Nessun articolo nel carrello

L’ALTRA METÀ DEL CAIRO

- IN EGITTO È IL MOMENTO, PER LE DONNE, DI RIVENDICARE I LORO DIRITTI

Tratto da: Adista Contesti n° 25 del 26/03/2011

TRATTO DAL QUOTIDIANO EGIZIANO INDIPENDENTE DI LINGUA INGLESE DAILY NEWS EGYPT 9 MARZO 2011

TITOLO ORIGINALE: EQUALITY ADVOCATES HARASSED ON INTERNATIONAL WOMEN'S DAY

 

La Million Women March, programmata in piazza Tahrir, per rivendicare la parità di diritti (tra i sessi), è andata in fumo quando manifestanti oppositori si sono infiltrati nella marcia, scandendo slogan e molestando le donne, spingendone alcune anche fuori dalla piazza. Alcuni uomini gridavano: «Il popolo chiede la caduta delle donne» e «Non lo vogliamo laico, l'Egitto è un Paese islamico». Sono scoppiati tafferugli tra donne e uomini manifestanti, con quest'ultimi che sostenevano che «ora non è il momento» per le donne di rivendicare i loro diritti.
Sally, una delle manifestanti, ha dichiarato che un gruppo di uomini, dalla parte opposta alla loro, le aveva derise e insultate. Poi, gli uomini si erano avvicinati e avevano iniziato ad accusarle di essere «agenti straniere» con «fini segreti». Ha raccontato ancora che alcuni avevano cominciato a spingere e sgomitare, quando un altro gruppo di uomini, che manifestava al fianco delle donne, le aveva circondate per proteggerle. Sally ha aggiunto di essere stata spintonata e colpita sulla testa, il suo cartellone strappato. In seguito, era stato consigliato alle donne di lasciare la piazza per la loro incolumità.
«Non siamo state accolte con favore in piazza Tahrir, e questo perché alcuni fuorilegge l'avevano occupata nei giorni passati, con l'eccezione di gruppi giovanili, riformisti e laici», ha spiegato Iman Bebars, attivista per i diritti delle donne.
Rama Maher, partecipante all'iniziativa Donne per il Cambiamento, ha dichiarato che alcuni uomini avevano strappato gli striscioni delle manifestanti e sostenuto che la Sharia islamica non permette alle donne di candidarsi presidente né concede uguaglianza.
Centinaia di donne si sono radunate in piazza Tahrir, rivendicando i loro diritti, per rimarcare l'evento della Giornata Internazionale delle Donne. Bebars vi ha partecipato come  organizzatrice della marcia: «Eravamo euforiche per la rivoluzione, ma poi ci siamo dovute svegliare». «Le donne sono state messe da parte dopo ogni rivoluzione, perciò noi siamo qui per dire: dove sono le donne, perché non sono state incluse nel comitato incaricato di redigere la Costituzione, perché non fanno parte del gruppo di negoziazione con il governo?», e ancora ha rivendicato: «Le donne sono state fianco a fianco agli uomini durante la rivoluzione e dovrebbero continuare ad esserlo ora».
La Million Women March, definita come «un'iniziativa popolare», persegue sei obbiettivi principali, che sono stati stampati sugli striscioni delle manifestanti e distribuiti sui volantini.
I sei punti sono questi: partecipazione femminile alla costruzione del futuro costituzionale, legislativo e politico dell'Egitto; una nuova Costituzione civile che rispetti la cittadinanza, l'uguaglianza e cancelli ogni forma di discriminazione; modificazione di tutte le forme di leggi, inclusa la legge sullo Stato privato/personale, per garantire parità; ridurre la contrapposizione tra il ruolo di madre e tutti gli altri ruoli che la donna può rivestire, sia nella sua vita privata che pubblica; introduzione di dure sanzioni per tutte le forme di violenza verso le donne; riconoscimento della possibilità per le donne di correre per la presidenza.
Giornalisti, artisti e intellettuali erano presenti a Tahrir per mostrare la loro solidarietà alla causa femminile. Bothaina Kamel, presentatrice e ex giornalista televisiva, ha spiegato che le donne stavano invocando tre cose: «Partecipazione, uguaglianza e rispetto». «Solitamente avviene che, durante situazioni di emergenza, donne e uomini stiano mano nella mano, ma poi noi siamo messe in disparte. È esattamente quello che è avvenuto dopo la rivoluzione del 25 gennaio. Perciò, noi siamo qui oggi per ricordare a tutti i nostri diritti».
Hanno preso parte alla marcia vari movimenti e gruppi in difesa dei diritti umani e delle donne. Tra questi, Donne per il Cambiamento, una nuova iniziativa che sta lavorando per diventare un gruppo di pressione a sostegno delle questioni femminili e che vuole accrescere la sensibilità politica verso le donne, facendo pressione e negoziando con i decisori politici a proposito dei disuguali diritti politici e civili riconosciuti alle donne.
«(La marcia) è per le donne una celebrazione, con l'obiettivo di testimoniare che noi siamo ancora qui. A chiunque dica che ora non è il momento per parlare dei diritti delle donne, noi rispondiamo: no, questo è il momento», così ha dichiarato una aderente di Donne per il Cambiamento che ha preferito rimanere anonima. «Il punto è dire che noi abbiamo partecipato e abbiamo avuto un ruolo centrale nella rivoluzione, che ha determinato un cambiamento nel Paese, ma, nonostante ciò, c'è solo una rappresentante donna nella Coalizione del 25 gennaio, che sta trattando con il Consiglio Supremo delle Forze Armate, e solo una donna nel nuovo gabinetto dei ministri», e ha aggiunto che nessuno dei nuovi emendamenti costituzionali introduce norme precise sulle questioni di genere. «Ancora non si rivolge attenzione ai problemi delle donne... C'è ancora molta strada da fare... Eravamo visibili nella rivoluzione, eravamo rappresentate e i nostri sforzi erano ben conosciuti. Se questo dice qualcosa è che ora è il momento di iniziare», ha spiegato.
Durante i 18 giorni della rivoluzione in piazza Tahrir, la partecipazione delle donne è stata evidente. Come la loro controparte maschile, le manifestanti hanno trascorso notti in piazza, hanno affrontato le cariche della polizia, sono state aggredite e si sono difese contro i delinquenti.
L'attivista politica e docente all'Università del Cairo, Laila Soueif, che ha partecipato alla marcia, ha spiegato che durante la rivoluzione il ruolo giocato dalle donne era stato assolutamente visibile e della massima importanza. «Abbiamo lanciato pietre contro i delinquenti e trascorso notti intere in piazza; le dottoresse delle cliniche intorno alla piazza erano estremamente preziose per tutti», ha dichiarato. In ogni caso, riguardo il riflesso sul fronte politico del ruolo rivestito dalle donne, Soueif sostiene che sia «troppo presto per dirlo». «Le imminenti elezioni mostreranno il livello di partecipazione politica delle donne», «prima della rivoluzione le donne si astenevano dalla partecipazione politica ed elettorale, a motivo delle scorrettezze e ingiustizie delle elezioni. In ogni caso, tutto questo sta cambiando e le imminenti elezioni daranno la vera immagine del ruolo delle donne e della loro reale partecipazione e influenza nell'arena politica in Egitto», ha spiegato Soueif.

