EVANGELIZZARE LE METROPOLI SCRISTIANIZZATE: BENEDETTA DAL PAPA LA “GRANDE MISSIONE” NEOCATECUMENALE
Tratto da: Adista Notizie n° 15 del 20/04/2013
37122. ROMA-ADISTA. Almeno dal punto di vista della spinta alla “nuova” evangelizzazione, il nuovo pontificato di papa Francesco non sembra discostarsi molto dal precedente. Se non altro per la particolare attenzione alla “riconquista” delle società secolarizzate e scristianizzate e per il forte sostegno all’azione dei movimenti ecclesiali che già sembra manifestare. È partita infatti il 7 aprile scorso, e proseguirà per le 4 domeniche di Pasqua, la “Grande Missione” organizzata dai neocatecumenali come iniziativa specifica del movimento fondato da Kiko Argüello e Carmen Hernandez per l’Anno della Fede proclamato da Ratzinger con la Lettera Apostolica Porta Fidei (e che segue analoghi “anni giubilari” indetti da Benedetto XVI: quello Paolino, dal giugno 2008 al giugno 2009; e l'Anno Sacerdotale, svoltosi dal giugno 2009 al giugno 2010).
L’intenzione dei neocatecumanali è di portare l’annuncio della Parola di Dio nelle piazze di tutto il mondo. Il 7 aprile scorso, durante una celebrazione nella Basilica di San Paolo, il vicario del papa per la diocesi di Roma, il card. Agostino Vallini, alla presenza di circa 10mila aderenti al Cammino e degli stessi membri dell’équipe internazionale che guida questa esperienza, Francisco "Kiko" Argüello, Carmen Hernández e p. Mario Pezzi, ha dato mandato alle circa 500 comunità cittadine del Cammino neocatecumenale di annunciare il Vangelo nella città. L’iniziativa, secondo i promotori, non toccherà solo Roma, ma 10mila piazze, in 120 diverse nazioni. Per quanto riguarda la capitale, le comunità si riuniranno in gruppi di 5, per animare 100 piazze della città, portando con sé un ambone e una croce per creare un ambiente di preghiera e di festa, con canti accompagnati dalle chitarre. Un ragazzo e una ragazza daranno poi la loro testimonianza di cosa ha significato incontrare Gesù nella loro vita; seguirà una catechesi basata su un tema e su domande diverse domenica dopo domenica.
Una metodologia, quella dell’annuncio e della testimonianza pubblica, tipica del Cammino, che ha nel proselitismo e nella missione verso i “gentili” uno degli aspetti che maggiormente connotano la sua attività (suscitando da anni molte polemiche, soprattutto per il proselitismo che i neocatecumenali svolgono anche all’interno delle stesse comunità ecclesiali), attraverso l'invio periodico di preti, “catechisti itineranti”, famiglie in missione e laici celibi in tutto mondo, specie nei Paesi dove più forte è l’ateismo o che, come i Paesi dell’Est, sono stati caratterizzati dall’esperienza comunista. Anche in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani neocatecumenali hanno l’abitudine, durante il loro pellegrinaggio verso i luoghi dei raduni, di percorrere le città cantando accompagnati da cembali e chitarre, annunciando il Vangelo nelle piazze e nelle strade. Del resto, nella seconda tappa del Cammino, i catechisti consegnano ai “catecumeni” il Credo (Traditio Symboli) per poi inviarli, a due a due («Li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi... Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi», recita infatti il Vangelo di Luca, al cap. 10), a predicarlo per le case della parrocchia. In seguito, dopo aver studiato e celebrato articolo per articolo il Simbolo apostolico, gli appartenenti al Cammino restituiscono il Credo alla Chiesa (Redditio Symboli) confessando la loro fede e proclamando il Credo solennemente dinanzi ai fedeli della parrocchia riuniti in Chiesa durante il periodo della Quaresima. Insomma, se la gerarchia ecclesiastica ha scelto di percorrere la forma dell’annuncio pubblico della fede come strumento efficace di evangelizzazione delle realtà urbane, ai neocatecumenali l’esperienza sul campo certo non manca.
L’iniziativa aveva preso corpo già diverso tempo prima dell’elezione del nuovo papa, ma pare che Bergoglio l’abbia accolta con entusiasmo. E non solo per il rilievo con cui il card. Vallini l’ha voluta presentare ed incoraggiare nella celebrazione del 7 aprile: in una intervista di due giorni prima alla Radiovaticana (5/7), Kiko Argüello racconta infatti che «prima di venire al Conclave, l’équipe responsabile dell’Argentina (la responsabile è una donna e si chiama Pilar Antelo) aveva chiesto udienza per presentargli questo progetto. Siccome lui non poteva riceverli perché stava venendo a Roma per il Conclave, lui stesso ha chiamato questa sorella responsabile dell’équipe itinerante e lei gli ha spiegato per telefono (perché il cardinale Jorge Mario Bergoglio era già all’aeroporto per venire al Conclave) perché volevano vederlo, la missione nelle piazze, i cinque incontri. E lui era contentissimo e le ha detto di parlarne con il vescovo ausiliare, di segnalare le piazze e di “contare” sulla sua benedizione e sul suo appoggio». (valerio gigante)
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