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Minerali insanguinati: Chiama l'Africa lancia la mostra, per denunciare e sensibilizzare

Minerali insanguinati: Chiama l'Africa lancia la mostra, per denunciare e sensibilizzare

Tratto da: Adista Notizie n° 1 del 07/01/2017

38800 ROMA-ADISTA. “Minerali Clandestini” è il nome della mostra itinerante realizzata da Mario Ghiretti e prodotta da Chiama l'Africa, in collaborazione con Solidarietà-Muungano Onlus (associazione parmense di laici e religiosi impegnati in progetti di accoglienza di migranti e di solidarietà con la Repubblica Democratica del Congo), Rete Pace per il Congo (il gruppo italiano di missionari e missionarie che hanno vissuto in RDC, www.paceperilcongo.it), Maendeleo Italia (altra Onlus vicina alle popolazioni della RDC, con sede a Parma), Fondazione Nigrizia (dei missionari comboniani), Cipsi (rete di Ong italiane), Emmaus Italia e Missione Oggi (rivista missionaria dei padri saveriani). «Una grande installazione e una pubblicazione – dicono i promotori – che parlano di minerali per parlare di cellulari. Un viaggio alla scoperta di guerre e disastri sociali e ambientali in terra d’Africa. Un viaggio per conoscere quello che non è conveniente dire sull’appropriazione delle materie prime e sulla loro utilizzazione. Un viaggio che ci riguarda tutti come consumatori delle nuove tecnologie». Quando infatti acquistiamo uno smartphone o un qualsiasi altro bene tecnologico non sempre conosciamo la filiera dei materiali che sono stati impiegati per realizzarlo: da dove provengono, con quali metodi vengono estratti e commercializzati. Il loro frequente sfruttamento illegale è spesso causa di violazioni dei diritti umani, devastazioni ambientali, violenze e soprusi che costringono le popolazioni locali alla miseria o all'emigrazione forzata. Così il presidente di Chiama L'Africa, Eugenio Melandri, ha ribadito in un comunicato stampa dello scorso 25 novembre: «Siamo cittadini europei. Abbiamo diritto di conoscere le conseguenze delle scelte che facciamo, soprattutto acquistando prodotti tecnologici. Le materie prime utilizzate, infatti, sono spesso all’origine di conflitti armati sanguinosi in aree del mondo ricchissime, dove però la popolazione non gode in alcun modo di questa ricchezza. Dove l’estrazione e la prima lavorazione dei minerali avvengono in condizioni disumane, utilizzando anche i bambini, senza nessuna garanzia e nello sfruttamento più totale dei lavoratori. Dove gruppi armati, finanziati da Stati e multinazionali, schiavizzano la popolazione. Dove, per mantenere posizioni di predominio economico, conflitti e guerre (ad alta o bassa intensità) mietono ogni giorno vittime innocenti, nella più totale indifferenza della politica; dove i minerali estratti vengono contrabbandati da uno Stato all’altro. E tutto in nome del profitto economico elevato a idolo che uccide le persone».

La grande questione dei minerali – cosiddetti “insanguinati”, “clandestini” “conflict minerals”, ecc. – da anni vede impegnati, con opere di sensibilizzazione e con campagne di lobbying, numerose congregazioni missionarie testimoni della quotidiana tragedia che vivono i popoli nelle regioni minerarie, paradossalmente maledetti da tanta ricchezza di materie prime. L'obiettivo non è dunque solamente quello di informare su questo grande buco nero dei diritti umani, ma anche quello di «promuovere il senso civico e di cittadinanza, insieme a un consumo critico delle apparecchiature tecnologiche». Chiama l'Africa ha ideato questa mostra proprio «per denunciare questa situazione e per maturare scelte consapevoli nei nostri acquisti», ma anche «per informare sulla legislazione americana e su quella europea in divenire», che per gli organismi umanitari e religiosi dovrebbero imporre, contro le pressioni delle lobby transnazionali, la tracciabilità e la certificazione obbligatoria di ogni materia prima utilizzata nella produzione di beni realizzati e venduti da imprese Ue.

Su un tappeto in pvc, su pannelli e plance calpestabili per sottolineare l'esperienza del cammino e del viaggio, la mostra presenta le fotografie di Erberto Zani, il suggestivo contributo poetico di Erri De Luca, e anche un paio di specchi verticali occupati per metà da una figura di africani, lasciando l'altra metà al riflesso del passante, che così dovrebbe sentirsi più partecipe dell'esperienza narrata. Per coprire gli ultimi costi di produzione e per diffondere il più possibile la mostra nelle città italiane, i promotori di “Minerali Clandestini” chiedono un piccolo contributo volontario, attraverso i canali “tradizionali” o attraverso la piattaforma di crowdfunding “Produzioni dal basso”, al link http://linkpdb.me/12748. Per ulteriori informazioni, ma anche per richiedere l'invio dei materiale al fine di esporre l'istallazione nella propria città:  tel. 0521/314263, cell. 333/7607605; email: chiamafrica@gmail.com; internet: www.chiamafrica.it, www.facebook.com/chiamafrica. 

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