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Bilanci vaticani: i conti del papa godono di ottima salute

Bilanci vaticani: i conti del papa godono di ottima salute

CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Conti in attivo per il Vaticano che chiude il 2014 con un saldo positivo complessivo di 38 milioni di euro grazie soprattutto ad investimenti finanziari «favorevoli». I bilanci della Santa sede e del Governatorato della Città del Vaticano – predisposti dalla Prefettura per gli affari economici e verificati dai revisori dei conti – sono stati resi noti il 16 luglio dalla Segreteria per l’economia, il “superministero” economico voluto da papa Francesco e guidato dal cardinale australiano George Pell che ha assorbito una serie di competenze fino ad ora distribuite in vari organismi.

E se, come succede spesso, la Santa sede va in rosso – anche perché non dispone di significative possibilità di entrate – e chiude l’anno con perdite per oltre 25 milioni (come il 2013, quando il bilancio segnò -24 milioni), il Governatorato è in attivo di oltre 63 milioni, un utile quasi doppio rispetto al 2013, quando il segno positivo si fermò a +33 milioni (v. Adista Notizie n. 27/14). Quindi considerando unitariamente i risultati dei due bilanci – che del resto sono le due gambe di un unico corpo –, il Vaticano conclude il 2014 con un attivo più che soddisfacente di 38 milioni di euro. Se a questa cifra poi venissero aggiunti anche i risultati positivi dello Ior (che però è un ente autonomo, con una contabilità separata), che nel 2014 ha fatto segnare un utile netto di 69 milioni, e i proventi dell’Obolo di san Pietro (ovvero le offerte al pontefice «per le necessità della Chiesa universale e per le opere di carità» da parte dei fedeli di tutto il mondo) – non si conoscono le somme raccolte nel 2014, ma nel 2013 furono 78 milioni di dollari (57 milioni di euro) – il risultato finale sarebbe ancora più roseo.

Separando i due bilanci, si registra che la Santa Sede, ovvero il governo centrale della Chiesa cattolica mondiale – che comprende tutti gli organismi della Curia, l’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede e i mezzi di comunicazione – nel 2014 ha fatto segnare un deficit di 25 milioni e 621mila euro. Il maggiore capitolo di spesa riguarda il personale, 2.880 dipendenti ripartiti in 64 diversi enti che sono costati oltre 126 milioni di euro. Le cifre non vengono comunicate, ma chiudono in rosso anche i mezzi di comunicazione (Osservatore Romano e Radio Vaticana), mentre sono in attivo il Ctv – il Centro televisivo vaticano che riprende in esclusiva le immagini del papa e degli eventi in Vaticano e le vende alle tv di tutto il mondo – e la Libreria editrice vaticana (Lev), proprietaria dei diritti d’autore sui discorsi e gli scritti del papa e dei papi dell’ultimo cinquantennio (v. Adista Notizie n. 5/06). Su questo fronte è in vista una riorganizzazione, anche per razionalizzare le spese: lo scorso 27 giugno, con un apposito motu proprio, papa Francesco ha creato la Segreteria per la comunicazione, un nuovo dicastero che assorbirà il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali e provvederà ad «una integrazione e gestione unitaria» di tutti i media vaticani (Sala stampa della Santa sede, servizio internet vaticano, Radio Vaticana, Centro televisivo vaticano, L’Osservatore Romano, Tipografia vaticana, servizio fotografico, Libreria editrice vaticana), affidato alla guida di mons. Dario Edoardo Viganò, direttore da tre anni del Centro televisivo vaticano dopo essere stato presidente dell'Ente dello spettacolo e vice direttore dell'Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Confrenza episcopale italiana. Il deficit della Santa sede viene in parte ripianato da «favorevoli investimenti» (non precisati), dallo Ior (che ha versato 50 milioni) e dai contributi di fatto obbligatori, perché previsti dal Codice di diritto canonico (can. 1271), che arrivano dalle circoscrizioni ecclesiastiche di tutto il mondo per il mantenimento del servizio che la Curia romana presta alla Chiesa universale (21 milioni).

Affari ottimi, invece, per il Governatorato della Città del Vaticano, l’organo a cui è affidato il potere esecutivo, l’amministrazione e la gestione del territorio dello Stato vaticano. Il 2014 si è chiuso con un attivo di 63 milioni e 519mila euro. Gran parte delle entrate sono arrivate dai biglietti di ingresso staccati dai musei vaticani e soprattutto da «investimenti favorevoli», anche in questo caso non specificati né in natura né in entità.

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