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La Legge di Bilancio, il pensiero unico e la democrazia ferita

La Legge di Bilancio, il pensiero unico e la democrazia ferita

«Sconsolante» è l’aggettivo che il portavoce della Campagna Sbilanciamoci!, Giulio Marcon, trova più adeguato a descrivere l’attuale Legge di Bilancio, che sta per iniziare (con grande ritardo rispetto al 20 ottobre, data prevista per legge) il suo iter parlamentare. «È una legge di bilancio che non ci piace» – conferma Marcon annunciando la pubblicazione della “Controfinanziaria” diffusa ogni anno dalla Campagna – «che continua sulla vecchia strada (liberista) e che rinvia le scelte che sarebbero necessarie per un modello di sviluppo equo, sostenibile, fondato sul benessere e i diritti».

Il ritardo con cui il governo ha consegnato alle Aule la Legge impedirà un dibattito approfondito in sede parlamentare e le due Camere «in questa legislatura sempre di più messe all’angolo, avranno un ruolo di mera ratifica di quello che è stato deciso a Palazzo Chigi e nelle sedi dei partiti. Ormai le ferite alla democrazia parlamentare non si contano più».

Parlando di contenuti, neel suo editoriale, Marcon denuncia «una filosofia economica fondata sugli attori privati, finanziati dagli aiuti pubblici», fatti anche di sgravi fiscali e bonus che dovrebbero incentivare gli investimenti. Eppure, contesta ancora Marcon, simili politiche in passato non hanno prodotto i risultati sperati, «nonostante la generosità della mano pubblica verso il mercato. Per fare un solo esempio in 20 anni l’IRES, l’imposta sui profitti delle imprese, è calata dal 37 al 24%. Un calo delle imposte del 40% sulle loro tasse i lavoratori non lo hanno mai visto, nemmeno da lontano con il binocolo».

C’è poi la questione previdenziale, una bomba pronta ad esplodere tra le mani del governo, per la quale non si cerca alcuna soluzione: «Il 60% di chi ha iniziato a lavorare negli anni ‘90 prenderà una pensione inferiore alla soglia di povertà. Il problema per le pensioni non è la sostenibilità finanziaria, ma quella sociale».

La Legge di Bilancio non affronta nemmeno gli ammortizzatori sociali «(nonostante un articolo della legge sembri prometterlo) per garantire in modo organico e universalistico a chi viene buttato fuori dal mercato del lavoro un’adeguata protezione». Nonostante «la vagonata dei soldi del Pnrr, la quota di investimenti pubblici è ancora incredibilmente bassa (sempre con la speranza che aumentino quelli privati)».

Poco o nulla sono poi le notizie relative a quegli 8 miliardi annunciati di riduzione delle tasse. Come saranno utilizzati?, si chiede Marcon. «Invece di fare una riforma ispirata alla giustizia fiscale, si danno in pasto ai contribuenti dei miseri antipasti che servono a poco. Al G20 e alla COP26 ci siamo profusi in solenni impegni per la lotta ai cambiamenti climatici: ma perché ancora una volta il governo rimanda, con questa Legge di Bilancio, l’impegno (già preso) alla drastica riduzione dei 20 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (SAD) che contribuiscono a produzioni e consumi inquinanti?».

L'editoriale di Giulio Marcon sul sito di Sbilanciamoci!

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