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Nigrizia: inconciliabile la fede in Cristo e l'adesione alle politiche di Salvini

Nigrizia: inconciliabile la fede in Cristo e l'adesione alle politiche di Salvini

Ancora una ferma presa di posizione dei missionari comboniani contro le dichiarazioni e le politiche xenofobe del governo. Sull'editoriale di luglio del mensile Nigrizia, i comboniani puntano il dito contro la «fede double face di tanti italiani» che, da un lato, si professano cattolici e, dall'altro, «salvinisti».

La denuncia è senza appello: non da oggi «detestiamo le politiche migratorie del ministro dell’interno Matteo Salvini». «Riteniamo inaccettabile la chiusura dei porti», si legge ancora, e «consideriamo pericolose le parole ostili nei confronti degli stranieri, sovente sulla bocca del ministro, che altro non fanno che alimentare xenofobia e odio razziale».

Ma il problema davvero inquietante, prosegue l'editoriale, è il largo consenso che Salvini riscuote tra le masse, anche di cattolici. Quell'indice di popolarità che pare crescere senza fine ogni volta che il ministro apre bocca. Ma la macchina del consenso leghista, efficiente e collaudata sulla pelle degli ultimi, mette però in luce una grave contraddizione: l'inconciliabilità delle politiche anti-migranti con il Vangelo e «con la posizione di papa Francesco, che non smette di invitare i credenti ad «accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati» (14 gennaio 2018, Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato)».

Il mensile comboniano sottolinea un elemento di debolezza nella proposta cattolica in Italia, che apre spazi al radicamento di questa ed altre contraddizioni: «Esiste una spaccatura interna alla Chiesa. Divisa, per così dire, fra chi sposa i cosiddetti valori “non negoziabili” di vita, famiglia e libertà di educazione, e chi aderisce agli ideali sociali di aiuto ai poveri, di lotta alle disuguaglianze, d’inclusione sociale, di accoglienza dei migranti. Spaccatura che si respira non solo tra i fedeli, ma anche tra il clero, nelle parrocchie».

Tutti credono in Gesù Cristo, afferma Nigrizia, ma accanto ai movimenti per i diritti umani e per l'accoglienza, che pure germogliano copiosi sotto l'ala della Chiesa cattolica italiana, emergono spesso con forza anche visioni della fede più tradizionaliste, moraliste e conservatrici (si pensi a certi movimenti cattolici, al popolo del Family Day, o addirittura ai gruppi lefebvriani e preconciliari o dell'estrema destra cattolica in generale). Per molti la fede non è il luogo della fratellanza universale e dell'apertura ma piuttosto un fortino da difendere contro l'“invasione” delle diversità (di orientamento sessuale, di stili di vita, di fede, ecc.), che per loro arriva anche dal mare. Sono per lo più queste le realtà del “cattolicesimo” italiano che trovano nella Lega – e anche in movimenti come Forza Nuova – una sponda politica per le loro battaglie a livello nazionale e locale.

«In sintesi, c’è sì una fede condivisa in Gesù Cristo, ma che ci trova su fronti opposti quando si affrontano le questioni sociali», sottolinea Nigrizia, rivista che «resta convinta del dovere di ogni cittadino e cristiano di soccorrere e accogliere chi fugge da guerre, dittature e miseria».

Viviamo tutti tempi difficili e precari, ribadisce il mensile dimostrando una certa conprensione delle ragioni della chiusura, ma a pagare il prezzo più alto della nostra domanda di sicurezza «sono sempre gli ultimi».

L'approfondimento di Nigrizia

Invasione degli immigrati

È poi vero, nei fatti, questo slogan in bocca a Salvini e ai suoi sostenitori? No. Negli ultimi anni la presenza straniera è rimasta stabile, se si eccettua un effettivo aumento nel biennio 2014-2015, con lo scoppio delle crisi libica e siriana. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), i migranti arrivati nei primi 6 mesi del 2018 (14.441) sulle coste italiane sono quasi l’80% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017 (64.033). Gli stranieri residenti sono poco più di 5 milioni (su oltre 60 milioni di cittadini), i richiedenti asilo (2017) 186.658 e i rifugiati 167.335. Numeri che ridimensionano il fenomeno, anche se insufficienti a cambiare la testa di molte persone.

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