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Lo «scandalo» di un continente chiuso alle sofferenze del mondo: il Report Migrantes sul Diritto d'Asilo

Lo «scandalo» di un continente chiuso alle sofferenze del mondo: il Report Migrantes sul Diritto d'Asilo

Si è tenuta ieri mattina, presso l’Aula Magna di Casa La Salle a Roma, la presentazione del quinto Report sul Diritto d’Asilo della Fondazione Migrantes, dal titolo: Gli ostacoli verso un noi sempre più grande. Un lavoro che intende contribuire in maniera determinante ad una conoscenza fondata sui numeri delle migrazioni forzate e della protezione internazionale di chi è fugge da guerre, persecuzione, cambiamenti climatici, ecc. Che intende contribuire anche all’edificazione di un Paese e di un Continente più “umano”, in grado di rimuovere quegli “ostacoli” di cui parla il titolo stesso.

All’evento romano hanno partecipato Stefano Russo (segretario generale Conferenza Episcopale Italiana), mons. Gian Carlo Perego (arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente Fondazione Migrantes), Cristina Molfetta e Chiara Marchetti (curatrici del volume), Yagoub Kibeida (UNIRE), Michele Rossi (Europasilo), Duccio Facchini (direttore di Altreconomia e moderatore della presentazione) e Franco Nero (per introdurre un video sul Mediterraneo dal titolo “Padre Nostro”).

Le parole di papa Francesco per l’accoglienza e contro i muri cozzano con quanto accade alle frontiere del mondo ricco – in particolare oggi sul confine tra Polonia e Bielorussia – dove migranti forzati, richiedenti asilo e profughi vengono umiliati e respinti con brutalità. Su questo «scandalo» riflette il Rapporto 2021 di Migrantes, che nell’introduzione si domanda: «Come è stato possibile, in così pochi anni, che l’Unione Europea si trasformasse da terra pensatrice e promotrice dei diritti umani a terra che li viola così palesemente, arrivando ad “attaccare” poche migliaia di persone in cerca di protezione e aiuto?».

Il Report 2021, si legge nella presentazione sul sito di Migrantes, «ricostruisce il quadro delle guerre e delle altre crisi che portano il numero delle persone in fuga nel mondo al più elevato livello di sempre, benché siano sempre meno i migranti che ottengono protezione in Europa, dove invece ritornano le frontiere interne, con una diffusione impropria dei controlli, e dove la solidarietà sembra declinata solo in chiave difensiva ed escludente». A livello nazionale, il nostro Paese «mostra luci ed ombre: se da un lato il sistema di accoglienza è attraversato da fortissime contraddizioni e in particolare nella sua declinazione emancipante, integrata e diffusa non è ancora divenuto il riferimento di una politica nazionale in materia di asilo, dall’altro lato la recente introduzione della protezione speciale lascia intravvedere le potenzialità di una forma di regolarizzazione permanente e il protagonismo dei rifugiati inizia a farsi strada nel dibattito pubblico e scientifico».

Alla presentazione di ieri, mons. Perego ha lanciato un doppio messaggio all’Europa e all’Italia. Alla prima ha chiesto, da un lato, l’istituzione di vie legali e sicure d’accesso per i richiedenti asilo, per evitare le drammatiche traversate e per togliere ossigeno al traffico di esseri umani. Dall’altro, di «rilanciare concretamente la solidarietà tra gli stati per affrontare e non più sottrarsi alla sfida delle migrazioni forzate, smettendola di pensare che lasciare fuori le persone che si dovrebbero proteggere e scaricare l’accoglienza sui paesi con meno risorse e meno diritti possa essere la soluzione».

All’Italia invece, l’arcivescovo ha chiesto di superare l’approccio securitario e quella «sorta di “sindrome” dell’emergenza che caratterizza le politiche migratorie», chiudendo tra l’altro la vergognosa esperienza dei grandi centri in favore di un’accoglienza diffusa, gestita dalla società civile e dagli enti locali, in grado di promuovere vera integrazione.

Per una veloce panoramica sui contenuti del rapporto, leggi la scheda di sintesi

 

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