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Acqua e nucleare: mobilitazioni per i 10 anni dei referendum traditi

Acqua e nucleare: mobilitazioni per i 10 anni dei referendum traditi

Il 12 e 13 giugno 2011, dopo una lunga mobilitazione della società civile, gli italiani sono stati chiamati a votare i referendum su acqua pubblica e nucleare. Con una schiacciante maggioranza di 27 milioni di voti favorevoli si è parlato allora di una «vittoria storica», che avrebbe dovuto costringere «ad un passo indietro chi per decenni ha imposto privatizzazioni e estrattivismo». E invece, a 10 anni da quel voto, si legge in una nota dell'8 giugno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, «in piena pandemia, quella vittoria basata sulla difesa dei beni comuni e sull’affermazione dei diritti di tutti/e sui profitti di pochi, ha un significato ancora più attuale».

E questo perché «da dicembre 2020 l’acqua, al pari di una qualsiasi altra merce, è stata quotata in Borsa. Un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori e popolazioni, e costituisce una grave minaccia ai diritti umani fondamentali». Non solo: più di recente, infatti, «la cosiddetta “riforma” del settore idrico contenuta nel Recovery Plan, così come aggiornato dal governo Draghi, punta ad un sostanziale obbligo alla privatizzazione, in particolare nel Mezzogiorno». Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) di Mario Draghi, denuncia il Forum, «risulta in “perfetta” continuità con l’azione dei governi precedenti, tesa a disconoscere e tentare di cancellare l’esito referendario: un ulteriore incentivo verso la gestione mercantile dei beni comuni, un evidente vulnus democratico per il mancato rispetto della volontà popolare. È una risposta del tutto errata alla crisi sindemica, riproponendo le stesse ricette che hanno contribuito a crearla».

Secondo i movimenti per l’acqua pubblica, che in questi 10 anni si sono attivati in campagne a difesa della volontà popolare espressa nel 2011, la crisi attuale – che è, insieme, sanitaria, climatica, economica e sociale – impone «una radicale inversione di rotta che metta al centro la tutela dei beni comuni in quanto elementi fondanti le comunità e la società, che garantisca una reale transizione ecologica, un'efficace azione di contrasto ai cambiamenti climatici e una fuoriuscita dai combustibili fossili e che garantisca a tutte/i i diritti fondamentali, a partire dal diritto all'accesso all'acqua, dal diritto alla salute, dal diritto ad un ambiente salubre, dal diritto ad un lavoro sicuro e non precario, dal diritto alla casa per uscire finalmente dall’emergenza abitativa».

Al contrario il Pnrr, grande occasione per imprimere la svolta necessaria al Paese, è stato piegato agli interessi delle lobby, rilanciando i processi di privatizzazione, in barba al risultato referendario di 10 anni fa. Per questo, dice il Forum, «oggi più di ieri è importante riaffermare il valore universale dell'acqua come bene comune e la necessità di una sua gestione pubblica e partecipativa come argine alla messa sul mercato dei nostri territori e delle nostre vite».

Per quanto riguarda il nucleare, aggiunge il Forum, «chiediamo di completare con il “deposito nazionale” – area di stoccaggio dei rifiuti nucleari, che verrà individuata probabilmente l’anno prossimo se si troverà un accordo con gli enti locali disposti ad accoglierla – il recesso da ciclo nucleare risolvendo in modo razionale e partecipato con le comunità locali l'eredità radioattiva di una stagione infausta». Il Forum deplora poi ogni «ipotesi di rilancio del nucleare sotto ogni forma sia per la produzione di energia elettrica che della filiera dell’idrogeno. Continuiamo a batterci contro il nucleare civile e militare in ogni sede europea e internazionale».

In occasione del decennale dei referendum, comitati e movimenti intendono rilanciare con forza «i temi paradigmatici e fortemente attuali emersi dalla campagna referendaria di 10 anni fa», con una grande mobilitazione su tutto il territorio nazionale e online, promuovendo incontri, dibattiti, flash mob, ecc. (qui l'elenco aggiornato), eventi locali che confluiranno nella manifestazione nazionale di Roma (12 giugno, ore 15.30, piazza dell’Esquilino) promossa da Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, dal titolo: "Beni comuni, acqua e nucleare: indietro non si torna!" (qui l’evento Facebook). Alla manifestazione romana aderiscono, tra gli altri, WWF Italia, Partito della Rifondazione Comunista, Associazione Laudato Sì, Arci, Unione Sindacale di Base (Usb); Legambiente; Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e Attac Italia.

Il giorno dopo la manifestazione, infine, sarà la volta del dibattito online, ospitato dalla piattaforma Zoom, dal titolo: “L'acqua, tra privatizzazioni e ripubblicizzazioni: il panorama europeo". Moderati da Paolo Carsetti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, prenderanno la parola «le/i protagoniste/i in Europa dei successi della ripubblicizzazione»: Anne Le Strat (già vicesindaca di Parigi), Dorothea Härlin (portavoce del movimento Berliner Wassertisch), Lluisa Melgares (vicesindaca di Terrassa, Catalogna), Carmine Piscopo (vicesindaco di Napoli) e Satoko Kishimoto (Trans National Institute di Amsterdam).

«A dieci anni dal Referendum con cui il popolo italiano si è espresso per l'Acqua pubblica e contro la sua riduzione a merce fra merci – si legge nella presentazione dell’evento online – gli ostacoli alla sua effettiva ripubblicizzazione si fanno sempre più aspri, le spinte alla privatizzazione sempre più aggressive. Si affaccia la prospettiva della quotazione in borsa dell'acqua in sé, il Pnrr del governo Draghi-Salvini apre ai privati in ogni dove. Il “mantra” è sempre lo stesso: “il pubblico è un fallimento!”, “...solo il privato...”, “l'Europa non lo consente!”. Sono menzogne! Il panorama europeo è esattamente l'opposto». (giampaolo petrucci)

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