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La Chiesa che si ingerisce tradisce il Concilio

La Chiesa che si ingerisce tradisce il Concilio

Questa Chiesa, invadente e supponente, che si rapporta con gli Stati da Stato a Stato, da potenza a potenza, non mi appartiene e io non le appartengo!

Sono stato ordinato sacerdote nell’aprile del 1968, figlio di un’altra Chiesa, così come si presenta in questi bellissimi testi conciliari, là dove si evidenziano i caratteri peculiari del compito dei cristiani e della testimonianza della Chiesa.

I CRISTIANI

«Ai laici spettano propriamente, anche se non esclusivamente, gli impegni e le attività temporali. Quando essi, dunque, agiscono quali cittadini del mondo, sia individualmente sia associati, non solo rispetteranno le leggi proprie di ciascuna disciplina, ma si sforzeranno di acquistare una vera perizia in quei campi. Daranno volentieri la loro cooperazione a quanti mirano a identiche finalità. Nel rispetto delle esigenze della fede e ripieni della sua forza, escogitino senza tregua nuove iniziative, ove occorra, e ne assicurino la realizzazione. Spetta alla loro coscienza, già convenientemente formata, di inscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino però che i loro pastori siano sempre esperti a tal punto che, ad ogni nuovo problema che sorge, anche a quelli gravi, essi possano avere pronta una soluzione concreta, o che proprio a questo li chiami la loro missione; assumano invece essi, piuttosto, la propria responsabilità, alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero. Per lo più sarà la stessa visione cristiana della realtà che li orienterà, in certe circostanze, a una determinata soluzione. Tuttavia, altri fedeli altrettanto sinceramente potranno esprimere un giudizio diverso sulla medesima questione, come succede abbastanza spesso e legittimamente. Ché se le soluzioni proposte da un lato o dall'altro, anche oltre le intenzioni delle parti, vengono facilmente da molti collegate con il messaggio evangelico, in tali casi ricordino essi che nessuno ha il diritto di rivendicare esclusivamente in favore della propria opinione l'autorità della Chiesa» (Gaudium et Spes, n. 43).

LA CHIESA

«La Chiesa tuttavia, non desidera affatto intromettersi nel governo della città terrena. Essa non rivendica a se stessa altra sfera di competenza, se non quella di servire gli uomini amorevolmente e fedelmente, con l’aiuto di Dio» (Ad gentes, n. 12)

«La Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertile dall'autorità civile. Anzi essa rinunzierà all'esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove esigenze esigessero altre disposizioni» (Gaudium et Spes, n. 76).

Purtroppo scontiamo ancora l’eredità pesante di un episcopato scelto e gestito dal venticinquennale imperio di Giovanni Paolo II: sotto di Lui i Vescovi dovevano essere “Prefetti” e non “Profeti”, “Governatori” e non “Ministri”!

In quasi ottanta anni di vita, sia come cittadino che come cristiano e ancor più come prete, non mi sono mai sentito concorrente delle istituzioni, né padrone, ma loro coscienza critica. Così come amava dire della Chiesa Martin Luther King, dover essere non padrona dello stato, né serva ma, appunto, Coscienza!

(Aldo Antonelli è prete ad Antrosano, nella diocesi di Avezzano, Aq)

*Bandiera del Vaticano, foto ritagliata tratta da pixabay.com, immagine originale e licenza

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