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Aumenta la violenza nell'Est Congo: lo stato d'assedio e le sue contraddizioni

Aumenta la violenza nell'Est Congo: lo stato d'assedio e le sue contraddizioni

È stata il Nord Kivu la provincia congolese più colpita dalla violenza a novembre, secondo un rapporto pubblicato il 5 gennaio dall’Ufficio congiunto delle Nazioni Unite per i diritti umani (Bcnudh) che fa parte dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani. Ne dà notizia il bimestrale missionario dei padri bianchi Africa, in un articolo pubblicato sul sito web l’8 gennaio.

Il rapporto ha documentato «801 violazioni e abusi dei diritti umani in tutta la Rdc nel solo mese di novembre, un forte aumento del 61 per cento rispetto a ottobre (498 violazioni)». Di questi, 752 casi (il 94%) si sono realizzati nelle province colpite da conflitti e hanno segnato anche 379 uccisioni tra i civili (276 uomini, 70 donne e 33 bambini). Si legge ancora nell’articolo che, nel solo mese novembre scorso, in tutta la regione orientale della Repubblica Democratica del Congo, «le Nazioni Unite hanno attribuito 40 uccisioni “extragiudiziali” alle forze di sicurezza congolesi e quasi 350 ai gruppi armati».

Tra gli abusi riscontrati dal Bcnudh, si sottolinea con allarme l’aumento della violenza sessuale contro le donne (70 a novembre, 41 a ottobre): la maggior parte dei casi (50) sono attribuibili alle milizie irregolari, ma ci sono anche 20 casi di violenza contro donne commessi da «agenti statali».

«Le due province più colpite dall’insieme di violazioni, vale a dire il Nord Kivu e l’Ituri, sono sotto uno stato d’assedio da otto mesi, proclamato dal presidente Félix Tshisekedi nel tentativo di frenare un quarto di secolo di violenza nella regione», commenta Africa. «Il provvedimento ha consegnato la gestione di province, città e territori a ufficiali dell’esercito e della polizia, ma rimane criticato per i suoi risultati contrastanti. Secondo la società civile e l’opposizione, la violenza è aumentata da quando è stato introdotto lo stato d’assedio».

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