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Crimini di guerra: “Non vendete armi ai sauditi”. Ma Leonardo continua i suoi affari di morte

Crimini di guerra: “Non vendete armi ai sauditi”. Ma Leonardo continua i suoi affari di morte

Il seguente articolo, pubblicato il 6 dicembre da Antonio Mazzeo, ha come sottotitolo: "Matteo Renzi e Marco Minniti guidano il drappello degli amici del regno accusato di violare i diritti umani"

Governi, ONG e giuristi internazionali invocano l’embargo sui trasferimenti di sistemi d’arma alle forze armate saudite per i crimini di guerra compiuti in Yemen. E allora cosa fa il gruppo italiano leader nella produzione di caccia, elicotteri, missili e cannoni? Invia la propria ultima invenzione a Riyad per rafforzare i legami culturali, tecnologici, scientifici e accademici con l’onnipotente famiglia dei sovrani d’Arabia.

A fine novembre una folta delegazione della Fondazione Med-Or, istituzione creata la scorsa primavera dall’holding Leonardo S.p.A. per “promuovere gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or)”, si è recata in visita ufficiale in Arabia Saudita per incontrare ministri e rappresentanti di enti statali. A guidare la pattuglia della fondazione volto buono della maggiore industria bellica italiana, il suo presidente, l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. Momento clou il vertice con il ministro dell’Educazione del Regno, Hamad bin Mohammed Al Al-Sheikh, laurea e master in Economia alla Stanford University, California.

“Nel corso dell’incontro tra il ministro Al Al-Sheikh e la delegazione italiana, le due parti sono andate oltre la partnership tra le università saudite e il centro (Med-Or) in vista di un rafforzamento dei campi scientifici e di ricerca e delle rispettive opportunità di formazione e trasferimento internazionale di esperienze e sperimentazioni, oltre al rafforzamento delle borse di studio che il centro offre agli studenti di talento dell’Arabia Saudita per poter svolgere i master in Italia”, riporta la nota del Ministero dell’Educazione di Riyad. “Nel corso del meeting è stata anche discussa la possibilità di stabilire un istituto di studi arabi presso la Fondazione Med-Or, il primo di questo tipo in Italia dove esiste l’interesse a lanciare differenti iniziative di formazione e ricerca culturale e scientifica. L’istituto potrebbe rappresentare un’entità nuova e unica e un ponte per idee, programmi e progetti che prosperino in cooperazione con le istituzioni accademiche, oltre a diventare una stazione per favorire la completa integrazione tra le industrie e i centri di ricerca”.

Obiettivi ambiziosi e complessi, maturati non certo in ambito politico-diplomatico e istituzionale tra Italia e Arabia Saudita, ma nell’alveo delle consolidate relazioni di affari tra il petroregime e il management di Leonardo e delle società di sistemi e tecnologie militari controllate. Con tanto di tessitura dell’ex ministro della guerra ai migranti e alle migrazioni e la benedizione – a distanza – di noti accademici italiani.

Poco più di un mese fa a recarsi a Ryiad era stato l’amministratore delegato di Leonardo, nonché presidente onorario di AIAD, la Federazione delle aziende italiane del settore aerospaziale e militare, Alessandro Profumo. L’uomo che guida l’holding armiera, pure membro del comitato strategico della Fondazione Med-Or, ha partecipato come relatore al forum internazionale Invest in Humanity promosso dal Future Investment Initiative Institute, fondazione no profit di “promozione sociale” voluta dal principe Mohammad bin Salman al Saud, membro della famiglia reale e ministro della Difesa d’Arabia, e nel cui board fa bella mostra di sé l’ex primo ministro Matteo Renzi. E proprio con Renzi l’on. Marco Minniti ha ricoperto l’incarico di sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza della Repubblica.

Continua in: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2021/12/crimini-di-guerra-non-vendete-armi-ai.html

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