
"Jesus": dibattito a più voci sulla Chiesa post-coronavirus
Gabriella Caramore (conduttrice radiofonica e scrittrice), Stella Morra (teologa del Centro Hurtado della Pontificia università Gregoriana), Paolo Naso (professore di Scienza politica alla Sapienza di Roma e membro della Chiesa valdese), Massimo Faggioli (professore di Storia del cristianesimo alla Villanova University di Philadelphia), p. Antonio Spadaro (direttore di Civiltà cattolica): grandi nomi per un dibattito, pubblicato sul numero di maggio di Jesus e curato da Vittoria Prisciandaro, sul tema: “All’indomani della pandemia. La Chiesa che verrà”. Gli esperti interpellati – che saranno anche protagonisti di quattro dirette Facebook promosse dal mensile dei paolini nell’ambito del Festival Biblico di Vicenza – riflettono sulla possibilità di «vivere il tempo della pandemia come un kairós, un’opportunità» per preparare un futuro diverso. «Mentre si discute delle varie fasi che ci attendono – spiega la curatrice – la domanda che attraversa ciascuno riguarda il come usciremo da questo periodo. Saremo cambiati, “nulla sarà più come prima”, si dice. Questo vale anche per il modo in cui le persone vivranno la ricerca spirituale e la pratica religiosa. E dunque anche per la forma che prenderanno le Chiese cristiane e le comunità di fede in generale».
P. Spadaro: «Ci stiamo rendendo conto che il mondo non è in crisi oggi, ma lo era prima, e quello che stiamo vivendo oggi è il frutto di quella crisi. Allora immaginare la Chiesa come ospedale da campo, come dice papa Francesco, significa immaginare una Chiesa che sta nel mondo come segno profetico per un futuro diverso».
Caramore: «La dimensione religiosa è di fronte a un bivio: restare in un anacronismo incolmabile o riformulare il significato profondo della fede».
Morra: «Qual è la parola del Signore che in questa transizione culturale ci sta raggiungendo? È questa la domanda che, oltre al Papa che se la pone, tutta la Chiesa deve farsi».
Naso: «Abituiamoci a un’articolazione del fenomeno religioso assai più vivace, plurale e conflittuale di quanto non abbiamo visto in tempi recenti».
Faggioli: «L’ansia dei cristiani e dei cattolici americani per riaprire le chiese deriva anche dal fatto che ogni chiesa deve “stare sul mercato”: sospendere la liturgia vuol dire tagliare l’afflusso di offerte, che è il solo modo in cui le chiese vivono qui. La crisi economica che seguirà la pandemia, negli Usa spazzerà via una serie di Chiese che servono le comunità più deboli».
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