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821 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Allarme Oxfam

821 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Allarme Oxfam

Oxfam (Oxford committee for Famine Relief Oxfam, movimento globale di persone che vogliono eliminare l’ingiustizia della povertà) lancia l’allarme sulla grave insufficienza alimentare in molte parti del mondo. La fame, sottolinea nl’organismo in un comunicato del 2 aprile, è frutto di una «crisi provocata dall'uomo: originata da guerre, dall’impatto dei cambiamenti climatici e da un sistema alimentare globale che non risponde efficacemente alle esigenze di tutti».

Comunicato stampa

OXFAM: “La risposta alla fame nel mondo è ancora tragicamente inadeguata”

Oltre 113 milioni di persone nel mondo allo stremo nel 2018. Ancora insufficienti le politiche e gli stanziamenti della comunità internazionale.

Appello urgente all’Italia per un aumento dei fondi per la lotta alla fame

Nel 2018 più di 113 milioni di persone in 53 Paesi del mondo, colpite da gravissime crisi alimentari, sono state vittime di fame e malnutrizione acuta, e sono sopravvissute solo grazie alla distribuzione d’urgenza di cibo e generi di prima necessità.

È quanto emerge dai nuovi dati sulla fame nel mondo pubblicati oggi dal Food Security Information Network, nel nuovo Rapporto globale sulle crisi alimentari.

«Viviamo in un mondo di abbondanza, eppure una persona su nove soffre la fame: si tratta di 821 milioni di persone, mentre 110 milioni di donne, uomini e bambini hanno immediato bisogno di assistenza umanitaria», ha detto Giorgia Ceccarelli, policy advisor di Oxfam Italia. «In poco più di dieci anni, le due crisi globali dei prezzi alimentari del 2007-2008 e 2010-2011 hanno spinto 44 milioni di persone al di sotto della soglia della povertà. Una crisi provocata dall'uomo: originata da guerre, dall’impatto dei cambiamenti climatici e da un sistema alimentare globale che non risponde efficacemente alle esigenze di tutti».

Decenni di politiche inadeguate e lo spettro di un’emergenza permanente

Un nuovo studio di Oxfam mostra chiaramente che siamo di fronte a una crisi globale che parte da lontano e di cui ancora non si intravede la fine, perché le riforme e gli aiuti finanziari messi in campo non hanno raggiunto chi, pur producendo cibo nei paesi poveri, rimane la prima vittima della fame: agricoltori di piccola scala, in particolare donne.

«Decenni di politiche sbilanciate hanno condotto a un’enorme concentrazione del potere di mercato nelle mani di pochi grandi attori dell’industria agro-alimentare. Questo modello non è in grado di garantire la sicurezza alimentare nel mondo e un reddito dignitoso ai produttori di piccola scala e ai lavoratori della filiera. Al contrario, è solo garanzia di rendimento certo per gli azionisti di questi colossi industriali», ha aggiunto Ceccarelli. «Le crisi alimentari del decennio scorso avrebbero potuto essere l’occasione per un cambio di paradigma a supporto dell’agricoltura di piccola scala, ma la risposta politica è stata totalmente inadeguata, I Governi dei Paesi più colpiti hanno realizzato ben poco delle riforme strutturali annunciate, mentre le promesse di aiuto dei paesi donatori non si sono tradotte in investimenti di lungo periodo».

Lo scarso impegno dell’Italia

Per l’Italia, il tema della sicurezza alimentare è sempre stato, almeno nelle intenzioni, al centro dell’azione di cooperazione internazionale, ma ancora oggi l’ammontare di fondi destinato al settore non arriva al 6% dell’APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo).

«Non è più tollerabile che povertà e disuguaglianza continuino a colpire le migliaia di persone, soprattutto donne, impegnate in tutto il mondo a produrre il cibo che arriva ogni giorno sulle nostre tavole. – conclude Ceccarelli - I governi nazionali e i paesi donatori devono moltiplicare i loro sforzi per mettere fine allo scandalo della fame. Sostenere l’agricoltura di piccola scala, e in particolare il lavoro delle donne, è dimostrato essere da due a quattro volte più efficace nel ridurre la fame e la povertà. In questo contesto chiediamo dunque anche all’Italia di confermare lo stanziamento dello 0,30% del Pil in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2020, aumentando di conseguenza le risorse destinate alla lotta alla fame».

Note:

• Il nuovo rapporto di Oxfam "Ten Years after the Global Food Crisis, Rural Women Still Bear the Brunt of Poverty and Hunger " esamina le riforme attuate dopo la crisi dei prezzi alimentari nel 2007-2008 e sottolinea perché non saranno sufficienti per prevenire un'altra crisi e mettere fine alla fame.

• Il prezzo delle materie prime alimentari è cresciuto dell'83% tra l'inizio del 2007 e il maggio 2008. Un rincaro simile nei prezzi dei prodotti alimentari è nuovamente avvenuto tra il 2010 e il 2011. Questi aumenti sono stati determinati da una serie di fattori, tra cui la speculazione sui prezzi alimentari, l'aumento della domanda globale di biocarburanti, la riduzione degli stock alimentari, l’aumento di produzione agricola per usi diversi da quelli alimentari e eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici. Tra le cause strutturali che hanno contribuito al picco dei prezzi alimentari rientrano le politiche di liberalizzazione del commercio agricolo, la concentrazione del mercato agro-alimentate nelle mani di poche grandi aziende, l'emarginazione dei piccoli agricoltori, il declino degli investimenti per l’agricoltura di piccola scala.

Le donne agricoltrici svolgono un ruolo centrale nella lotta all'insicurezza alimentare e alla povertà. In media, rappresentano il 43% della forza lavoro nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, ma in molti paesi sono persino la maggioranza. Tuttavia, le donne producono il 20-30% per cento in meno degli uomini perché spesso devono confrontarsi con barriere che ostacolano il loro accesso agli input di produzione, ai mercati, all'assistenza tecnica, al credito e a molti altri servizi necessari al miglioramento della produzione (tecnologia, formazione ecc.). Ridurre questo gap permetterebbe di incrementare la produzione agricola e di ridurre la fame a livello globale fino al 17%.

• Il nuovo Rapporto globale sulle crisi alimentari mostra come conflitti, insicurezza e l’impatto di eventi climatici estremi, come il ciclone Idai e la siccità in Africa australe, rimarranno nel 2019 le prime cause di insicurezza alimentare e malnutrizione acuta per centinaia milioni di persone

• Le riforme e gli investimenti avviati in risposta alle crisi globali dei prezzi alimentari sono stati inadeguati.  Stime delle Nazioni Unite indicano una carenza strutturale di investimenti nei paesi in via di sviluppo, pari a 260 miliardi di dollari l’anno.

• Oxfam ha analizzato i dati di più di 7.500 progetti di sviluppo in ambito agricolo finanziati dall’ Unione europea e ha rilevato che, contrariamente alle promesse fatte, solo il 2-3% dei fondi europei è stato allocato per la promozione della parità di genere in agricoltura.

• In un rapporto del 2008, la Banca Mondiale afferma che la crescita dell'agricoltura su piccola scala è da due a quattro volte più efficace nel ridurre la fame e la povertà rispetto alla crescita in qualsiasi altro settore.

*Foto tratta da Pixabay License immagine originale e licenza

 

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