Lettera aperta alla cittadinanza
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 23 del 22/06/2013
Anche se l’open day del 4 maggio è stato annullato, noi cittadine e cittadini di Vicenza, che nel corso di questi anni abbiamo manifestato la nostra opposizione alla costruzione di una nuova base di guerra, continuiamo a dire il nostro “no” alla base per denunciare come a Vicenza e in altre Regioni d’Italia, gli statunitensi, che il 25 aprile del 1945 sono entrati nelle nostre città a fianco dei partigiani e degli alleati, siano progressivamente diventati degli occupanti e, come parti significative del territorio della Repubblica vengano sottratte alla sovranità della cittadinanza e acquisite come fossero delle colonie.Continueremo a denunciare ogni forma di complicità con le guerre in corso, a manifestare contro ogni tipo di militarizzazione del territorio, a lottare per una città libera dalle basi di guerra, per l’affermazione di una città di pace.
Vogliamo continuare a denunciare con forza che la costruzione della base statunitense ha sottratto a Vicenza l’ultimo spazio verde, senza che siano state rispettate le direttive europee sui referendum e senza che sia stata attuata la valutazione di impatto ambientale obbligatoria per attuare progetti così invasivi: 700mila metri quadrati con un edificato pari a 800mila metri cubi di cemento che ha prodotto una gravissima lesione all’equilibrio idrogeologico della zona.Vogliamo dire ai militari americani di esaminare la documentazione relativa all’occlusione e alla distruzione del sistema di drenaggio che dal 1929 permetteva il deflusso delle acque piovane dell’area del Dal Molin e dei territori circostanti; di osservare come, a seguito dei lavori per la costruzione della nuova base militare si siano formati degli acquitrini all’interno dell’area adiacente alla base, divenuta ora un “parco acquatico”; di consultare le famiglie dei residenti che ad ogni temporale devono attivare le pompe per evitare allagamenti di abitazioni che non avevano avuto mai problemi prima che si aprissero i cantieri.Vogliamo ribadire che non sono state fornite spiegazioni ai quesiti che a seguito di queste criticità sonostati posti da più parti, comprese le istituzioni. Vogliamo smascherare il regime di servitù militare, un vero e proprio regime di occupazione del territorio e una limitazione della cittadinanza, tanto più offensiva quanto più si pretende che venga considerato una risorsa e un’opportunità.Replica Handbags UK cheap uggs replica watches replica watches uk
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