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"Famiglia Cristiana": il governo, tra propaganda e problemi reali

Il settimanale dei Paolini Famiglia Cristiana, oggi in edicola, dedica un dossier di 4 pagine alle reali emergenze del Paese, troppo spesso “dimenticate” in un agenda politica dettata più che altro dai giochi di potere interni alla maggioranza e dalla dimensione propagandistica dei partiti in eterna campagna elettorale.

Dopo mesi di provvedimenti, post al vetriolo e continui proclami allarmistici contro le ong e sull’emergenza immigrazione, usata come «arma di distrazione di massa», ora i nodi vengono al pettine, scrive Roberto Zichittella: i problemi veri del Paese si chiamano «debole crescita economica, pressione fiscale, ipotizzato aumento dell’Iva per trovare i fondi», e poi «disoccupazione, divario Nord-Sud», ecc.

Tra Russiagate, convocazioni inopportune di sigle sindacali, sgambetti tra alleati, attacchi a mezzo stampa e social media, l’azione di governo è impantanata e soffre di un respiro corto che impedisce una visione lungimirante, così come auspicato da Francesco Occhetta, politologo della Civiltà Cattolica, quando sottolinea che «le politiche dell’emergenza pagano in termini elettorali ma stanno erodendo la convivenza sociale. La politica ha bisogno di costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile, pensare l’economia come una casa da amministrare e non da usurpare, mettendo al centro dei progetti la speranza e non la paura, il microcredito, le diversità dei territori pensate come valore, il Terzo Settore come collante del Paese».

Parte dall’Europa la riflessione di Leonardo Becchetti, professore di Economia all'Università di Roma “Tor Vergata”, nell'approfondimento dal titolo: “Pensieri e proposte per ripartire in autunno senza false promesse”. Secondo il docente, l’Italia dovrebbe approfittare del contesto europeo, ricco di speranze dopo l’elezione di Ursula von del Leyen alla Commissione Ue, la quale ha proposto un programma «decisamente orientato verso un’Europa che si concentri su investimenti, occupazione, sostenibilità ambientale e non solo sul rigore dei conti». Becchetti auspica che anche il governo italiano approfitti di questo nuovo vento europeo e che non sprechi la preziosa occasione sulla scorta di qualche nuova campagna di propaganda antieuropeista.

Il professore invita il governo a proseguire nella lotta all’evasione: «Maggiore crescita e lotta all’evasione possono generare le tante risorse che servono per ridurre le imposte sui redditi ed evitare l’aumento dell’Iva». Chiede poi di fare chiarezza – sempre per andare oltre la propaganda – sulla proposta della cosiddetta “flat tax”, che tanto “piatta” non può essere: un’aliquota al 15% per tutti i redditi sotto i 55mila euro, infatti, avrebbe dei costi davvero insostenibili. Due parole anche sull’aumento dell’Iva: Becchetti propone, se proprio inevitabile, di far crescere l’imposta solo «sui prodotti meno sostenibili socialmente e ambientalmente per dare un segnale importante di politica economica che favorisca lo sviluppo dell’unica economia possibile del futuro, quella della sostenibilità».

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