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Sblocca ipocrisia

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 33 del 27/09/2014

Lo Sblocca Italia serve. Serve tantissimo. Serve a restituire l’esatta “cifra ambientalista” di questo governo, del Partito Democratico e della nuova corte che circonda il segr. pres. del Cons. Matteo Renzi. Con buona pace per Ecodem, malpancisti vari che comunque continuano ad albergare e ad allearsi con quel partito beneficiando della grande asta democratica utile a superare ogni asticella di sbarramento, il “Nazareno” mostra la propria natura anti-ecologista.

L’Italia cambia verso… Regioni come la Basilicata diventeranno finalmente dei piccoli Texas. Novelli Jr (lo ricordate il mitico petroliere di “Dallas”?) scorrazzeranno per le campagne lucane a bordo di Hummer H1 6000 cc. Grazie allo Sblocca Italia, appena firmato dal Capo dello Stato e che presto sarà convertito in legge dal Parlamento Italiano, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestiranno carattere d’interesse strategico e saranno di pubblica utilità, e quindi urgenti e indifferibili. Finalmente qualcuno ha detto basta ai comitatini che intralciano la corsa al petrolio e le trivellazioni e impediscono al nostro Paese di dotarsi di “bomboloni” sotterranei per fronteggiare le crisi energetiche.

Grazie alla dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera, si partirà veloci con l’esproprio e ogni opposizione sarà rimossa, ogni contestazione tacitata, e se gruppi di cittadini e associazioni ambientaliste si ostinano a mettersi di traverso, saranno guai! 

Libertà è Partecipazione. Bellissime le parole di Giorgio Gaber che troviamo spesso nei convegni elettorali dei democratici e agli ingressi delle Feste de L’Unità: sfondi rassicuranti. Ok, belle parole, buone per prendere voti e accontentare la base, ma se sei di intralcio al “manovratore del fare”, interviene la celere. Peggio della Legge Obiettivo (Lunardi-Berlusconi) che per realizzare opere strategiche (come il TAV) ha azzerato ogni forma di partecipazione dei cittadini e di coinvolgimento delle istituzioni locali nelle scelte che interessano territori e comunità.

Nel 1787 Goethe descriveva così il territorio polesano nel suo viaggio in Italia: «Il tragitto, con un tempo splendido, è stato piacevolissimo; il panorama e le singole vedute, semplici ma non senza grazia. Il Po, dolce fiume, scorre fin qui attraverso pianure estese; ma non si vedono che le sue rive a cespugli e a boschetti». 

Nel 1948, la Costituente stabiliva, per preservare la bellezza unica italiana: «La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della nazione».

Nel 2013, l’ISPRA ha certificato in 8 mq al secondo la quantità di terra italiana seppellita sotto il cemento e l’asfalto.

Nel 2014, il governo Renzi accentua ulteriormente la già grave “deregulation” edilizia che ha saccheggiato e devastato territorio e paesaggio di cui tanto ci vantiamo (e che ha romanticamente ispirato poeti e viaggiatori), rimette il turbo a tante grandi opere inutili e dannose che segneranno irreversibilmente le linee del nostro paesaggio e rilancia la svendita di patrimonio demaniale presentandolo all’opinione pubblica come agognata “valorizzazione”.

Tra le pieghe, poi, oltre al danno c’è anche una bella beffa. 

La mirabolante Autostrada Orte-Mestre, 10 miliardi per 400 km di asfalto in territori fragili e bellissimi, densi di Zone a Protezione Speciale e Siti di Interesse Comunitario, da realizzarsi tramite la bacchetta magica chiamata “Project Financing”, aveva un problema: non stava in piedi. Almeno senza la defiscalizzazione. Ed infatti, per questo, la Corte dei Conti aveva imposto uno stop. Ma qui arriva in soccorso lo Sblocca Italia: la defiscalizzazione (che equivale a quasi 2 mld di euro che evidentemente non entreranno nella casse dello Stato) si applicherà anche alla Orte- Mestre. Chissà cosa direbbe Goethe di fronte a cotanta fantasia al potere!

Nel decreto del governo Renzi infine non poteva certo mancare l’accelerata sugli inceneritori che saranno così sbloccati e imposti al pari delle altre opere ritenute strategiche e senza alcun vincolo di bacino. Tradotto: laddove si riducono rifiuti, si ricicla e si riusa, arrivano rifiuti freschi freschi da altri territori. Con tanti complimenti ad amministrazioni locali e cittadini virtuosi…

Spazzando via slides e buone intenzioni di chi predica la sostenibilità, lo Sblocca Italia sarà un utilissimo spartiacque. 

Infatti, da una parte ci saranno i dirigenti ed i fiancheggiatori del partito del cemento, delle privatizzazioni, delle emissioni, della crescita “costi quel che costi”; gli esecutori degli interessi di lobbies, profittatori di ciò che appartiene a tutti. 

Dall’altra parte, da questa parte, ci saranno le forze che non accettano né mai accetteranno che ambiente, salute e beni comuni siano sacrificati insieme agli altri diritti dei cittadini per soddisfare l’avidità di poche persone, di pochi gruppi di potere. Occorre una nuova resistenza, un’alleanza di cittadini, ambientalisti, comitati e comitatini… Occorre unirsi con urgenza.

* Sindaco, dal 2002 al 2012, di Cassinetta di Lugagnano; co-promotore della campagnanazionale “Stop al Consumo di Territorio” e del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio; è consigliere comunale ad Abbiategrasso e autore di “8 mq al secondo. Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento” (Emi, 2014)

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