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DENTRO LE MURA / 7: Coronavirus come la guerra? Una precisazione

DENTRO LE MURA / 7: Coronavirus come la guerra? Una precisazione

Dentro le mura

È qui che siamo. Tutti dentro le mura, ospiti forzati delle nostre case per il più alto bene comune, la vita: la dobbiamo proteggere da noi stessi, tutti possibili vettori di un virus che troppo spesso non perdona chi non “sa” resistergli. Costretti i nostri corpi a muoversi lungo perimetri brevi e immodificabili, sono libere le nostre menti di spaziare e sondare profondità che raramente frequentiamo, per mancanza di tempo, di silenzi, di piccole solitudini. Voli di cui ci giungono tracciati sotto forma di testi, riflessioni, lettere, e ai quali Adista apre qui un luogo virtuale perché vi facciano nido, fecondino altre menti, portino pensieri, empatie, confidenze. Il nido non ha porte. Depositate qui i vostri pensieri, li metteremo in rete. Scrivete a info@adista.it mettendo in oggetto “Dentro le mura”. Vi attendiamo!

E se la pandemia durasse quanto l'ultima guerra? 

Antonio Thellung

A seguito del mio scritto su coronavirus e guerra, ho ricevuto diverse reazioni, alcune anche un po' scandalizzate per i paragoni con la guerra. Ora la situazione è molto diversa e i paragoni sono sempre imperfetti, e da parte mia avevo inteso riferirmi a quelli fatti da altri che ripetono: siamo in guerra, è come essere in guerra. Tuttavia, approfondendo il tema, si possono fare alcune riflessioni che mi sembra meritino di essere prese in considerazione.

Oggi la situazione di forzata reclusione sta ancora creando, si può dire, un moderato disagio e un moderato stress. Ma siamo solo all'inizio. Se si protraesse nel tempo per 60 mesi, quanto è durata in Italia la seconda guerra mondiale, credo che i danni socio psicologici potrebbero essere ben più gravi di quelli riscontrati allora. Naturalmente sono convinto e spero anch'io che duri assai meno, ma al momento siamo a livello di auspicio, di fronte all'ignoto senza alcuna certezza.

Quanto ai morti, in quel conflitto in Italia si calcola siano morte circa 400.000 persone, che ripartite mediamente nei 1800 giorni di guerra fa una cifra di circa 220 al giorno, mentre la presente epidemia sta attualmente seminando circa 600/800 morti al giorno. Per sorvolare sulle previsioni a livello globale che sono veramente pesanti.

Durerà poco? Lo spero vivamente, anche perché, personalmente, il tempo che avrò ancora a disposizione è ovviamente assi breve.

In conclusione: da parte mia sono ottimista e non posso perdere la speranza che la durata di questa emergenza sia breve, Ma cerco di essere realista, e sento un brivido per la schiena al ricordo che a quei tempi molti dicevano e ripetevano che la guerra sarebbe stata brevissima (si parlava di guerra lampo).

So che le nostre attuali speranze si basano più che altro su auspici, e penso potranno concretizzarsi solo se tutti (o quasi) saremo ben coscienti e convinti del pericolo che abbiamo davanti

Con i più fervidi auguri a tutti noi.

*Foto tratta da Pixabay immagine orignale e licenza

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