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Cresce la spesa militare nel mondo:

Cresce la spesa militare nel mondo: "Vatican News" intervista don Renato Sacco

Sicurezza e pace si raggiungono attraverso l’educazione al dialogo e alla cooperazione e non certo grazie a una corsa indiscriminata agli armamenti, i cui effetti nefasti sono sotto gli occhi di tutti. È quanto affermato da mons. John D. Putzer (incaricato d'affari ad interim presso la Missione di Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra), che presiede la delegazione vaticana alla sesta Conferenza di revisione della Convenzione sulla proibizione o la limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali (CCW) in corso a Ginevra (13-17 dicembre). La CCW è chiamata a decidere, tra le altre cose, sull’adozione di uno strumento giuridicamente vincolante per la messa al bando dei cosiddetti killer robots, armi “intelligenti” autonome che possono individuare e colpire obiettivi indipendentemente dalla volontà umana.

Ne dà notizia, tra gli altri, Vatican News in un articolo di ieri che, tra l’altro, intervista in merito don Renato Sacco, parroco della diocesi di Novara e membro del consiglio nazionale di Pax Christi.

«Il rischio – ha detto Sacco – è entrare in quella logica secondo la quale con le armi siamo più sicuri: le armi che abbiamo in casa e le armi per fare la guerra». In Italia, prosegue il parroco, «nel 2022 spenderemo oltre il 3% in più rispetto al 2021, e in questi ultimi anni la percentuale è aumentata del 20%». Questo significa, aggiunge, che «nonostante la pandemia, nonostante le tragedie, nonostante i profughi, cresce la voglia di armi da parte di chi ha grossi interessi, e non della gente. E allora credo sia importante denunciare questo. Noi diciamo, come Pax Christi, ma anche come Rete Pace e Disarmo, che dobbiamo ridurre la spesa militare, pari in Italia a circa 40mila euro ogni minuto. Mancano risorse per sanità, scuole e ambiente ma ci sono i soldi per le armi. E questo, dice sempre il papa, è ipocrisia: parlare di pace e poi investire in armi». La spesa militare cresce in tutto il mondo, sottolinea l’intervistatrice Francesca Sabatinelli. «C’è un dato ufficiale», prova ad interpretare Sacco: «Nel mondo ci sono 361 conflitti in atto e 22 guerre di alta intensità, in zone anche dimenticate». L’ex coordinatore nazionale di Pax Christi ricorda poi che a muovere guerra sono spesso i grandi interessi di nazioni e di aziende, per esempio sulle materie prime «che scatenano guerre e interessi (acqua, petrolio, gas...)». In questo scenario «noi abbiamo bisogno dell’Onu, non di metterci uno contro l’altro. Se prevale la logica degli interessi, le lobby della armi vanno a nozze e i poveri pagano sempre più il conto». Sacco poi mette l’accento sui nuovi sistemi d’arma, come i killer robot a riconoscimento facciale. «A fine novembre c’è stata una fiera delle armi proprio in Egitto», denuncia, «e lì c’era il mondo intero che faceva la fiera delle armi con nuove tecnologie. Eppure, se si smettesse almeno di comprare nuove armi, sarebbe già un passo verso quel sogno di Isaia dove si trasformano le lance in aratri… ma credo che gli interessi in gioco siano tanti. Si tratta solo di decidere da che parte stare: quella di Erode o quella del Bambino che nasce a Betlemme».


* Immagine di Moyan Brenn, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata

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