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Pax Christi: nave Aquarius sotto accusa per «reato di umanità»

Pax Christi: nave Aquarius sotto accusa per «reato di umanità»

FIRENZE-ADISTA. Di nuovo sotto accusa per «reato di umanità». Dopo l’Arci (v. Adista News del 20 novembre) e le Chiese evangeliche italiane (v. Adista News del 21 novembre), anche Pax Christi esprime il proprio sostegno a Sos Mediterranée e a Medici Senza Frontiere la cui nave Aquarius, che “pattuglia” il Mediterraneo per soccorrere i migranti in balia del mare, è stata messa sotto sequestro dalla Procura di Catania per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo.

«Allo sconcerto per la guerra dichiarata contro chi, come Medici senza frontiere, da anni salva migliaia di esseri umani, anche Pax Christi chiede di vigilare e non tacere», si legge in una nota del movimento cattolico per la pace. «Dietro al sequestro della nave Aquarius – continua Pax Christi – non ravvisiamo solo l’ennesima vergogna per un “reato di umanità” che colpisce appassionati e competenti operatori umanitari, ma il segno di un deterioramento del senso stesso di umanità che ritenevamo comune a tutti e principio del nostro ordinamento costituzionale».

La Campagna di Pax Christi “Sulle soglie, senza frontiere” esprime solidarietà a Medici senza frontiere e invita tutti a «vigilare su queste campagne diffamatorie», poiché pare «inquietante l’accusa di collusione criminale con il traffico di rifiuti, dopo che per mesi si è tentata senza esito quella infamante di collusione con i trafficanti di uomini».

Pax Christi «unisce la propria voce alle tante che chiedono, nel rispetto delle autorità giudiziarie, un pubblico riconoscimento dell’altissimo valore delle organizzazioni umanitarie che, a nostro nome, non vogliono abbandonare il Mediterraneo e voltare lo sguardo dalle persone che lì sono in pericolo di vita». E aggiunge anche un invito a tutti i cittadini e le cittadine «affinché non assopiscano la loro coscienza quando alla radio, in tv e nei social sentono queste notizie diffamatorie, ma prendano il coraggio di parlarne con chi incontrano per strada. Altro che “pacchia finita”, come ancora ha commentato il ministro Salvini: oggi è sempre più a rischio l’umanità, la coscienza della comune appartenenza alla famiglia umana che appare, questa sì, finita. Parliamone con coraggio e ringraziamo le migliaia di persone impegnate a custodire questa umanità senza arrendersi alla gogna mediatica».

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