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Nuovi attacchi contro Amoris laetitia

Nuovi attacchi contro Amoris laetitia

Come riferisce Andrea Tornielli sul sito Vatican Insider, non si placano le polemiche contro l’esortazione apostolica Amoris laetitia (2016). Questa volta, sono tre vescovi delle diocesi latine del Kazakistan ad aprire il fuoco per affermare che non soltanto l’indissolubilità matrimoniale, ma anche la disciplina sacramentale sul matrimonio è «immutabile» e appartiene ai dogmi di fede. I firmatari sono Tomash Peta, arcivescovo metropolita della diocesi di Maria Santissima in Astana; Jan Pawel Lenga, vescovo emerito di Karaganda e Athanasius Schneider, vescovo ausiliare della diocesi di Maria Santissima in Astana. Il documento è stato successivamente sottoscritto anche da due vescovi emeriti italiani - Luigi Negri (già arcivescovo di Ferrara) e Carlo Maria Viganò (già nunzio apostolico negli Stati Uniti) - ai quali si è aggiunto l'anziano cardinale lettone Janis Pujats, già arcivescovo di Riga. Vi si può leggere: «Siamo costretti in coscienza a professare – scrivono i vescovi kazaki - di fronte all’attuale dilagante confusione, l’immutabile verità e l’altrettanto immutabile disciplina sacramentale riguardo all’indissolubilità del matrimonio secondo l’insegnamento bimillenario ed inalterato del Magistero della Chiesa». Si afferma inoltre che l’ammissione dei divorziati in seconda unione all’eucaristia «significa nella pratica un modo d’approvazione o di legittimazione del divorzio, e in questo senso una specie di introduzione del divorzio nella vita della Chiesa», nonché «un mezzo di diffusione» del divorzio stesso. Altrettanto ferma è, infine, la denuncia della confusione provocata nella Chiesa dal documento post-sinodale. Insomma, malumori che si vanno a sommare ai mugugni che abbiamo più volte documentato.  

* foto di Aurelien Guichard, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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