Nessun articolo nel carrello

Quaresima dentro una tenda in solidarietà coi profughi: l’iniziativa di quattro preti bergamaschi

Quaresima dentro una tenda in solidarietà coi profughi: l’iniziativa di quattro preti bergamaschi

BERGAMO-ADISTA. Eclatante iniziativa, raccontata dal settimanale online della diocesi di Bergamo Santalessandro, di quattro preti bergamaschi: don Alessandro Nava, don Gianluca De Ciantis, don Andrea Testa, e don Emanuele Personeni hanno deciso di fare della Quaresima appena iniziata non solo un’occasione di preghiera e penitenza personali, ma anche di testimonianza e protesta, ponendo all’attenzione della comunità ecclesiale e dell’opinione pubblica locale la drammatica vicenda dei profughi e dei richiedenti asilo politico. «In Quaresima – scrivono in una lettera in cui spiegano le ragioni della loro scelta – noi sacerdoti abiteremo in una tenda allestita sul sagrato della chiesa di Ambivere. Un po’ di cibo. Acqua da bere. Un bagno per lavarci. Un materasso per dormire. È più di quanto molti essere umani possono permettersi». «Staremo in una tenda per dire che non siamo disposti ad accettare un sistema che procura benessere a noi provocando sofferenza a qualcun altro... con questo gesto vogliamo dire che riconosciamo le nostre responsabilità di fronte alla povertà del mondo. E che si può essere felici anche con meno».

Una provocazione, la loro, che tenta di risvegliare le coscienze e suscitare atti e prese di posizione pubbliche che siano coerenti con la propria appartenenza di fede. Don Alessandro e don Gianluca sono rispettivamente parroco e viceparroco di S. Michele Arcangelo, a Mapello; don Andrea è parroco a Valtrighe; don Emanuele amministratore parrocchiale a S. Zenone, in località Ambivere. Il testo che hanno redatto assieme contiene una disamina della situazione di povertà e sperequazione economica e sociale che caratterizza i rapporti Nord-Sud del Mondo, aggravatasi in seguito alla grande crisi economica avviatasi nel 2007. E sottolineano la precisa responsabilità dei Paesi occidentali. «I poveri – scrivono i sacerdoti nella missiva – speravano che l’Europa fosse un luogo dove l’umanità venisse prima della cittadinanza, prima del benessere, prima delle differenze religiose, prima di ogni altra cosa. Si sbagliavano. Il pensiero diffuso è che la loro situazione non dipende da noi che abbiamo già i nostri grattacapi. Al pari dei singoli Paesi europei, anche i diversi settori dell’amministrazione statale scaricano sugli altri la responsabilità adducendo confusione normativa, paventando rischi di terrorismo e brandendo contro i poveri le croniche insufficienze dell’assistenza ai cittadini italiani».

Per questo, spiegano, «staremo in una tenda per dire che non siamo disposti ad accettare un sistema che procura benessere a noi provocando sofferenza a qualcun altro. Si tratta di un segno temporaneo, fino a Pasqua. Poi – aggiungono – si vedrà. In ogni caso bisognerà mettere a punto stili di vita coerenti con questa intuizione. Con questo gesto vogliamo dire che riconosciamo le nostre responsabilità di fronte alla povertà del mondo. E che si può essere felici anche con meno». Del resto, proseguono i preti bergamachi, «se Europa e Stati Uniti dovessero pagare equamente le risorse prelevate dal terzo mondo, i prezzi in casa nostra crescerebbero e dovremmo rinunciare a buona parte delle nostre abitudini consumistiche. Il costo della vita qui da noi è alto ma costerebbe ancora di più se i Paesi poveri potessero mettere al centro della loro economia i loro bisogni invece che i nostri. Per questa ragione nessuno in Occidente sembra prendere sul serio una prospettiva del genere». E se «noi sacerdoti non possiamo rovesciare le sorti dei poveri», possiamo almeno «stare dalla loro parte. Possiamo protestare e progettare azioni concrete nonviolente a favore della Verità e della Giustizia». E se i profughi non hanno diritto a una casa, aggiungono don Alessandro, don Gianluca, don Andrea e don Emanuele Personeni con chiaro riferimento alla tendopoli di Calais, allora «questo diritto non l’abbiamo neppure noi. Non ci sembra un grande affare perdere l’umanità comune che ci lega ai poveri per godere del privilegio della cittadinanza. Essere cittadini è un onore. Ma se deve venire prima della nostra comune umanità allora vi rinunciamo volentieri».

I quattro preti non esitano a criticare nemmeno le amministrazioni e la Chiesa locale: «Si usano i poveri di casa nostra contro i poveri alla nostra porta. A cominciare dalle Regioni fino ad arrivare a moltissime amministrazioni comunali la risposta è sempre la stessa: per loro non c’è posto». In tale contesto (che però ha registrato anche significative eccezioni, come quella di don Enrico D’Ambrosio, parroco a Cenate Sotto, che nel dicembre scorso ha aperto le porte della sua canonica per accogliere cinque giovani africani), rilevano con amarezza: «Le parrocchie e i cristiani bergamaschi non si stanno comportando meglio. Ci pensi la Caritas, dicono. Neppure l’invito dell’amatissimo Papa Francesco riesce a scuoterli».

La grande tenda bianca che spicca in un angolo della piazza di Ambivere, oltre che un segno di protesta e di testimonianza, vuole però essere anche luogo di incontro e di accoglienza. «Nella tenda sarete i benvenuti», scrivono i preti di Mapello, Ambivere e Valtrighe nella loro lettera. Inoltre, sul sagrato della chiesa di Ambivere, sono stati organizzati due incontri di riflessione: uno sulla drammatica situazione del Medio Oriente; l’altro, la sera del 22 febbraio, sulla questione degli armamenti (chi ci guadagna, chi uccide, chi muore); ospite don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.