Emendamenti costituzionali
La Coalizione Egiziana per la Formazione Civica e la Partecipazione delle Donne, che comprende 117 associazioni per i diritti, ha espresso ansie riguardo i recenti emendamenti costituzionali. «Questi emendamenti hanno aperto grandi preoccupazioni all'interno della coalizione perché non hanno realizzato ciò a cui il popolo egiziano ambisce, né hanno dato risposta alle esigenze della rivoluzione», ha dichiarato la coalizione in un comunicato.
Sono stati citati tre articoli emendati che rafforzano la disuguaglianza tra i generi, tra cui il nuovo Articolo 75, che stabilisce che «il presidente egiziano deve essere nato da due genitori egiziani e non può essere sposato con una donna non egiziana. Né lui né i suoi genitori avranno altra nazionalità che quella egiziana. Egli dovrà esercitare i propri diritti civili e politici». Secondo la coalizione, questo articolo limita la candidatura agli uomini soltanto, infatti, una frase come «non può essere sposato con una donna non egiziana» è riferita solo alla sposa dell'uomo, il che implica che il presidente sarà necessariamente un uomo. La coalizione ha suggerito che il testo reciti invece: «Non sarà sposato con un coniuge non egiziano».
Inoltre ha aggiunto che l'articolo 189, riguardante la formazione, al fine di redigere una nuova Costituzione, di creare una costituente attraverso elezioni da parte dell'Assemblea del Popolo e della Camera Alta, «rende la Costituente incline a bilanciare i poteri all'interno del consiglio, dal momento che non prevede norme che assicurino la partecipazione di donne e uomini competenti ma non facenti parte del consiglio». «Il testo è generico, cosa che potrebbe determinare che tutti i membri della costituente siano gli stessi del consiglio. Così la nuova Costituzione non sarà creata per essere il fondamento di un regime costituzionale e di diritto, che è ciò che si desidera per l'Egitto; sarà, invece, creata in base ai poteri dominanti in Parlamento», ha spiegato il comunicato. La coalizione ha suggerito di includere una condizione per cui la costituente conti esperti, esterni a entrambe le camere consigli, e una costituente in cui l'equilibrio di genere dovrebbe essere preso in considerazione «per poter dar voce a donne competenti». n

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.