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L'energia nucleare non è

L'energia nucleare non è "verde"! La petizione al governo italiano

Se l’Unione Europea cedesse alle pressioni francesi equiparando il nucleare civile alle altre energie classificate come “rinnovabili”, non sarà più possibile parlare di transizione “ecologica” e i fondi della Next Generation Eu finirebbero per finanziare l’industria di stato francese o per prolungare la vita dei vecchi reattori russi nell’est del Vecchio Continente o ancora per finanziare nuove installazioni di reattori per esempio in Polonia. Per queste ragioni l’Osservatorio sulla Transizione Ecologica – formato da Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Sì’ e NOstra – e FacciamoECO hanno lanciato, sulla piattaforma Change.org, la petizione “Il nucleare non sia incluso nelle energie rinnovabili”, che viene presentata oggi pomeriggio al governo, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.

Nella lettera aperta si ribadiscono le ragioni del no all’equiparazione del nucleare alle fonti di energia rinnovabile, ma si ribadisce anche la chiara posizione di contrarietà del popolo italiano, confermata da due referendum nel 1987 e nel 2011, che hanno fermato i tentativi di realizzare centrali nucleari anche sul suolo italiano: «Non abbiamo dimenticato né i disastri di Three Miles Island, né di Chernobyl, né di Fukushima per la salute delle persone e per l’ambiente», sottolinea la petizione. «Per questo chiediamo al Governo Draghi di respingere con nettezza in sede europea il tentativo di 10 Paesi guidati dalla Francia di fare passare (nella tassonomia europea) il nucleare come energia verde e rinnovabile».

Il nucleare civile non è una fonte “verde”, accusa la lettera. Le energie definite “rinnovabili” infatti «non sconvolgono i cicli naturali, non modificano la struttura delle cose. Si limitano ad usare forze naturali come sole, vento, calore naturale della terra, forza delle acque per produrre energia elettrica». Sono queste le uniche fonti di energia alternative al disastro «dei combustibili fossili che producono CO2 e delle emissioni di metano che da decenni viene disperso nell’atmosfera».

Fermare l’innalzamento della temperatura globale – come richiesto dall’Onu e in particolare dall’IPPC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) – è un’emergenza che va affrontata seriamente e tempestivamente, ricordano le associazioni, ma non si può cedere al «trucco linguistico per parificare il nucleare alle energie rinnovabili», proposto da una decina di Paesi capitanati dalla Francia «per evitare di prendere impegni per ridurre effettivamente al loro interno l’uso dei combustibili fossili per rispettare gli impegni dell’accordo di Parigi».

«Verniciare il nucleare di verde – denuncia la petizione – è pura propaganda ed è contro gli impegni di Parigi per il clima. Se l’Unione Europea dovesse accettare la pretesa della Francia e degli altri Paesi l’unico risultato sarebbe consentire l’uso dei fondi del Next Generation EU per finanziare l’industria di stato francese (Areva); per prolungare oltre i 40 anni la vita dei vecchi reattori russi (VVER) siti in R. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria; per finanziare l’installazione in Polonia di centrali EPR francese e ABWR americana; per le enormi spese necessarie per lo smantellamento del sovra dimensionato nucleare civile francese che, altrimenti, ricadrebbero sui contribuenti nazionali».

Al di là delle manovre internazionali per mettere le mani sui fondi di Next Generation Eu, occorre poi ricordare quali sono i rischi reali legati alla produzione di energia nucleare, non solo «in caso di catastrofe globale», comunque sempre possibile, ma anche «per la diffusione della contaminazione radioattiva a causa del normale funzionamento delle centrali e allo smaltimento delle scorie, radioattive anche per tempi lunghissimi dopo la fine dell’esercizio».

Infine, denuncia l’Osservatorio, «per alcuni Paesi il nucleare civile è base necessaria per un armamento atomico, come la force de frappe della Francia. Occorre impedire che parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finisca per sostenere una scelta strategico-militare al di fuori delle scelte europee e ancora di più degli obiettivi del Next Generation EU».

La petizione chiede dunque al governo italiano, guidato da Mario Draghi, «di impegnarsi a bloccare il tentativo in sede europea di equiparare il nucleare alle energie rinnovabili, se necessario ricorrendo al veto dell’Italia».

La petizione è stata già firmata da oltre 2.100 persone. I primi firmatari sono: Mario Agostinelli, Vincenzo Amendola, Vittorio Bardi, Mauro Beschi, Ferdinando Boero, Silvia Bonanin, Federico Butera, Luciana Castellina, Duccio Campagnoli, Domenico Gallo, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Silvio Greco, Oreste Magni, Silvia Manderino, Rossella Muroni, Vincenzo Naso, Daniela Padoan, Antonio Pileggi, Enzo Pranzini, Jacopo Ricci, Simona Sambati, Massimo Scalia, Massimo Serafini, Alexey Sorokin, Guido Viale, Massimo Villone e Vincenzo Vita.

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