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World Water Day. Acqua: diritto riconosciuto ma negato in tutto il mondo

World Water Day. Acqua: diritto riconosciuto ma negato in tutto il mondo

Oggi, 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua, istituita nel 1992 dall'Onu, il quale poi nel 2010 ha anche riconosciuto come diritto umano e inviolabile l'accesso all'acqua potabile. Ben al di là del riconoscimento formale, «l’orizzonte della concretizzazione del diritto all’acqua per tutti si allontana anziché avvicinarsi», ha denunciato ieri Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione CIPSI (il Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale che rappresenta 33 realtà associative, laiche e di ispirazione religiosa). 4 miliardi di persone nel mondo soffrono la carenza di acqua potabile, un bambino su 5 muore per cause legate alla carenza di acqua e di servizi igienico-sanitari adeguati, e in un futuro non troppo lontano anche la maggioranza delle città più popolose del pianeta rischiano di rimanere a secco. «Purtroppo la tendenza prevalente è di abbandono della cultura del diritto all’acqua. Siamo di fronte alla rarefazione dell’acqua per la vita come diritto universale e dell’acqua come bene pubblico». In effetti, aggiunge Barbera, assistiamo sempre più ad una «mercificazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei servizi idrici» tanto che l’acqua, bene scarso, «interessa sempre di più gli speculatori finanziari».

Lo stesso discorso vale anche per l'Italia, che procede a ritmo serrato sul fronte della privatizzazione delle risorse idriche, a livello locale e nazionale, nonostante l'esito dei referendum del 2011: «È stata cancellata la volontà di 25 milioni di italiani che hanno votato ai referendum. Invitiamo tutti coloro che ai referendum hanno scelto l’acqua pubblica a non votare più per nessuna forza politica e nessun amministratore che non rispetta la volontà dei cittadini e che vuole mercificare la nostra vita e i nostri diritti!».

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