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«Porti chiusi: crimine contro l’umanità». Un appello dei comboniani

«Porti chiusi: crimine contro l’umanità». Un appello dei comboniani

Pubblichiamo di seguito l'appello della Commissione Giustizia & Pace dei Missionari Comboniani al governo e all'Ue sul nodo dei "porti chiusi" da un «criminale» decreto interministeriale a causa della minaccia del coronavirus, in un periodo segnato dalla ripresa dei viaggi della speranza nel Canale di Sicilia e, quindi, dei naufragi.


In queste ore in cui come cristiani e missionari celebriamo nel mondo, in modalità certo stranissime, la festa della Pasqua, che significa liberazione dalle schiavitù della storia, nel Mediterraneo l’ong Sea Watch denuncia il naufragio di un gommone tra Malta e Tripoli. Ci sono dei morti e, al momento, non sappiamo quanti.

Ma è una tragedia annunciata già da ieri dalla stessa ong che aveva segnalato la presenza di 4 barche in pericolo. «Lasciati morire soli nel giorno di Pasqua da un’Europa che parla a vuoto di solidarietà verso le persone che soffrono» tuona la ong oggi.

Questo ci addolora ancora di più in un tempo in cui ormai parliamo solo della pandemia e siamo attanagliati da paura e chiusura. Tre giorni fa un criminale decreto interministeriale ha chiuso di fatto i porti italiani fino al 31 luglio appellandosi all’emergenza coronavirus.

Nel frattempo la nave Alan Kurdi vaga nel Mediterraneo con a bordo 156 persone. Fonti del Viminale fanno sapere che hanno ricevuto assistenza e che sbarcheranno presto in Germania. Troveranno davvero un varco in un'Europa confinata nella paura e latitante in solidarietà? O dovranno ripiegare un giorno su una Libia ormai al collasso?

In questi ultimi giorni il generale Khalifa Haftar a capo dell’esercito libico di liberazione nazionale ha bombardato a Tripoli l’ospedale Al Kadra, scelto come avamposto anti-coronavirus, e il mercato del pesce. Infine ha assediato la città tagliando l’acqua a 3 milioni di abitanti. La guerra di Libia non si ferma con la pandemia e anche noi abbiamo gravissime responsabilità.

Davanti a queste drammatiche situazioni chiediamo:

  • All’Ue, patria dei diritti umani, di organizzare corridoi umanitari e aprire i porti alle navi che salvano i migranti;
  • Al governo italiano di intervenire subito per ritirare il decreto criminale che chiude i porti e di salvare le vite umane nel Mediterraneo;
  • Alla Conferenza Episcopale Italiana di alzare la voce in favore di questi fratelli e sorelle che sono per noi il Cristo crocifisso in cerca di resurrezione;
  • A tutti i cittadini e cittadine di buona volontà e di buon cuore di farsi solidali appoggiando questo appello e la mozione di alcuni parlamentari che stanno chiedendo l’intervento immediato dello Stato per salvare gli altri migranti in pericolo di vita.

Rimbocchiamoci le maniche tutti insieme perché Pasqua sia davvero una liberazione e una festa.

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