Avanti, nonostante tutto: La Commissione internazionale sulle migrazioni in udienza dal papa
L'ICMC (Commissione internazionale cattolica sulle migrazioni) è una organizzazione internazionale, con sede a Ginevra, che raccoglie i rappresentanti delle Conferenze episcopali e degli organismi cattolici che si occupano di migranti e rifugiati in tutto il mondo. Voluta da Pio XII nel 1951, per far fronte al massiccio spostamento di rifugiati in seguito alla Seconda guerra mondiale, l'ICMC si è riunita a Roma dal 6 ad oggi per un'Assemblea plenaria e per rinnovare le cariche.
«La migrazione – ha detto il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, in apertura dei lavori, il 6 marzo – è vista oggi solo come emergenza, o pericolo, pur essendo ormai divenuto un elemento caratteristico delle nostre società. Papa Francesco ci ricorda che “è necessario un cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti; il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione (che, alla fine, corrisponde proprio alla ‘cultura dello scarto’) ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore” (Messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, 2014)». Altro obiettivo fondamentale, secondo Parolin, è l'opera «d’informazione e di sensibilizzazione nel quale la vostra Commissione può aiutare la Chiesa cattolica a dissipare tanti pregiudizi e paure infondate che riguardano l’accoglienza degli stranieri e – senza nasconderci l’impegno che l’accoglienza richiede sotto molti aspetti – diffondere una percezione equilibrata e positiva della migrazione».
L’impegno della Commissione «si è rafforzato in considerazione delle condizioni disumane in cui versano milioni di fratelli e sorelle migranti e rifugiati in diverse parti del mondo», ha sottolineato anche papa Francesco nell'udienza odierna in chiusura dei lavori. «Così come accadde al tempo del popolo di Israele schiavo in Egitto – ha poi aggiunto – il Signore ascolta il loro grido e conosce le loro sofferenze (cfr Es 3,7). La liberazione dei miseri, degli oppressi e dei perseguitati è parte integrante, oggi come ieri, della missione che Dio ha affidato alla Chiesa».
Dal 1951 ad oggi molte cose sono cambiate, ma la Commissione ha sempre saputo declinare i “quattro verbi” – «accogliere, proteggere, promuovere e integrare», v. il Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018 – in tutto il mondo con attività di informazione, di assistenza e di accoglienza dei migranti. «Auspico che quest’opera continui – ha incoraggiato il papa – animando le Chiese locali a prodigarsi per le persone che sono state costrette a lasciare la propria patria e che diventano troppo spesso vittime di inganni, violenze e abusi di ogni genere». «Il lavoro non è concluso», ha poi ammonito Francesco, consapevole del continuo radicamento delle sottoculture razziste e populiste in segno al mondo occidentale. «Insieme dobbiamo incoraggiare gli Stati a concordare risposte più adeguate ed efficaci alle sfide poste dai fenomeni migratori; e possiamo farlo sulla base dei principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa».
* Foto di Berther, tratta dal sito Flickr, licenza, immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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