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Da custodi a padroni della terra: dossier FOCSIV sul land grabbing

Da custodi a padroni della terra: dossier FOCSIV sul land grabbing

321 persone, difensori dei diritti umani, sono stati uccisi nel 2018 «per essersi opposti alla devastazione e all’inquinamento su grande scala di foreste, terra e acqua, lottando in difesa del Pianeta e del diritto di ciascuno a vivere in un ambiente salubre e sostenibile». A loro è dedicato il rapporto 2019 dal titolo “I padroni della terra”, pubblicato dalla Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario FOCSIV e disponibile al download gratuito. 168 pagine dedicate al tema del land grabbing, l'accaparramento di terra (al 2018, nel mondo, 71 milioni di ettari per un totale di 1800 contratti) «guidato da interessi economici e politici di poteri sovrani ed imprenditoriali che si svolgono al di sopra dei diritti, dei bisogni e delle speranze delle comunità locali».

Soprattutto in Africa e America Latina il fenomeno del land grabbing «si concretizza attraverso l’acquisto, l’affitto sottocosto o l’espropriazione dei terreni alle popolazioni locali per grandi coltivazioni, spesso a monocultura, e per lo sfruttamento di risorse naturali. Il rapporto contiene una serie di informazioni e dati sul tema, raccolti attraverso la fonte Land Matrix, e riporta alcune storie di sopraffazione delle comunità più povere, che non hanno più diritto neanche alla loro terra, alla loro sopravvivenza».

In un mondo sempre più globalizzato e dominato dai grandi interessi finanziari non si fanno i conti con la scarsità e la non rinnovabilità della maggior parte delle risorse che si consumano. «In questo quadro globale, i padroni della terra non sono più i suoi custodi ma ristrette élite politiche, finanziarie ed economiche che decidono dello sviluppo di tutti, sfruttando ed esaurendo beni comuni insostituibili (terra e acqua in primis)».

Il corposo e approfondito rapporto racconta anche numerosi casi emblematici di land grabbing, come quelli in Repubblica Democratica del Congo, Madagascar, Mali, Etiopia e Amazzonia peruviana. Dallo studio dei singoli casi, spiega ancora la FOCSIV, «emerge con forza l’impatto dell’accaparramento delle terre finalizzato all’estrazione di minerali. A questo proposito, in occasione del recente incontro “L’industria mineraria per il bene comune”, papa Francesco è stato molto chiaro con le compagnie minerarie: “L’attenzione alla tutela e al benessere delle persone coinvolte nelle operazioni minerarie, così come il rispetto dei diritti umani fondamentali dei membri delle comunità locali e di coloro che difendono le loro cause sono principi non negoziabili. La sola responsabilità sociale d’impresa non è sufficiente. Dobbiamo assicurare che le attività minerarie conducano allo sviluppo umano integrale di ciascuna ed ogni persona e dell’intera comunità”».

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