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Movimento Laudato Si'-Africa: appello alla Cop26 per i poveri e per il pianeta

Movimento Laudato Si'-Africa: appello alla Cop26 per i poveri e per il pianeta

In occasione della Cop26, in corso a Glasgow, anche la sezione africana del “Laudato Si’ Movement” ha chiesto ai leader della Terra misure più coraggiose e tempestive per il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Accordo di Parigi del 2015 e dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Ne ha dato notizia ieri l’agenzia di informazione cattolica africana Cisa News Africa.

Intervenendo durante un evento promosso presso la Franciscan Family Association nella capitale del Kenya Nairobi, il frate cappuccino Benedict Ayodi (programme manager del Laudato Si' Movement-Africa) ha detto che il summit di Glasgow rappresenta «un'enorme opportunità per i governi del mondo di intraprendere azioni importanti e audaci, e mostrare come si prenderanno cura della nostra casa comune promettendo di ridurre le loro emissioni di gas serra e realizzare una giusta transizione verso l'energia pulita». Il mondo è in ritardo di fronte alla crisi climatica, ha poi aggiunto il rappresentante del movimento africano, e la Cop26 resta «un momento decisivo per i leader mondiali per fissare obiettivi ambiziosi e raggiungerli. Ogni decimo di grado di riscaldamento in più avrà un enorme impatto su milioni di nostre sorelle e fratelli che soffriranno a causa dell'aggravarsi della crisi climatica e infliggerà danni irreparabili alla creazione di Dio».

Ha ricordato fr. Ayodi che l’attenzione dei cattolici di tutto il mondo nei confronti del summit in corso è motivata da ragioni profonde, anche di ordine teologico, che risiedono nella Dottrina Sociale della Chiesa: la fede cristiana impone infatti «l’opzione per i poveri» – i più duramente colpiti dalla crisi climatica, anche se non i principali responsabili – e «la cura della creazione di Dio».

Il frate cappuccino ripone grandi speranze nei giovani, non solo cattolici: «Il futuro è dei giovani», ha sottolineato. «Sono loro i leader che potranno portare a compimento il processo» di transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile. «Rimodellare i nostri sistemi energetici e creare un futuro più resiliente e più pulito sarà un processo lungo decenni che oggi potrebbe in qualche modo partire e che alla fine i giovani porteranno a compimento». Sono i giovani, insomma, che «hanno l'opportunità di creare davvero un futuro diverso. Possono decidere quale futuro creare, rompere con il passato dominato dai combustibili fossili e poi lavorare instancabilmente per edificare il futuro che vogliono per la nostra casa comune».

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