Nessun articolo nel carrello

Un debito illegale, illegittimo, insostenibile. La verità sui negoziati tra Grecia e Troika

Un debito illegale, illegittimo, insostenibile. La verità sui negoziati tra Grecia e Troika

È dalla culla della civiltà occidentale, la patria della democrazia, della filosofia, dei Giochi olimpici (e della letteratura occidentale, del teatro, della storiografia…) che è arrivata la prima vera risposta dell'Europa dei popoli alle brutali politiche della Troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale), senza peraltro alcuna concessione al populismo di destra. Non è dato sapere se, per l'Europa, si tratti di un punto di non ritorno, né in quale modo il risultato del referendum del 5 luglio – al di là del prezzo pagato da Yanis Varoufakis, dimessosi per facilitare le trattative – condizionerà ora i negoziati tra il governo ateniese e le forze che oggi presiedono alla costruzione europea, sostenute dal governo tedesco e dalla Commissione di Bruxelles. Negoziati che ruotano, come è noto, attorno alla questione della necessaria ristrutturazione del debito pubblico, di cui il governo Tsipras chiede un taglio del 30%. Un debito colossale che, al 31 marzo, ammontava a 312 miliardi di euro, pari al 180% del Pil, e su cui sta facendo luce lo stesso Parlamento greco, il quale, ad aprile, ha insediato un “Comitato per la Verità sul Debito Pubblico”, presieduto dal belga Eric Toussaint del Cadtm (il Comitato per l’annullamento del debito al Terzo mondo) al fine di ricostruire la storia delle origini e della crescita di quel debito, i motivi per cui è stato contratto e l’impatto che le condizioni legate ai prestiti hanno avuto sulla popolazione greca. Una ricostruzione che – come emerge dai risultati del rapporto preliminare del Comitato messi on-line il 18 giugno – permette di sfatare molti luoghi comuni, consentendo anche di rispondere alla questione che molti si sono posti in questi giorni: che fine hanno fatto tutti i soldi dati alla Grecia in questi anni? Domanda a cui Joseph Stiglitz, sul Guardian (29/6), risponde in questo modo: «Praticamente nulla dell’enorme quantità di denaro prestata alla Grecia vi è di fatto andata. È invece andata a pagare i creditori del settore privato, incluse le banche tedesche e francesi». In altre parole, come spiega Andrea Baranes sul sito di Sbilanciamoci (3/7), «i piani di salvataggio altro non sono stati se non una gigantesca partita di giro per mettere al sicuro le grandi banche europee».

Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, il commento di Eric Toussaint (di cui vi riproponiamo anche un articolo sulla vera storia del debito estero che confronta il caso della Grecia con quello della Germania del dopoguerra, a cui l'Europa condonò la maggior parte del debito perché fosse in grado di ricostruire la propria economia) sulla storica vittoria del “No” al referendum greco, apparso su Rebelión (6/7).


La splendida vittoria del No in Grecia

La storica vittoria del No mostra ancora una volta come la cittadinanza greca si rifiuti di accettare il ricatto dei creditori.

Come indica il rapporto preliminare del Comitato per la Verità sul debito pubblico greco, sono vari gli argomenti legali che permettono a uno Stato di ripudiare unilateralmente il proprio debito illegale, odioso e illegittimo.

Nel caso greco, un atto unilaterale può basarsi sui seguenti argomenti:

- la cattiva fede dei creditori che hanno spinto la Grecia a contravvenire alla legislazione nazionale e agli obblighi internazionali legati ai diritti umani;

- la preminenza dei diritti umani sui trattati, come quelli firmati dai governi precedenti con i creditori e con la Troika;

- la coazione;

- le clausole abusive che negano flagrantemente la sovranità greca e violano la Costituzione;

- e, da ultimo, il diritto di uno Stato, riconosciuto dal diritto internazionale, di adottare contromisure rispetto agli atti illegali dei creditori che volutamente minano la sua sovranità fiscale obbligandolo ad assumere un debito odioso, illegale e illegittimo e violando la sua autodeterminazione economica e i diritti umani fondamentali.

Per ciò che riguarda quel debito che risulta insostenibile, ogni Stato ha il diritto di invocare lo stato di necessità in situazioni eccezionali al fine di salvaguardare gli interessi essenziali minacciati da un pericolo grave e imminente. In tale situazione, lo Stato può essere dispensato dal compimento degli obblighi internazionali che accrescono il pericolo, come è il caso dei contratti di prestito pendenti.

Infine, gli Stati hanno il diritto di dichiararsi unilateralmente insolventi quando il servizio sul debito (gli interessi annui che lo Stato deve rimborsare ai suoi creditori, ndt) risulta insostenibile, nel qual caso non si commette alcun atto illecito.

La dignità delle persone vale più di un debito illegale, illegittimo, odioso e insostenibile.

* Nella fotografia, manifestazione di sostegno al "No" per il Referendum greco (Roma, 3 luglio 2015)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.