degli sfratti.

«Dal 1 gennaio – denuncia l’Unione Inquilini – si è tornati a buttare in mezzo alla strada anziani, portatori di handicap e bambini appena nati, poiché il governo non ha inserito la proroga della sospensione dell'esecuzione degli sfratti, nel decreto milleproroghe di fine anno. Tale provvedimento si sarebbe dovuto riferire a persone alle quali l'esecuzione comporta gravissimi rischi per la propria incolumità fisica e psichica, cioè ultra sessantacinquenni, portatori di handicap e nuclei con al loro interno minori e o malati terminali, circa 2mila nella sola città di Roma». La crisi economica, che ha moltiplicato gli sfratti per morosità – «ormai superano l’85% delle sentenze di sfratto emesse» –, il taglio dei finanziamenti «per l'aiuto all'affitto» e il «sostanziale blocco della costruzione di case popolari» stanno creando «un dramma abitativo nel Paese, a partire dalla capitale, senza precedenti».

Noi Siamo Chiesa: lo scandalo di una Chiesa proprietaria
Sul versante ecclesiale, invece, l’iniziativa del gruppo romano del movimento Noi Siamo Chiesa, che punta il dito contro gli sfratti che si apprestano ad attuare nei confronti dei loro affittuari molti enti ecclesiastici e religiosi. Sfratti per lo più non per morosità, ma per fine locazione: scaduto il contratto, il canone di affitto viene raddoppiato, e talvolta anche triplicato – soprattutto negli immobili nel centro storico di Roma, dove la Chiesa è proprietaria del 25% dell’intero patrimonio immobiliare –, così da costringere l’inquilino ad andare via, spesso dopo decenni trascorsi in quella casa e senza una soluzione alternativa (v. Adista nn. 39 e 79/07; 7, 81 e 90/08).

«Come cristiani adulti, non possiamo più tacere sullo scandalo che stanno vivendo nei quartieri della nostra città molte famiglie, dove il volto solidale della Chiesa che è in Roma viene nascosto dietro l’obiettivo di massimizzare i profitti  derivanti dell’immenso patrimonio immobiliare di enti religiosi e dello stesso Vaticano (Ior, Apsa, Propaganda Fide, solo per citare i maggiori)», si legge nel volantino distribuito a piazza Navona lo scorso 27 gennaio. «È  in corso in modo frazionato, ma progressivo, un’azione di sfratti a larga scala che spesso colpisce persone in stato di bisogno, oppure famiglie in difficoltà, invogliate negli scorsi anni a investire in opere di ristrutturazione sotto la promessa di rinnovi contrattuali periodici. Non  possiamo più tacere e non denunciare che questi provvedimenti vengono adottati prescindendo da qualsiasi accertamento sull’effettivo stato di bisogno, sulla reale possibilità delle famiglie sfrattate di fare fronte ai maggiori oneri, senza avere tentato di concordare con esse soluzioni alternative con spirito di solidarietà umana e cristiana troppo spesso citata, ma di fatto ignorata».

Nei mesi scorsi più volte Noi Siamo Chiesa ha interpellato il card. Agostino Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma, ottenendo assicurazioni di un suo interessamento e rassicurazioni che gli enti ecclesiastici non avrebbero eseguito gli sfratti. «Questo purtroppo non risponde ai fatti di questi giorni», replica il movimento. Alla Chiesa di Roma «chiediamo con forza, come credenti, di porre fine a queste azioni» e di «assolvere a quel ruolo essenziale di testimonianza della carità», altrimenti «la Chiesa istituzione risulterà arricchita finanziariamente, ma gravemente pregiudicata nella sua missione di luce del mondo». (luca kocci)

 

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