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Giura sulla Bibbia bruciata dall'Isis il ministro cristiano del governo curdo

Giura sulla Bibbia bruciata dall'Isis il ministro cristiano del governo curdo

ERBIL-ADISTA. Il nuovo governo della regione autonoma del Kurdistan, guidato dal premier curdo Masrour Barzani, che ha ricevuto l’approvazione del Parlamento, ha giurato il 10 giugno. Simbolico il gesto del cristiano Ano Jawhar Abdulmasih Abdoka, eletto in rappresentanza dell’Alleanza di unità nazionale (fazione assira, siriaca e caldea), che ha assunto l’incarico di ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni: ha prestato giuramento su un’antica Bibbia, un manoscritto risalente a 400 anni fa, bruciata dai jihadisti dello Stato islamico (SI, ex Isis). Un gesto, ha spiegato il politico, secondo quanto riporta AsiaNews oggi, che vuole affermare l’appartenenza cristiana assieme al legame con «la piana di Ninive, l’Iraq, la Mesopotamia e il Kurdistan» («sono le nostre terre», ha detto, come lo erano dei «nostri padri»); vuole «dimostrare che i cristiani resteranno una componente essenziale» della regione, ma vuole anche ricordare le «terribili atrocità» commesse dall’Isis, in particolare contro le minoranze cristiana, yazidi e Kakais nella provincia settentrionale di Ninive, perché «tutti noi - ha specificato - siamo stati colpiti a vario titolo» dai jihadisti. Parlando del proprio ruolo di ministro, ha affermato di voler operare secondo una metodologia «moderna» e «sviluppata». «Siamo molto ottimisti - ha aggiunto - sul fatto di poter lavorare fianco a fianco, nel nuovo esecutivo, assieme al Primo Ministro per garantire servizi sostanziali, attivi e studiati a fondo ai bambini della regione curda».

Molto importante della politica di questo governo è la cesura con il passato, ovvero il superamento della lotta per l’indipnedenza. Lo ha detto Barzani nel discorso inaugurale, aprendo una nuova fase di maggiore collaborazione e rafforzamento dei legami con l’Iraq, una relazione «forte e costruttiva» con il governo centrale mettendo da parte mire indipendentistiche. Sebbene sia «accaduto in passato» quale «riflesso» delle «aspirazioni» di una nazione, non rinnegate tuttavia, «oggi il focus del mio governo – ha detto ancora - sarà quello di creare una rinnovata partnership».

AsiaNews ricorda che alla guida della lotta per l’indipendenza vi era il padre di Masrour, l’ex presidente Masoud Barzani, che ha rassegnato le dimissioni nel 2017 in seguito all’offensiva dell’esercito irakeno contro le mire separatiste della regione autonoma curda. Fra i nodi da sciogliere, ricostruisce ancora l’agenzia, «la decennale disputa per il controllo del petrolio (soprattutto attorno a Kirkuk), la compartecipazione alle entrate, la sicurezza e il controllo del territorio, elementi di un conflitto che si trascina irrisolto dal 2003, all’indomani della caduta del raìs Saddam Hussein».

Da segnalare che il Parlamento della regione del Kurdistan è composto da 111 deputati; i seggi riservati alle minoranze sono 11 e all’interno del nuovo esecutivo - formato da 21 ministri, tre dei quali senza portafoglio - vi sono anche rappresentanti yazidi e di altre etnie minoritarie.

*Foto di Baref00t0rchid, tratta da Pixabay, immagine originale e licenza

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