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«La Certosa Trisulti non diventi l’abbazia di Steve Bannon». Marcia di protesta contro il progetti dei teocon

«La Certosa Trisulti non diventi l’abbazia di Steve Bannon». Marcia di protesta contro il progetti dei teocon

COLLEPARDO (FR)-ADISTA. In marcia da Collepardo (Fr) alla Certosa di Trisulti, il 29 dicembre, per tentare di evitare che l’antica abbazia costruita in Ciociaria nel 1204 per volontà di papa Innocenzo III, al secolo Lotario dei conti di Segni – ciociaro anche lui – finisca nelle mani dei teocon di Steve Bannon, già consigliere di Donald Trump (v. Adista Notizie 2/18).

L’iniziativa è stata promossa da Comunità Solidali e patrocinata dal Comune di Collepardo, affinché la Certosa di Trisulti resti un luogo aperto al mondo, interculturale, nella piena disponibilità della comunità locale e degli escursionisti, e non l’avamposto europeo degli integralisti cristiani anglosassoni.

Lo scorso 14 febbraio 2018, quando Dario Franceschini era ancora ministro dei Beni e delle attività culturali, la fondazione Dignitatis Humanae Institute (Dhi) si è aggiudicata la concessione dell’abbazia di Trisulti per 19 anni per un affitto di centomila euro l’anno, dopo che i cistercensi – che lì vicino gestiscono anche l’abbazia di Casamari – per problemi economici restituirono la Certosa al ministero, che l’ha messo a bando, vinto appunto dalla fondazione Dhi.

Sulla matrice integralista e teocon di Dhi non vi sono dubbi. È un’associazione che ha come propria mission «la difesa delle fondamenta giudaico-cristiane della civiltà occidentale »; sul proprio sito internet compare in bella evidenza il volto di Bannon; il suo fondatore e leader è Benjamin Harnwell, conservatore britannico e grande amico di Bannon, ma anche dei “nostri” Rocco Buttiglione e Luca Volonté, rispettivamente “padre fondatore” (founding patron) e “direttore” (chairman) di  Dhi; nel comitato consultivo (advisory board) dell’associazione siedono cardinali ultraconservatori come Francis Arinze, Walter Brandmueller, Raymond Burke (presidente), Malcom Ranjith, Robert Sarah, Angelo Scola ed Elio Sgreccia.

Già nel 2015 Dhi tentò di accaparrarsi la Certosa di Trisulti. Il suo presidente onorario, card. Raffaele Martino, dopo aver incassato l’appoggio di p. Silvestro Buttarazzi (abate di Casamari) e di mons. Lorenzo Loppa (vescovo di Anagni-Alatri, la diocesi in cui ricade Trisulti), scrisse direttamente a papa Francesco, chiedendogli di intercedere presso Franceschini, affinché la assegnasse a Dhi, in spregio a qualsiasi briciola di laicità dello Stato e legalità delle procedure. «La decisione dell’assegnazione formale al nuovo ente che subentrerà nella Certosa alla Congregazione Cistercense di Casamari spetta all’onorevole Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali della Repubblica italiana – si legge nella lettera di Martino al papa –. Ciononostante, i restanti tre monaci della Certosa di Trisulti si sono, in modo insolito, rivolti direttamente a lei, santo padre, chiedendole di indicare una comunità che prenderà il loro posto quando se ne andranno. Alla luce di questo appello inatteso, vorremmo accelerare la procedura di assegnazione e poiché lei è stato pubblicamente coinvolto, le chiedo di pronunciarsi, qualora decidesse di farlo, a favore della candidatura del Dhi. In risposta a questo appello pubblico, santità, Le chiedo umilmente che il cardinale segretario di Stato (Pietro Parolin, ndr) scriva, a suo nome, al ministro Dario Franceschini, comunicandogli che è suo desiderio che la Certosa di Trisulti passi all’Istituto Dignitatis Humanae». Il pontefice, a quanto se ne sa, nemmeno rispose. Ma nel febbraio 2018, Dhi ha vinto il bando pubblico.

Ci provano ora i cittadini e l’amministrazione locale di Collepardo a mettersi di traverso. «È molto triste pensare che la Certosa di Trisulti, un monumento nazionale, un bene demaniale, un sito di valore culturale e spirituale inestimabile, un luogo identitario di un territorio, una tappa di quel cammino tracciato da San Benedetto che oramai è nei cuori di milioni di persone, sia finito nella disponibilità di un clero ultraconservatore legato a Steve Bannon che ha tirato la volata a Trump e che oggi ha frequentazioni proprio con la forza politica rappresentata da Matteo Salvini», spiega Marco Maddalena, segretario regionale del Lazio di Sinistra Italiana (il manifesto 22/12). «La società civile, in provincia di Frosinone, non ci sta. La Certosa di Trisulti non può diventare la “Certosa di Bannon”, il teatro di giochi e affari politici che favoriscono l’intolleranza, l’odio e la discriminazione».

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