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Sinodo valdese: corridoi umanitari, un’esperienza profetica

Sinodo valdese: corridoi umanitari, un’esperienza profetica

TORRE PELLICE (TO)-ADISTA. Corridoi umanitari anche in Germania, come quelli che dal 2015 valdesi ed evangelici promuovono in Italia. Lo ha detto la pastora Annette Kurschus, presidente della Chiesa della Vestfalia, in un messaggio ai partecipanti al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, in corso a Torre Pellice (To) fino a venerdì.

Finalmente è stato istituito un corridoio umanitario anche verso la Germania, dal nome “Neustartim Team” (Ripartire in squadra), abbreviato NesT, che in tedesco significa “nido”, ha spiegato Kurschus, che ha riconosciuto il ruolo “pionieristico” svolto dalle Chiese evangeliche italiane. «Su molti punti – ha infatti aggiunto – avete anticipato coraggiosamente ciò che ora è improrogabile. Il vostro impegno a nome dell’Europa intera ci indica il cammino da seguire. Mediterranean Hope,  una rete ecumenica della speranza nel Mar Mediterraneo che non lascia indietro nessuno. Le attività di ricerca e soccorso in mare, a favore delle persone nel Mediterraneo, una delle frontiere più pericolose al mondo. I corridoi umanitari: un’alternativa indispensabile, per la quale vi siete battuti a dispetto di ogni resistenza. Instancabili e tenaci, avete cercato nuove strade con amore fantasioso, le avete spianate e trasformate in passaggi sicuri per i rifugiati più vulnerabili». Ed ora «lavoriamo insieme a voi per far sì che questo programma apra nuove prospettive di vita a tante persone che fuggono dai loro Paesi. La luce nello stemma della vostra chiesa è la luce di Cristo, che non fa sparire magicamente la paura, ma è più forte. Una promessa che, da secoli e fino a oggi, dà al battito di cuore della vostra chiesa la sua forza e la sua costanza a dispetto dei rapporti di potere e delle apparenze». «L'atmosfera che circonda questo Sinodo è speciale, qui ho sentito battere forte il cuore della vostra chiesa. Qui vive una Chiesa che si assume dei rischi», ha concluso la pastora. «Molte chiese, anche in Germania, in questo momento si concentrano principalmente su loro stesse e sulle loro preoccupazioni a proposito della loro stessa sopravvivenza.  Nel frattempo, i populisti di destra giocano in modo infame con le paure delle persone riguardo al futuro. Le minoranze, i migranti e i rifugiati non ricevono protezione né accoglienza. Il rispetto dell’innegabile dignità umana viene sacrificato di fronte a meschini interessi particolari nazionali».

Presente al Sinodo anche l’inviato della Conferenza episcopale italiana, mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Cei. «Voi ci avete aiutato a riscoprire la bellezza e la potenza della Parola, che cambia i cuori e la storia. Mi auguro che essa sia sempre all’inizio e alla fine di ogni nostro impegno, perché senza questo spirito che soffia non ci sarà nessuna trasformazione della storia», ha detto. «Ci troviamo in un tempo difficile, davanti a donne e uomini a volte imprigionati dalla paura e di conseguenza da una rabbia e da un rancore che devono trovare ogni giorno qualcuno con cui sfogare il proprio risentimento, fossero gli stranieri, i rom, i poveracci, oppure persino il vicino o il parente che ti hanno infastidito con il loro comportamento». E anche lui è tornato sull’esperienza ecumenica dei corridoi umanitari, realizzata da Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola valdese insieme a Comunità di Sant'Egidio: «Non è solo un'azione benefica bensì profezia di un mondo, dove le migrazioni fanno parte di quelle tragiche conseguenze di ripetute azioni che stanno mettendo in discussione l'armonia del creato, dove le guerre, la povertà, la violenza e le ingiustizie non permettono a molti di continuare a vivere là dove sono nati e cresciuti».

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